L’Italia e l’automobile: quanto è profondamente radicato nella storia dell’Italia il mito dell’automobile? Bastano quattro nomi per rispondere: Mille Miglia, Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari e Gabriele D’Annunzio.
La mostra fotografica che quest’anno per la nona volta percorrerà il mito dell’automobile in Italia attraverso le immagini storiche dell’Archivio Fotografico Negri oltre che alla “corsa più bella del mondo” sarà dedicata a tre grandi personaggi che hanno contribuito in modo sostanziale a creare il mito dell’automobile: Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari e Gabriele D’Annnunzio.
«Mille Miglia; qualcosa di non definito, di fuori dal naturale, che ricorda le vecchie fiabe che da ragazzi ascoltavamo avidamente, storie di fate, di maghi dagli stivali, di orizzonti sconfinati. Mille Miglia: suggestiva frase che indica oggi il progresso dei mezzi e l’audacia degli uomini. Corsa pazza, estenuante, senza soste, per campagne e città, sui monti e in riva al mare, di giorno e di notte. Nastri stradali che si snodano sotto le rombanti macchine, occhi che non si chiudono nel sonno, volti che non tremano, piloti dai nervi d’acciaio» (Giuseppe Tonelli, da: 100 macchine si lanciano da Brescia per le “Mille Miglia”, La Stampa, 27 marzo 1927)
90 anni fa, nel 1929, nasceva il mito di Enzo Ferrari che nove anni prima debuttava come pilota AlfaRomeo. Era un buon pilota e ottenne alcuni successi ma per motivi di salute non potè continuare a restare al volante e venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse collegata all’Alfa Romeo e destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari. Qualche anno dopo, nel 1932, sulle auto della sua scuderia apparirà il simbolo del cavallino rampante, lo stesso simbolo che Francesco Baracca portava sui suoi aerei. Fu la madre dell’aviatore che glielo consegnò: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna».
Tazio Nuvolari è il pilota per antonomasia: il suo coraggio, la sua tecnica, la sua follia, il suo sconfinato amore per la velocità sono leggendari. La 1000 Miglia del 1930 fu la prima gara a cui partecipò come pilota dell’Alfa Romeo. Da lì a poco entrò a far parte della Scuderia Ferrari e si affermò come uno dei più grandi piloti di tutti i tempi. Nel 1932 a Gardone Riviera (BS), luogo in cui viveva il famoso artista, avvenne lo storico incontro tra Nuvolari e D’Annunzio che regalò al pilota una foto dedicata e una tartarughina d’oro, accompagnata da una frase “all’uomo più veloce, l’animale più lento”. Quel dono divenne per il pilota un talismano che lo accompagnò durante il corso di tutta la sua carriera.
Gabriele D’Annunzio fu tra i primi a subire il fascino dell’automobile. Gabriele d’Annunzio ebbe un rapporto particolare e intenso con l’automobile, divenendone un appassionato sostenitore a tutti i livelli. Fu tra i primi a portare l’auto in ambito poetico-letterario, riuscendo con il suo prestigio artistico a influenzarne alcuni aspetti nella cultura di massa, come l’etimologia stessa del termine “Automobile” E’ celebre la querelle che lo contrappose ai Futuristi: Marinetti sosteneva la declinazione al maschile della parola automobile mentre D’Annunzio sostenne con forza la tesi opposta. E ancora oggi per noi l’automobile è un sostantivo femminile.
L’Italia del Mito: 1000 Miglia e Scuderia Ferrari
Immagini dall’archivio fotografico della Fondazione Negri
Palazzo Callas Exhibitions, 30 marzo – 30 giugno 2019
Inaugurazione sabato 30 marzo, ore 17.30
Orari di apertura: tutti i giorni 10:30-12:30 e 16:30-19:00
Venerdì e Sabato aperto fino alle 22:00 / Chiuso il Lunedì eccetto i festivi
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