Cipani sulla depurazione: il Garda è di tutti, meno campanilismi

LAGO DI GARDA - Lettera aperta del sindaco di Salò,  Giampiero Cipani, che è anche vicepresidente del Comitato di gestione di Garda Ambiente ATS, sul progetto del nuovo sistema di depurazione del Garda. 

Cipani ricorda che gli esperti dicono che le acque depurate vanno scaricate in un corpo recettore in movimento, cioè in un fiume, e che lo scarico nelle acque ferme di un lago (che peraltro rappresenta il 40% della risorsa d’acqua dolce nazionale) non è ambientalmente sostenibile.

«Siamo tutti nella stessa barca: Gardesani, Valsabbini, Valtenesini», dice Cipani, augurandosi che lo «spirito di solidarietà prevalga sui campanilismi» e chiedendo all’ATO, che ne ha la competenza, di fare in fretta perché non c’è più tempo.

Ecco la lettera di Cipani, pubblicata sull’edizione odierna del Giornale di Brescia .

“Desidero intervenire nel dibattito che si è aperto negli ultimi mesi tra Sindaci e Amministratori Locali in ordine al tema della depurazione e del collettamento del lago di Carda. Da parte di alcuni colleghi di aree limitrofe a quella gardesana ho percepito, soprattutto in occasione del recente incontro tenutosi in Regione Lombardia il 18 gennaio scorso, un approccio al problema fortemente condizionato da sentimenti campanilistici che, seppur emotivamente comprensibili, non mi sembrano ragionevolmente giustificati né giustificabili.

L’approccio di questi colleghi al problema è il seguente: «Gardesani tenetevi i Vostri reflui, scaricateveli sul Vostro territorio e non sul nostro. Noi non ci vogliamo far carico di un problema che è Vostro». Inutilmente è stato spiegato loro, (non dalle forze politiche, ma dai tecnici, dai docenti universitari e non solo), che affinché il processo di smaltimento dei reflui depurati non danneggi in alcun modo l’ambiente, è necessario che esso si concluda scaricando le acque depurate all’interno di un corpo recettore in movimento, vale a dire un corso d’acqua quale un fiume, un torrente, un canale. Inutilmente è stato spiegato loro che il territorio gardesano non ne è dotato, e lo scarico nelle acque ferme del bacino lacustre non è ambientalmente sostenibile.

Inutilmente è stato spiegato che il processo di depurazione non solo non danneggia il territorio ma, consente, se correttamente completato, di utilizzare l’acqua depurata per l’irrigazione dei campi (nel Mantovano da decenni i campi vengono irrigati con l’acqua che proviene dall’impianto di Peschiera).

Inutilmente è stato spiegato, in termini più generali, che un impianto di depurazione con i criteri che oggi ne consentono la realizzazione, non è assolutamente inquinante per il territorio che lo ospita. Il 18 gennaio in Regione Lombardia, ATO (Ambito Territoriale Ottimale) e la società Acque Bresciane (Gestore unico del servizio idrico integrato) hanno messo a disposizione di tutti quegli Amministratori locali che si intendono coinvolgere nel processo di depurazione, una relazione molto dettagliata, del tutto esauriente, individuando le località e le modalità tecniche, economiche ed ambientali corrette e compatibili al fine di realizzare un sistema di depurazione del lago di Garda in grado di togliere di mezzo rapidamente l’attuale condotta sub-lacuale, ormai fortemente deteriorata, ed evitare il rischio ormai certificato di un disastro ambientale di dimensioni apocalittiche.

Il progetto proposto da ATO e dal gestore è certamente sostenibile ed è, di fatto, il risultato di un lavoro intelligente che ha tenuto conto delle più approfondite indicazioni tecniche svolte dall’Università di Brescia. Malgrado questo, però, prevale ancora da parte di alcuni sindaci «non gardesani» il principio di cui sopra: «I reflui depurati sono Vostri e Ve li tenete. Siamo pronti a fare le barricate, a costituire nuovi comitati, ad alzare barriere insormontabili a difesa del nostro territorio!».

Ai colleghi, (che mi sforzo di capire, soprattutto in questo momento in cui devono affrontare una impegnativa campagna elettorale…), mi limito a dire che il Garda non è il territorio dei Gardesani, ma è anche il loro territorio, un ambito che, se non salvaguardato, provocherà danni inimmaginabili non solo ai paesi che vi si affacciano, ma soprattutto, ai loro paesi. Non intendo e non voglio citare nominativamente le tante comunità che con le loro realtà economiche, e non solo economiche, gravitano intorno al Garda ed alla sua fiorente economia, traendo dal suo buono stato di salute il loro altrettanto buono stato di salute e, naturalmente, viceversa.

Il sindaco di Salò, Giampiero Cipani.

 

Siamo tutti nella stessa barca: Gardesani, Valsabbini, Valtenesini, sia che ci si trovi sull’asse del Chiese, sia che si stia sulle rive del Garda. D’altra parte, che il problema della salute del bacino idrico più importante d’Italia (e tra i più importanti d’Europa), non sia soltanto una questione dei Comuni Gardesani, lo dimostra il fatto che il Ministero dell’Ambiente a livello nazionale, non la Regione, non la Provincia, abbia messo a disposizione le ingentissime risorse economiche per risolverlo.

Ma, anche a prescindere da quanto sopra, consentitemi di formulare alcune riflessioni ulteriori con riferimento a quel principio, eufemisticamente parlando, «fastidioso» secondo cui «I reflui sono Vostri – Teneteveli». I Sindaci gardesani, alla stessa stregua, alcuni mesi fa avrebbero potuto dire no (e non l’hanno fatto) all’ATO e alla Provincia di Brescia che chiedeva di conferire ad Acque Bresciane il servizio idrico integrato gestito per loro da Garda Uno (la loro partecipata). Avrebbero potuto dire: «Arrangiatevi, i nostri acquedotti sono a posto, quelli di tanti Comuni bresciani che fanno parte di Acque Bresciane, invece, sono sotto “infrazione a livello comunitario” e hanno necessità di interventi manutentivi straordinari costosissimi a differenza dei nostri. Perché dovremmo accollarci i Vostri problemi?». I Sindaci gardesani, alla stessa stregua, anni orsono, avrebbero dovuto opporsi ad entrare a far parte dell’ATO bresciano, che identifica il suo territorio con quello della Provincia, e pretendere un ATO interregionale che contemplasse solo il territorio del lago coinvolgendo territorialmente Trentino e Veneto. Avrebbero potuto farlo e non l’hanno fatto…

II Garda, l’Alto Garda in particolare, in nome di una sensibilità che si ispira a sacrosanti principi di solidarietà, ha sempre dato la sua disponibilità (o, quantomeno, gli si è imposto di darla) sacrificando, molto spesso, servizi importanti, storicamente presenti sul suo territorio, a favore delle Comunità confinanti, si pensi soltanto, per fare l’esempio più eclatante, alla Sanità e al tema dell’Ospedale di Salò. Ci auguriamo, quindi, che questo «spirito di solidarietà» prevalga sui campanilismi e chiediamo all’ATO, che ne ha la competenza, di fare in fretta perché non c’è più tempo e perché è giusto che chi si è assunto degli impegni, li mantenga e se ne assuma la responsabilità.

depuratore
Gli impianti del depuratore di Peschiera.

 

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