Fugatti scrive a Conte: richiesto lo Stato di emergenza per il Trentino

Ammonta a circa 100 milioni il danno patito da foreste e agricoltura, 25 dalle strade, 5 dagli impianti sciistici, e più di un centinaio da soggetti pubblici e privati (famiglie e imprese) a causa della pioggia, del fango e degli scoperchiamenti.

La stima delle sofferenze patite dal territorio trentino, peraltro non esaustiva – ad essa si aggiungeranno la spesa per la ricostruzione del patrimonio forestale andato perduto, circa 7000 ettari di bosco, calcolata in 50 milioni di euro, il mancato guadagno derivante da questa perdita, “spalmato” sui prossimi 60 anni, ed i danni subiti dalle reti pubbliche, ancora in fase di definizione – è contenuta nella lettera inviata in queste ore dal neo presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, con la richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza.

Mercoledì si riunirà infatti il Consiglio dei Ministri, per decidere come sostenere i territori maggiormente colpiti dal maltempo: lo Stato di emergenza è condizione necessaria per poter accedere ai fondi statali eventualmente stanziati per la ricostruzione.

La Provincia Autonoma di Trento ha anche deciso di sospendere la riscossione del saldo Imis di dicembre nei Comuni più sofferenti. Continuano intanto alacremente gli interventi su tutto il territorio provinciale, per ripristinare la viabilità, riparare i danni alle infrastrutture e non da ultimo garantire il regolare avvio della stagione invernale e lo svolgimento delle grandi manifestazioni previste prossimamente, come il passaggio del Giro d’Italia e la Marcialonga.

Nei prossimi giorni il presidente Fugatti convocherà infine anche le categorie economiche e sociali per concertare le misure necessarie per favorire la ripresa produttiva.

 

Vediamo in breve sintesi quali sono le voci considerate per arrivare a formulare al Governo una stima dei danni patiti dal Trentino in circa 250-300 milioni.

Per la sua quantificazione è stato necessario tener conto dei costi per ripristinare le condizioni preesistenti i danni immediati causati dal maltempo a soggetti pubblici e privati, dei costi delle opere da realizzare nel medio periodo e dei mancati guadagni determinati dalle perdite subite.

Foreste, agricoltura e bacini montani: 90/100  milioni (calcolando 2 milioni di metri cubi di alberi schiantati, 4 volte il prelievo provinciale annuo, che comportano circa 60 milioni di mancati introiti causati dal deprezzamento  del legname e dai costi di rimozione, a cui si aggiungono 10 milioni per il ripristino delle strade forestali, 5 milioni di danni in agricoltura, su stalle malghe, pescicolture ecc. e 12 milioni di danni patiti dai bacini montani). I boschi sono per il 70% di proprietà pubblica (Comuni, Asuc, Regole e altre gestioni collettive) e per il 30% privata. Dei 2 milioni di alberi schiantati, l’ipotesi è di riuscire ad immeterne sul mercato almeno il 50 per cento. I Comuni maggiormente coinvolti sono quelli delle valli di Fiemme e Fassa, del Primiero, del Pinetano, dell’altipiano Vezzena-Grigno. Una apposita task force, di cui farà parte anche il Consorzio dei Comuni, assieme alle strutture tecniche della provincia, si occuperà della gestione delle varie fasi della gestione dell’emergenza e del ripristino del patrimonio boschivo.

Infrastrutture: danni per circa 25 milioni, quasi esclusivamente concentrati sulla viabilità (117 gli interventi realizzati, 60 quelli già conclusi, la maggior parte sarà terminata entro fine novembre). La problematica più complessa si registra in Val Cadino, dove verrà realizzata una viabilità provvisoria per la rimozione del legname, per un costo previsti di circa 2 milioni di euro (che potrà essere utilizzata anche per il Giro d’Italia).

Piste e impianti per la neve: 5 milioni di danni causati dal maltempo, di cui 1,3 circa a carico di Trentino Sviluppo relativi a piccoli impianti.

Danni economici a pubblici e privati (abitazioni, imprese e attività economiche): è ovviamente una delle voci più rilevanti e di maggiore impatto sulle comunità colpite dall’emergenza. Le prime stime sono di oltre 100 milioni di euro di cui 50-60 ai privati (20 concentrati solo a Dimaro) per colate detritiche provocate dalle piogge e scoperchiamenti causati dal vento. Sul piano tecnico-procedurale, per i rimborsi di parte provinciale sarà applicato il metodo già utilizzato a Moena, a partire dalle perizie dei danni realizzate dai privati e presentate dagli interessati al Comune di riferimento. Ulteriori specifiche necessarie al fine di rendere la decisione operativa verranno  decise a breve.

A questo quadro si aggiunge la sospensione del saldo Imis di dicembre, che riguarda circa il 50% del dovuto. la decisione riguarderà gli ambiti effettivamente colpiti dall’alluvione. Andranno perciò individuati i comuni maggiormente colpiti. La sospensione verrà decisa  dalle Giunte comunali interessate e comporterà un differimento  del versamento dell’imposta, fino a 6 mesi.

Infine, si ricorda che con una specifica ordinanza provinciale emanata nei giorni scorsi la Provincia ha impartito indicazioni ai Comuni per lo stoccaggio provvisorio sul proprio territorio dei materiali derivantib dagli interventi di emergenza.

 

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GardaPost