Per la Giunta trentina il Comitato permanente d’intesa non serve

“Sarebbe imposto da una legge provinciale – dice Alex Marini – ma la giunta mi ha risposto che non serve un organo in più perché alle riunioni della Comunità del Garda partecipano già tutti gli enti interessati. I risultati, aggiungo io, purtroppo sono sotto gli occhi di tutti.

Il lago di Garda rappresenta un bene ambientale di inestimabile valore ed è l’elemento centrale per lo sviluppo turistico ed economico delle comunità che lo circondano. Peccato però che l’attenzione alla salute di uno degli specchi d’acqua più belli d’Europa lasci molto a desiderare ed esso risulti sotto costante minaccia da parte dell’uomo”.

Marini ricorda alcune ben note criticità: “La gestione del demanio lacuale evidenzia in maniera chiara l’inadeguatezza delle misure adottate per la predisposizione del bilancio di fosforo e azoto in relazione ai rischi di sversamento di collettamenti lunghi, sono possibili scariche di acque reflue fuori controllo, la cementificazione selvaggia delle aree verdi e rurali che circondano il Benaco ha prodotto la riduzione inesorabile delle zone tampone e filtro di inquinanti dei territori circostanti”.

Dice ancora Alex Marini: “La Legge (ad esempio il decreto del Presidente della Repubblica 616/1977) prevede che aree di particolare rilevanza turistica e ricreativa condivise da più Regioni, quale è il caso del Lago di Garda, siano da esse gestite in comune, anche tramite la forma consortile. Si tratta di funzioni importanti come ad esempio la navigazione, i porti, la rimozione di materiali sommersi, e via discorrendo. Per dare concretezza a tutte queste previsioni fu approvata la legge provinciale 9/2001 avente ad oggetto “Disciplina del demanio lacuale e della navigazione sul lago di Garda” la quale prevedeva la costituzione del Comitato permanente d’intesa (testo coordinato con Veneto e Lombardia). Esso è però rimasto solo sulla carta perché bloccato dalla Provincia di Trento. Le regioni Lombardia e Veneto hanno infatti, rispettivamente con d.g.r. n.1242 del 24.01.2014 e con d.g.r. 2091 del 17.10.2012, approvato l’Accordo Quadro interregionale tra Regione Lombardia, Regione Veneto, Provincia autonoma di Trento e Comunità del Garda ma la Provincia Autonoma di Trento non l’ha ancora ratificato”.

Conclude il consigliere 5 Stelle: “Al question time presentato martedì 9 aprile in aula (409/XVI) la Giunta ha risposto che non è mai emersa l’esigenza di avviare il comitato. A loro parere, siccome alle riunioni della Comunità del Garda partecipano tutti gli enti preposti e non si evidenzia un mancato coordinamento tra enti e quindi non serve istituire un ulteriore organo consultivo. La risposta – dice Marini – fa emergere una situazione piuttosto controversa, per non dire ambigua, che mette in risalto non solo l’incompleta attuazione delle leggi provinciali e statali ma anche la conseguente gestione ambientale di un luogo naturale di inestimabile valore tramite iniziative disgiunte e scoordinate. Per superare questa situazione di incertezza sarà impegno del sottoscritto promuovere iniziative congiunte con gli altri portavoce M5S veneti e lombardi per fare in modo che per la salvaguardia naturale del lago di Garda sia assicurata con provvedimenti ed iniziative concertate e più trasparenti”.

Vigneti sul Garda veronese.

 

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GardaPost