Presentato il progetto del teatro di Salò. Ecco come sarà
SALO' - Presentato a Salò il progetto di restauro del vecchio teatro comunale. Opera al via nel 2019 con il primo lotto da 1,5 milioni. Obiettivo fine lavori in tre anni. investimento da 7 milioni.
Tre anni per alzare il sipario sul rinato teatro comunale, un gioiellino progettato dall’architetto milanese Achille Sfondrini, inaugurato nel 1873 con il Rigoletto di Verdi e in abbandono dagli anni Sessanta del secolo scorso.
È l’obiettivo di Gianpietro Cipani, sindaco a fine mandato ma già pronto a ricandidarsi. «Un progetto complesso – dice Cipani – sotto il profilo tecnico-edilizio ma anche economico».
Per dare attuazione all’operazione, presentata venerdì 26 ottobre ai salodiani in una Sala dei Provveditori gremita, servono 7 milioni di euro. Tre, necessari per i primi due lotti, sono già finanziati grazie agli oneri dovuti da Tavina Spa nell’ambito dalla convenzione per la realizzazione del nuovo stabilimento.
Il primo lotto, per un investimento di 1 milione e 480mila euro, prenderà il via a inizio 2019 e sarà sostanzialmente dedicato alle opere strutturali. Ma non solo.
«Già il primo lotto – spiega il responsabile dell’ufficio tecnico, arch. Anna Gatti – sarà funzionale a una parziale riapertura dell’immobile, il foyer e la platea, per visite o piccoli eventi».
Una fruibilità provvisoria con una funzione divulgativa e promozionale, per restituire il teatro alla conoscenza e alla disponibilità del pubblico, per raccogliere consensi attorno al suo recupero e intercettare manifestazioni d’interesse a sostegno dell’opera.
Come si vede nell’immagine qui sopra e nelle due successive, il teatro di Salò ha subìto negli anni in cui ha funzionato alcuni interventi di adeguamento e rifacimento dell’allestimento. Realizzato nel cosiddetto stile barocchetto a fine Ottocento, negli anni Quaranta è stato oggetto di una rivisitazione liberty e negli anni Cinquanta in una semplificazione decorativa.
Con la Soprintendenza si dovrà individuare la stile al quale ispirare il nuovo progetto.
«Entro la primavera – dice Cipani – finanzieremo il secondo lotto, di importo pari al primo, sempre utilizzando oneri dell’operazione Tavina».
Stesso sistema di finanziamento potrà essere individuato per i lotti successi, «da affidare al privato – dice Cipani – a scomputo oneri delle grandi opere urbanistiche previste nei prossimi anni».
Al restauro lavora un team di esperti, coordinati dagli architetti Mauro Salvadori ed Ermes Barba. Nel team ci sono gli arch. Guido Dallamano e Daria Dallamano (progetto architettonico), gli ing. Giovanni Ziletti e Alessandro Ziletti (Progetto impianti e VVF), l‘ing. Gianpietro Avanzi (progetto strutturale), Benedetto Carron (progetto apparato scenico), arch. Giovanni La Porta (progetto acustico).
«Oltre il restauro di un edificio di pregio storico – dice Salvadori -, l’obiettivo è la creazione di un contenitore polivalente di grande flessibilità».
Il progetto prevede la creazione di un teatro da 577 posti a platea completa, un palco di 11 metri per 22, un golfo mistico con spazio per 52 orchestrali, camerini, cameroni, foyer, uffici di gestione, ridotto e caffetteria.
«Dopo l’apertura del MuSa, il museo di Salò, e la prossima inaugurazione del palazzo della Cultura – conclude Cipani – il teatro sarà l’atto conclusivo del progetto di valorizzazione culturale della nostra città».
Sarà un teatro che dovrà adattarsi a diversi utilizzi. Quelli del teatro tradizionale: teatro di prosa, opera lirica ad orchestra ridotta, opera lirica ad orchestra completa, balletto (anche con orchestra), concerti classici e sinfonici.
Ma dovrà anche essere adeguato alle nuove funzioni: teatro contemporaneo (danza, musical, prosa, performance, …); musica jazz (concerti, rassegne, Festival, …); masterclass teatrali, musicali, di danza; congressi, convention, incontri pubblici; musica leggera; feste, balli, veglioni (anche con orchestra); eventi nel Ridotto; caffetteria (ad apertura anche indipendente).
Ovvio che la vera sfida sarà la gestione, non tanto il recupero, pur complesso, dell’edificio.
Un rendering progettuale.
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