Organizzata dal Coordinamento No Tav Brescia-Verona, la marcia riaccende i riflettori su un’opera che divide l’opinione pubblica.
“Ancora una volta – dicono gli organizzatori della marcia – manifestiamo per fermare un progetto inutile, costoso, devastante per l’ambiente e il bilancio dello Stato. Siamo costretti a farlo perché fatti concreti che dimostrino la volontà di bloccarlo non ci sono stati.
Il Ministro Toninelli, dopo lodevoli dichiarazioni stampa (leggi qui la posizione No Tav dopo l’incontro col ministro), ha omesso di fare il primo atto concreto che, in attesa della conclusione dell’analisi costi-benefici sul TAV Brescia – Verona, era logico attendersi: fermare Cepav 2, il general contractor incaricato dei lavori, che qualche settimana fa a Calcinato (BS) annunciava la volontà di iniziare gli espropri entro settembre.
Eppure la tragedia di Genova dimostra ancora una volta la necessità di una grande opera (questa sì, grande) di manutenzione delle infrastrutture esistenti e del nostro fragile territorio. Quante tragedie dovremo ancora vedere prima che questa grande verità diventi scelta politica?
I comitati di affari che hanno privatizzato quello che ci ostiniamo a definire bene comune non possono continuare impunemente a provocare danni e magari poi, fare i soldi riparandoli.
Per questo – continuano gli organizzatori della marcia – è necessaria una grande partecipazione alla manifestazione di Lonato. La posta in gioco è troppo alta: difendere i nostri territori dall’ennesima aggressione di Lorsignori con un’opera che serve solo a chi la costruisce.
Non serve al trasporto merci, visto che sul TAV le merci non possono andare; per il traffico passeggeri si ripeterebbe lo scandalo della Torino – Milano progettata per 300 treni giorno e percorsa a malapena da 30. Fermare il TAV è compito di tutti e tutte!”
Quindi l’invito: “Ci vediamo il 29 settembre a Lonato a partire dalle 14:30 presso il Parco delle Pozze di Lonato del Garda in Via Fenil Nuovo Molini / Via Lombardia!”
Il Coordinamento No Tav Brescia-Verona attende un atto concreto per impedire l’apertura dei cantieri e lo chiederà a gran voce nella marcia del 29 settembre.
“Un primo aiuto in questo senso – si legge nel comunito dei No Tav – in realtà è arrivato dalla Procura che ha messo i sigilli all’enorme area di proprietà del gruppo Vezzola tra Lonato e Desenzano. L’area avrebbe dovuto essere ceduta, tramite accordo bonario, al consorzio Cepav 2 per la realizzazione di una parte del cantiere logistico per la costruzione del tunnel di Lonato (leggi qui la notizia).
La cava aveva ottenuto l’ok per il cambio di destinazione d’uso da parte dell’amministrazione comunale di Lonato nel concitato consiglio comunale del luglio scorso. Motivo del sequestro: smaltimento illecito di rifiuti per il ritombamento del laghetto di falda. Questo doveva essere il primo cantiere TAV, un inizio in linea con le vicende giudiziarie che hanno sempre riguardato tutti i cantieri TAV in Italia e una triste conferma di quanto abbiamo sempre denunciato”, dice il Coordinamento.
Che aggiunge: “Questa vicenda, unita alla grave crisi epidemica in corso, ci dimostra ancora una volta che il modello di sviluppo lombardo-veneto improntato alla ricchezza a tutti i costi a danno dell’ambiente e di chi lo abita, ha fallito. Il progetto TAV Brescia-Verona è frutto di questo modello di sviluppo. Ma, avanti di questo passo, l’alta velocità ci servirà solo per fuggire rapidamente da un territorio ormai danneggiato e insalubre. Ancora una volta, quindi, manifestiamo per fermare un progetto inutile, costoso, devastante per l’ambiente e il bilancio dello stato”.
[themoneytizer id=”16862-1″]
[themoneytizer id=”16862-16″]