Pranzo in alveo, 174 salamelle per chiedere 174 litri d’acqua al secondo
TOSCOLANO - Se si può allestire una tavolata nel bel mezzo del greto del fiume, significa che l'acqua è davvero poca. Manifestazione dei pescatori per ribadire la necessità del Deflusso minimo vitale nel Toscolano.
I pescatori dell’associazione La Fario Zps oggi, domenica 30, hanno inscenato un pranzo in alveo per ribadire la loro richiesta ad Enel Green Power di rispettare il rilascio dalla diga di Valvestino del Deflusso minimo vitale (DMV), la quantità d’acqua necessaria a garantire la continuità ecologica del fiume Toscolano.
Salamelle (simbolicamente 174, una per ogni litro d’acqua reclamato), formaggio alla griglia e vino per tutti, per continuare una battaglia decisiva per la sopravvivenza del fiume Toscolano, che un tempo scorreva gonfio d’acqua e impetuoso e oggi muore nell’indifferenza delle istituzioni.
Sulla questione del Deflusso minimo vitale (DMV) nei giorni scorsi aveva preso ufficialmente posizione anche il Comune: «L’Amministrazione comunale ritiene 174 l/s la quantità idrica minima inderogabile il cui rilascio deve immediatamente avvenire, stando alla normativa attualmente in vigore. 174 l/s subito, il resto nel più breve tempo possibile».
Ma secondo i pescatori, di acqua nel fiume non ne viene rilasciata. Di certo non ne vengono rilasciati 174 l/s, quantità peraltro considerata persino inadeguata al contesto del Toscolano.
Da qui l’idea della protesta in alveo dell’associazione La Fario Zps – presente con segretario Diego Almici, Paolo Maria e altri soci – sostenuta anche dall’Unione Pescatori Bresciani e dalla omonima associazione bergamasca.
A sostenere i pescatori anche il ristoratore Riccardo Poli della Cascina Sant’Ambrogio, che ha «calato» dal ponte due bottiglie di rosso pregiato: «In attesa che Enel rilasci l’acqua, noi sosteniamo questa battaglia fornendo il vino».
Intanto si avvicina il periodo della risalita delle trote lacustri per la deposizione delle uova, ma senz’acqua il fenomeno potrebbe non verificarsi, vanificando così i lavori del progetto di pulizia e sistemazione dell’alveo, finanziato con 250mila euro da Fondazione Cariplo.
Restano senza risposta le domande avanzate qualche giorno fa dal consigliere comunale Davide Boni, che riproponiamo:
- qualcuno può affermare che ad oggi dalla diga di Ponte Cola vengono rilasciati nel fiume Toscolano 174 l/s, pari a ciò che la normativa prevedeva come inderogabile componente idrologica del DMV da rilasciarsi a partire dall’01/01/2016?
- qualcuno può affermare che la Provincia di Brescia, Ufficio Acque, abbia chiuso nei termini previsti l’istruttoria necessaria a dare una risposta ad Enel circa il Progetto di turbinamento del DMV, come presentato attraverso VIA?
- qualcuno può affermare che Regione Lombardia ha adempiuto agli obblighi previsti dalla normativa deliberando in merito ai coefficienti correttivi da applicarsi alla componente idrologica del DMV, necessari a rendere la quantificazione dell’ammontare del deflusso minimo vitale più coerente al contesto?
- qualcuno può affermare che il Parco Alto Garda Bresciano abbia prodotto documentazione tesa a dimostrare l’urgenza di rilascio del DMV?”
Come detto, un fiume senz’acqua pregiudica la sopravvivenza ecologica del fiume stesso e la risalita delle trote lacustri per la deposizione delle uova, un fenomeno, chiamato “homing”, che nel lago di Garda ormai si verifica soltanto qui e nel Sarca (leggi qui per saperne di più).
Nella campagna di sensibilizzazione a sostegno della trota lacustre i pescatori avevano tempo fa coinvolto anche il cantautore bresciano Piergiorgio Cinelli, che ha realizzato una versione bresciana di uno dei lieder più conosciuti di Schubert, “Die forelle”, ovvero “la trota”.
Ecco il videoclip girato in Valle delle Cartiere.
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