A Limone è nato il primo mutante delle apolipoproteine umane (apo AI-Milano, gene Limone). Sono attualmente portatori certificati circa 40 limonesi oltre a 7-8 ex-limonesi residenti in varie sedi Italiane ed alcuni all’estero (il primo a cui fu riscontrata la mutazione fu Valerio Dagnoli, scomparso lo scorso 7 dicembre: leggi qui la sua storia).
Il 1° marzo 2019 alla ore 20.00 presso il Centro Congressi “Daniele Comboni” verrà presentata la nuova equipe destinata a seguire i Limonesi e non Limonesi portatori del mutante. Parteciperanno all’incontro il Prof. Cesare Sirtori, decano delle ricerche sull’apo AI-Milano (nella foto sopra) e i membri della nuova equipe: i Proff. Marcello Rattazzi e Nicola Ferri dell’Università di Padova; Prof.ssa Laura Calabresi, Dott. Massimiliano Ruscica e Dott.ssa Chiara Pavanello dell’Università di Milano.
La nuova equipe ha obiettivi molto ambiziosi di indagine. Di recente l’apo AI-Milano si è dimostrata uno strumento di grande efficacia nel trattamento dello scompenso cardiaco, per ora nell’animale da laboratorio. Il Prof. De Gest dell’Università di Lovanio ha dimostrato che animali con scompenso cardiaco traggono grande beneficio da ripetute iniezioni del prodotto mutante. Si attendono dati clinici a supporto di questa possibile terapia, per la malattia del cuore a più alta crescita nel mondo.
E’ nata anche la possibilità di somministrare l’apo AI-Milano in un latte geneticamente modificato, come dimostrato dal Prof. Giovannoni dell’Università di Pisa. Anche in questo caso in piccoli animali si è vista una forte riduzione delle placche di arteriosclerosi. Questo tipo di trattamento potrebbe ridurre il costo della terapia HDL, per ora ancora eccessivamente elevato.
L’equipe è formata da esperti di alto prestigio in settori diversi. Il Prof. Rattazzi clinico ed immunologo, è interessato al grande mistero dei limonesi. Perché i portatori del mutante vivono più a lungo e hanno meno malattie vascolari? Per altre popolazioni, come quella dell’Ogliastra in Sardegna, si propone qualcosa di simile, ma i residenti non sono ben caraterizzati come i limonesi. Ci si propone di studiare, a distanza di tempo, quali siano state le effettive modificazioni cardiovascolari strutturali e funzionali verificatesi nella popolazione studiata in precedenza. I portatori saranno sottoposti a un nuovo studio cardiovascolare completo, comprendente analisi della funzione endoteliale, determinazione del danno vascolare periferico (carotidi e arti inferiori) oltre a studio della funzione cardiaca e degli apparati valvolari.
L’allungamento della vita chiama spesso in causa fenomeni immunitari. Quando si parla di HDL si pensa soprattutto al loro ruolo nel trasporto inverso del colesterolo dai tessuti periferici al fegato, ma negli ultimi anni queste lipoproteine hanno dimostrato un ruolo importante nella modulazione della risposta immunitaria. Le HDL sembrano proteggere dalle malattie autoimmuni e da altre patologie caratteristiche dell’invecchiamento. Lo studio del sistema immunitario nei portatori della variante apoA-I Milano consentirà di meglio studiare i meccanismi protettivi delle HDL ed eventualmente fornire strategie innovative per il trattamento di patologie caratterizzate dall’attivazione cronica di questo sistema, come le malattie croniche articolari ed anche lo sviluppo dei tumori.
Dal sangue dei portatori si può infatti analizzare il contenuto di colesterolo nelle cellule dendritiche, responsabili della risposta immunitaria, in relazione alla loro capacità di attivare i linfociti protettivi T CD4+. Sarà questa la soluzione del mistero di Limone sul Garda? La nuova, ambiziosa equipe, si mette al lavoro con obbiettivi di prestigio.
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