«Il progetto non è messo in discussione. Il Governo continua ad essere favorevole all’opera». Dice solo questo, e certo non è poco, Giovanni Peretti, al termine della riunione della cabina di regia convocata martedì 9 al ministero dell’Ambiente.
Una buona notizia quella divulgata dal presidente di Garda Ambiente, l’associazione temporanea di scopo costituita da 35 Comuni gardesani per sostenere il progetto del nuovo sistema di depurazione. Una notizia che spazza via i timori che il governo Lega-M5S potesse mettere in discussione l’opera impostata con il ministro Gian Luca Galletti del Governo Gentiloni, che proprio un anno fa giunse a Salò (qui la notizia) per ribadire il suo appoggio all’opera con 100 milioni di finanziamento su un preventivo di 220.
Non aggiunge altro Peretti: «Al ministero ci hanno tirato le orecchie. Troppe discussioni sui giornali». D’ora in avanti bocche cucite, dunque. Anticipazioni e ipotesi sulla localizzazione del nuovo depuratore per la sponda bresciana non sono piaciute al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, rappresentato dal Direttore Generale Gaia Checcucci. «La tensione è alta – aggiunge Peretti -, siamo ad un passo dal riuscire a mettere in moto un’operazione fondamentale per il futuro delle nostre acque e non vogliamo che qualcuno ci scippi questa opportunità».
Nessuna rivelazione, dunque, sulle questioni tecniche che certamente a Roma sono state affrontate al tavolo ministeriale, cui hanno partecipato i direttori degli Aato di Brescia e Verona e i funzionari delle regioni Lombardia e Veneto, oltre ad Ats Garda Ambiente.
Si è trattato del secondo incontro della cabina di regia prevista dalla convenzione sottoscritta a dicembre 2017 da tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera. La prima, però, con il nuovo governo, dunque con un contesto politico decisamente diverso che, anche alla luce della contrarietà manifestata a livello locale dai pentastellati (più favorevoli all’ipotesi di tanti micro-depuratori comunali rispetto al progetto del mega-collettore che porta i reflui ad un unico impianto), poteva dare adito a preoccupazioni circa la volontà politica del ministero di proseguire con il lavoro impostato dal precedente Governo.
Così non è, secondo quanto riferisce il presidente di Ats. Certo è che il polverone suscitato dall’ipotesi di collocare a Muscoline il depuratore bresciano, contro cui si è levata la ferma contrarietà del sindaco Davide Comaglio, ha destato qualche preoccupazione al ministero. Da qui la richiesta a tutti gli enti coinvolti di muoversi sottotraccia. Nessuna comunicazione, quindi, neppure sulle altre ipotesi circa la collocazione del depuratore bresciano.
Si parla ancora di Visano, di Gavardo, di Lonato, appunto di Muscoline o del potenziamento dell’impianto di Peschiera. Ma nulla pare deciso. «Ogni decisione – dice Peretti – sarà resa nota tramite comunicati ufficiali, concordati con il ministero».
L’attuale sistema di depurazione fognaria dei comuni gardesani è vecchio di decenni e non regge più il carico cui è sottoposto. Il depuratore di Peschiera, dove arrivano sia i reflui della riviera bresciana che quelli veronesi, è sottodimensionato (ha una capacità di 330mila abitanti equivalenti) e quando piove, per non andare in tilt, il sistema scarica acque nere nel lago.
Le tubazioni sono vecchie e le condotte che corrono sul fondo del lago sono prossime al fine vita. Urge, insomma, un nuovo e più efficace sistema.
Quello immaginato dagli enti gestori (Acque Bresciane e Azienda Gardesana Servizi per il veronese) prevede il rifacimento del collettore attorno al lago, l’utilizzo dell’impianto di Peschiera per il trattamento dei reflui provenienti dal Garda veronese (più Desenzano e Sirmione) e la realizzazione di un nuovo depuratore per la sponda bresciana, che secondo i tecnici dovrebbe trovare posto lungo l’asta del Chiese.
Gli elementi principali del progetto, oltre al nuovo depuratore bresciano, sono il collettore sull’alto lago veronese (39,07 km) da Navene a Brancolino, quello sul basso lago veronese (65,85 km) da Brancolino a Peschiera e il collettore bresciano, da Gargnano al nuovo depuratore (Tremosine e Limone hanno già un loro mini-depuratore). Per fare tutto ciò servono 220 milioni, tra nuove tubazioni, impianti di trattamento e di sollevamento (100 arriveranno dal Governo, il resto da territorio, ovvero dalle bollette del servizio idrico, in parte forse dall’imposta di soggiorno e, ci si augura, dalla Regioni)
Ma sulla localizzazione dell’impianto di trattamento dei reflui bresciani sembra non si riesca a trovare un accordo. Tutti vogliono depurare i reflui ma nessuno vuole il depuratore sul proprio territorio.
È questo il vero nodo da sciogliere. Tramontata l’ipotesi Visano, ieri è emersa l’idea Muscoline. Subito bocciata dal sindaco Davide Comaglio, che l’ha definita «un’ipotesi assurda e insostenibile».
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