Garda bresciano, inquinati due punti su cinque
DESENZANO – La Goletta di Legambiente ha presentato a Desenzano i risultati delle analisi microbiologiche della sponda bresciana del Garda: su 5 punti campionati 2 sono fortemente inquinati e 3 entro i limiti. Bene Salò, male Desenzano e Padenghe.
Sabato mattina la campagna nazionale della Goletta dei Laghi di Legambiente – che attraversa l’Italia per monitorare la qualità delle acque, degli ecosistemi e dei territori lacustri – è tornata sulle sponde del Benaco.
A Desenzano sono stati presentati i risultati delle analisi microbiologiche di Goletta dei laghi della sponda bresciana sul Lago di Garda. «II lavoro della Goletta dei Laghi dimostra come i problemi legati alla depurazione, evidentemente, ancora affliggono il lago di Garda, non solo il territorio lacuale ma anche gran parte del resto della provincia. Ricordiamo infatti che oltre 30 agglomerati del bresciano sono interessati da una procedura di infrazione – ha commentato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Per il Garda, chiediamo di non abbassare la guardia proseguendo speditamente verso la separazione delle reti e l’adeguamento dell’intero sistema di depurazione. È necessario inoltre sanare al più presto le criticità che da anni segnaliamo».
Rispetto all’attività del 2018, considerando alcuni risultati negativi reiterati nel tempo, Legambiente sta raccogliendo lo storico dei dati in possesso per poter segnalare tramite esposto all’autorità competente queste situazioni ormai croniche. Questo strumento nasce per segnalare all’autorità preposta una criticità e non vuole essere un’azione intrapresa contro uno specifico soggetto.
È proprio da questi presupposti che, da Desenzano, l’associazione ambientalista rilancia il suo manifesto per il Garda strutturato in 5 punti programmatici:
- Promuovere la redazione del progetto definitivo ed esecutivo, nonché la sua realizzazione, del nuovo impianto di collettamento del Garda.
- Introdurre, per tutte le dinamiche che coinvolgono il Garda, il concetto di “limite”, in particolare per l’edificabilità, le presenze turistiche e la viabilità.
- Promuovere uno studio approfondito sulla fascia perilacuale che ne preveda la rinaturalizzazione.
- Valutare lo stato di salute dei corsi d’acqua che scendono a lago, promuovendo periodici prelievi delle loro acque per verificare la presenza di inquinanti, organici e non.
- Istituire un Osservatorio Interregionale per il Garda.
Il dettaglio delle analisi microbiologiche di Goletta dei laghi
Per quanto riguarda le analisi del microbiologico, rispetto allo scorso anno, i punti campionati sono stati ridotti al fine di concentrare le analisi su foci e canali “malati cronici”.
Nel complesso, su 5 punti monitorati sulla sponda bresciana, 2 sono risultati fortemente inquinati e 3 entro i limiti.
Sorvegliati speciali i campioni prelevati a Padenghe sul Garda alla foce del torrente nei pressi del porto e a Desenzano del Garda presso lo scarico a sud della Lega Navale, che confermano il trend negativo delle passate edizioni.
Rientrano, invece, nei limiti di legge i prelievi effettuati a Salò presso la foce del torrente Barbarano e presso la località “Le Rive”, e a Desenzano del Garda nei pressi dello scarico vicino la “Spiaggia d’Oro” (vd. tabella riepilogativa di seguito).
Il convegno “Investire nella qualità delle acque del Garda – nuove infrastrutture per depurare di più e meglio”.
Superare le inadempienze di fronte all’Europa sul tema della depurazione e, soprattutto, riuscire a migliorare significativamente i servizi di collettamento delle acque, ipotizzando un nuovo scenario per la depurazione del Benaco.
Questo l’argomento-chiave su cui si è basato il convegno “Investire nella qualità delle acque del Garda – nuove infrastrutture per depurare di più e meglio”, che si è svolto a Desenzano del Garda e che ha fatto il punto sulla situazione attuale delle acque del Benaco.
Alla conferenza stampa erano presenti il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti, la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto, il sindaco di Desenzano del Garda Guido Malinverno, il direttore ATO Brescia Marco Zemello, il direttore tecnico acque bresciane Mauro Olivieri, il DG Territorio Struttura Servizi Idrici Regione Lombardi Viviane Iacone, il direttore ATO Veronese Luciano Franchini, il direttore generale AGS Carlo Voi, Marco Pietropoli del gruppo lavoro 3 Sponde e Lorenzo Albi di Legambiente Verona.
Quello della depurazione continua ad essere un tema ancora centrale nel nostro Paese, considerando che un abitante su quattro ancora non può contare su un adeguato servizio di depurazione.
Un dato preoccupante, soprattutto se messo in relazione alle pesanti sanzioni che il nostro Paese deve corrispondere all’UE proprio per questi ritardi. Ben 25 milioni di euro forfettari – più altri 30 a semestre in caso di mancato adeguamento – sono la cifra che l’Italia pagherà per le sole sanzioni relative alla procedura di infrazione del 2004, senza contare le altre due procedure del 2009 e del 2014.
«Questa multa è solo la punta dell’iceberg – prosegue Zampetti – e riguarda 80 agglomerati non a norma. Le altre due procedure, sommate, ne riguardano 800 e per quella del 2009 siamo già stati condannati e aspettiamo di conoscere gli importi. Queste situazioni vanno risolte con urgenza per non incorrere nei prossimi decenni in altre multe milionarie, soldi che potrebbero essere spesi meglio per efficientare il sistema depurativo italiano, portando indubbi benefici anche alla qualità delle nostre acque interne dal punto di vista degli apporti inquinanti, comprese le microplastiche (la Goletta nel 2018, pur continuando l’impegno alla ricerca delle principali criticità relative agli scarichi non depurati o illegali, ha introdotto per la terza volta l’indagine delle microplastiche disperse nei laghi italiani).
La sfida della migliore gestione delle acque reflue passa anche da un serio programma di interventi di riqualificazione urbana per separare le acque di pioggia, migliorare il drenaggio urbano, attuato una gestione delle acque che permetta di risolvere il problema degli scarichi e al tempo stesso di adattarsi al cambiamento climatico, recuperando risorse idriche per i momenti di siccità e rispondendo in maniera più efficace alle forti piogge sempre più frequenti».
I campioni raccolti sulle microplastiche durante la campagna verranno elaborati nei laboratori di Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – e presentati in autunno. Ricordiamo che nell’ultimo campionamento, il Lago di Garda presentava una densità media di 10mila particelle per chilometro quadrato.
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