Il teleriscaldamento a freddo per… scaldare gli edifici pubblici

SIRMIONE - La nuova tecnologia applicata agli edifici pubblici consentirà di riqualificare energeticamente gli impianti di produzione calore, utilizzando fonti energetiche rinnovabili in modo semplice, veloce e non invasivo.

La sostenibilità ambientale di Sirmione è un valore che l’Amministrazione Comunale da sempre persegue e cerca di raggiungere attraverso operazioni di diverso genere volte ad abbracciare ambiti differenti: parcheggi che incentivano l’utilizzo dei mezzi elettrici per raggiungere il centro storico, miglioramento della viabilità, arredo urbano particolarmente curato, illuminazione ecosostenibile, attenzione alla salubrità delle acque…

“Oltre a ciò che abbiamo già messo in atto finora, riteniamo che sia indispensabile, al fine di salvaguardare davvero il nostro territorio, sfruttare l’innovazione tecnologica per ottenere il massimo delle performance nel totale rispetto dell’ambiente” racconta il vicesindaco Luisa Lavelli .

Ecco perché abbiamo sposato il progetto del teleriscaldamento a freddo. Una tecnologia che, grazie a Sirmione Servizi, verrà applicata agli edifici pubblici della nostra città, a partire dalle nuove scuole e dalla nuova palestra. Queste operazioni ci permetteranno di riqualificare energeticamente gli impianti di produzione calore utilizzando fonti energetiche rinnovabili in modo semplice, veloce e non invasivo”.

Tutto questo è possibile grazie all’operato della partecipata del Comune Sirmione Servizi che, insieme a Cogeme (società impegnata sui temi dell’efficienza energetica), ha ideato e realizzato il progetto.

La conferenza stampa di presentazione del progetto.

 

Come funziona? È un complesso di tecnologie che – applicate attraverso un attenta progettazione – consentono il trasferimento della risorsa geotermica, o idrotermica, dalla zona di emungimento, stoccaggio e pompaggio, a quelle centrali termiche da riqualificare poste al servizio di stabili già esistenti, risolvendo le criticità tipiche legate all’utilizzo di fonti rinnovabili all’interno di centri storici, di zone con scarsità di spazi comuni, di contesti con vincoli di tutela paesaggistica, storica o architettonica o con aree soggette a rigorose zonizzazioni acustiche.

Quali gli ambiti potenziali? Per le aree geografiche caratterizzate da falde relativamente superficiali, piuttosto che da un importante reticolo di corsi d’acqua e bacini naturali, il “teleriscaldamento freddo” può rappresentare un modo semplice, veloce, non invasivo e “rinnovabile”, per qualificare energeticamente gli impianti di produzione calore di edifici pubblici, esistenti o da ristrutturare, utilizzando fonti energetiche rinnovabili. Attraverso lo sfruttamento geotermico e grazie ad una rete di distribuzione di acqua a 12-14 °C che fornisce l’energia geotermica o idrotermica alla pompe di calore ad alta temperature connesse, che a loro volta funzionano in modo efficiente e ecosostenibile.

Una risposta efficiente. È quindi una valida risposta alle esigenze di quei centri urbani medio-piccoli interessati all’efficientamento energetico del territorio, il cui conseguimento, per le limitate dimensioni del bacino d’utenza, non può trovare una favorevole risposta nel teleriscaldamento tradizionale, sia esso cogenerativo che alimentato da fonti rinnovabili. E’ altresì una valida risposta per quelle aziende che, senza dover impattare sul proprio ciclo produttivo, hanno la possibilità di ridurre i consumi energetici contribuendo alla valorizzazione di reflui a bassa e bassissima temperatura.

Giuseppe Marcotriggiano, presidente di Sirmione Servizi.

 

Sirmione: i possibili sviluppi

Il principale obiettivo è servire un primo distretto energetico costituito dagli edifici pubblici esistenti posti al servizio di municipio, biblioteca, palestra, scuola elementare e scuola media.

Il distretto energetico ha lo scopo di servire le necessità di riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria e raffrescamento estivo, derivando l’energia necessaria principalmente dalla fonte rinnovabile geotermica, costituita dall’acqua di prima falda, opportunamente stoccata, distribuita alle utenze servite e restituita alla medesima falda.

L’energia rinnovabile può facilmente integrarsi con altre fonti alternative presenti all’interno del distretto energetico, come ad esempio i reflui termici, non diversamente utilizzabili, provenienti da processi di raffreddamento di fonti termali e di celle frigorifere di supermercati e ristoranti.

Questo primo distretto energetico si può integrare perfettamente con le necessità termiche legate alla riqualifica energetica dell’esistente centro sportivo e del costruendo palazzetto dello sport, il quale, dovendo essere edificato ad “energia quasi zero” secondo la vigente legislazione energetica regionale, potrà beneficiare della fonte rinnovabile ed alternativa trasferita e dosata dalla rete di teleriscaldamento freddo.

Zero emissioni in atmosfera, scambi energetici fra le utenze, condivisione delle fonti energetiche alternative e rinnovabili: in altre parole un primo passo verso la pianificazione energetica urbanistica del territorio.

 

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