Il depuratore si sdoppia, previsti impianti a Montichiari e Gavardo

LAGO DI GARDA - L'Ato di Brescia ha scelto. L'impianto che dovrà trattare i reflui della riviera bresciana avrà depuratori a Montichiari (per il basso lago, tranne Desenzano e Sirmione che continueranno a confluire a Peschiera) e a Gavardo o Muscoline. Intanto a Lazise c'è stato un convegno per porre al centro il ruolo delle Istituzioni Europee.

Un depuratore a Montichiari cui faranno riferimento il basso e medio lago e uno a Muscoline o Gavardo per trattare i reflui dei paesi dell’Alto lago, da San Felice a Tignale. Con le acque depurate che confluiranno nel Chiese.

I sindaci dei paesi prescelti per ospitare gli impianti non ci stanno e annunciano battaglia, ma pare questo lo scenario ormai scelto da Ato tra il ventaglio di cinque ipotesi individuate dall’equipe del professor Giorgio Bertanza dell’Università di Brescia nello studio realizzato per conto di Acque Bresciane: l’adeguamento del depuratore di Peschiera; la realizzazione di un depuratore a Lonato; la realizzazione di un depuratore a Montichiari; il potenziamento dell’impianto di Visano; il potenziamento del depuratore di Montichiari e la costruzione di un nuovo impianto a Muscoline o a Gavardo.

«Possiamo dire che si tratta di una scelta ufficiale – ha dichiarato al Giornale di Brescia Marco Zemello, direttore dell’Ato di Brescia – quantomeno per la parte che riguarda Montichiari. E questo è un primo passoessenziale visto che siamo controllati a vista dal Ministero che non pare propenso a tollerare ulteriori ritardi (ci sono in ballo i famosi 100 milioni stanziati dal ministero, ndr). Ci resta un po’ di tempo per capire come comportarci per l’Alto Garda, ma stiamo già lavorando in questo senso».

Ora non resta che convincere i sindaci, che annunciano barricate. D’altra parte una decisione andava ufficializzata, visto durante l’ultimo incontro al ministero ad Ato e Acque Bresciane era stato dato tempo sino alla fine di ottobre per individuare la soluzione progettuale.

La partita è aperta e si gioca sul tavolo delle strategie politiche. Scrive Rosario Rampulla sul Giornale di Brescia: “Fuori dall’ufficialità di studi e dichiarazioni, c’è un «convitato di pietra» al tavolo della depurazione, A2A, proprietaria dell’impianto di Montichiari che andrebbe ampliato («e l’ampliamento – evidenzia Zemello – non richiederebbe l’esproprio di altre aree o un maggior ingombro rispetto all’impianto attuale») e prossima a realizzare a Gavardo un depuratore da 36mila abitanti equivalenti. La domanda è: se c’è già un impianto progettato (frutto di un iter slegato dal maxi-depuratore gardesano) avrebbe senso costruirne un altro nella confinanteMuscoline? In attesa di conferme ufficiali, la sensazione è che si vogliano aprire le porte ad A2A e ad un suo coinvolgimento diretto nel progetto gardesano. Voci, per ora, ma tutt’altro che campate… in acqua”.

Il collettore sublacuale che porta i liquami fognari dalla riviera bresciana a quella veronese.

 

Il nuovo collettore del Garda per il risanamento idrico e ambientale nel collegamento Lago di Garda, bacino del Po e Adriatico – Il ruolo attivo del Parlamento Europeo

 

Un convegno a Lazise. Azienda Gardesana Servizi e Acque Bresciane hanno organizzato un incontro dedicato al nuovo Collettore del Garda per mettere in evidenza il valore europeo dell’infrastruttura.

Al convegno, hanno partecipato il presidente di Azienda Gardesana Servizi Angelo Cresco e quello di Garda Uno Mario Bocchio, l’europarlamentare croato Ivan Jakovčić che è relatore al Parlamento Europeo per la macro strategia Adriatico – Ionica, gli europarlamentari Luigi Morgano e Damiano Zoffoli, membro della Commissione per l’Ambiente e la Sanità pubblica, e gli onorevoli Davide Bendinelli, Alessia Rotta e Vania Valbusa, oltre al presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello e a molti sindaci e amministratori della sponda veronese e bresciana del lago.

L’incontro si intitola “Il nuovo collettore del Garda per il risanamento idrico e ambientale nel collegamento Lago di Garda, bacino del Po e Adriatico – Il ruolo attivo del Parlamento Europeo” e pone al centro del dibattito la rilevanza che il nuovo collettore del Garda ha per la tutela dell’ambiente a livello comunitario.

“Riteniamo – sottolinea Angelo Cresco, presidente di Azienda Gardesana Servizi – che migliorare la qualità delle acque del Garda, grazie alla miglior depurazione, non significa solo difendere e tutelare l’ambiente del nostro lago, ma vuol dire incidere sulla qualità ambientale di un territorio molto più ampio. Le acque del Garda, infatti attraverso il Mincio, entrano a far parte del bacino del Po e poi sfociano nell’Adriatico”.

 

Proprio per questo è stato coinvolto l’europarlamentare croato Jakovčić che è relatore al Parlamento Europeo per la macro strategia Adriatico – Ionica ed è impegnato in progetti di tutela e risanamento del Mar Adriatico. Lo stesso Jakovčić ha commentato: “Oggi parliamo di strategia Adriatico-Ionica, strategia di cui l’Italia fa parte. E soprattutto il Lago di Garda e il Veneto, sono il punto forte di questo programma. Per questo dobbiamo parlare di come proteggere l’ecosistema e la vita sul Lago, dobbiamo affrontare due temi, l’ambiente e il turismo sostenibile, che sono due pilastri importanti della strategia comunitaria. L’Europa – ha concluso Jakovčić – dalla sua parte sta già sostenendo e deve continuare a sostenere questi progetti anche economicamente. Penso a finanziamenti a fondo perduto o ad investimenti, le soluzioni ci sono e il Parlamento Europeo è aperto a questi investimenti”.

“Garantire che le acque del nostro lago siano più pulite – ha chiarito il presidente Cresco – significa incidere sulla salvaguardia di un’ampia area di interesse europeo con benefici per tutti i Paesi che si affacciano sul mare Adriatico. Per questo l’Unione Europea deve assumersi le proprie responsabilità per la realizzazione del nuovo collettore. Ciò che stiamo realizzando sul Garda va a beneficio anche di altri Paesi, quindi, è giusto che il costo della realizzazione dell’opera non ricada solo su questi territori, ma sia condiviso e sostenuto dall’Unione Europea. L’impegno degli europarlamentari italiani deve andare in questo senso: è importante che facciano squadra per reperire gli opportuni finanziamenti a favore di un’opera di importanza comunitaria”.

Per Mario Bocchio, presidente Garda Uno: “Il lago è da considerarsi un elemento imprescindibile di unità tra due percorsi distinti, quello bresciano e quello in sponda veronese. Due progetti di riqualificazione che derivano da un’unica esperienza positiva pluridecennale, carichi di positivi propositi ambientali e che permetteranno una tutela generale delle acque del Lago di Garda, mettendo le fondamenta ad una conservazione futura del bacino idro-potabile più importante d’Italia”.

Importante momento in occasione dell’incontro europeo di oggi della firma del presidente della Provincia, Antonio Pastorello e del Consiglio di Bacino dell’Ato Veronese, Claudio Melotti, per il protocollo d’intesa tra provincia di Verona e Consiglio di Bacino dell’Ato Veronese per l’assegnazione di 1 milione di euro al Consiglio di Bacino Veronese quale partecipazione da parte della provincia di Verona alla spesa di 88 milioni di euro. “Ringrazio il presidente della Provincia di Verona Pastorello che nonostante le difficoltà economiche in cui si dibattono le province sa causa di una riforma a mio avviso sbagliata, ha trovato la forza di mantenere l’impegno che si era assunto. – il commento del presidente AGS, Angelo Cresco – Oggi si è firmato un accordo che porta al collettore un milione di euro, un ulteriore tassello per la sua realizzazione”.

Soddisfatto anche Giovanni Peretti, presidente Ats: “Ringraziamo il presidente Pastorello che è stato di parola. Questo milione di euro rappresenta un altro mattoncino che si aggiunge al progetto del collettore e ci porta verso il nostro obiettivo, un altro potrebbe arrivare dai contributi europei”.

 

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