Perchè una panchina rossa per contrastare la violenza?
GARDA BRESCIANO - Oggi a Gardone, Toscolano, Lonato e San Felice l'inaugurazione di quattro panchine rosse, simboli per ricordare a tutti il fenomeno della violenza di genere, violenza sulle donne in quanto donne.
L’iniziativa è stata promossa dalle associazioni “Non solo 8 marzo” di Roè Volciano, “La Rosa e la Spina” di Villanuova sul Clisi, “I giorni” di Prevalle e delle Amministrazioni comunali di Lonato, San Felice del Benaco, Gardone Riviera e Toscolano Maderno.
“Anche quest’anno – spiegano le responsabili delle associazioni – abbiamo realizzato quattro nuove panchine rosse, dopo le sei dello scorso anno. Per noi che operiamo nelle associazioni che costituiscono da anni un osservatorio sul mondo femminile, impegnate a sostenere la cultura del dialogo e del rispetto verso le donne italiane e migranti, è molto importante aver realizzato questa panchina rossa, un simbolo, qui, nel nostro comune, per lasciare un segno indelebile e ricordare a tutti il fenomeno della violenza di genere, violenza sulle donne in quanto donne”.
La violenza di genere si può manifestare in molti modi:
- violenza psicologica che lede l’integrità emotiva e l’identità della donna
- la violenza economica che mira a ledere l’autonomia e la dignità della persona
- gli atti persecutori come lo stalking
- la violenza sessuale e la violenza fisica con la sua estrema conseguenza: il femminicidio.
La maggior parte delle violenze avvengono in famiglia. Ricordiamo che ciò comporta anche gravi conseguenze sui bambini che vi assistono, e in Italia abbiamo ormai migliaia di bambini e ragazzi orfani di femminicidio.
Oggi la violenza di genere rappresenta un vero e proprio fenomeno sociale i cui dati allarmanti sono stati messi in luce da numerose ricerche: tra il 2000 e il 2018 sono morte più di 3000 donne, una ogni 72 ore lo scorso anno.
A livello istituzionale dal 2011 in Europea con “La convenzione del consiglio di Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulla donna e la violenza domestica” i paesi membri hanno cominciato a dotarsi di strumenti giuridici adeguati a tutelare le donne e queste forme di violenza di genere sono state riconosciute come violazione dei diritti umani e forme di discriminazione della donna.
Un altro fattore di prevenzione è rappresentato dai centri antiviolenza regionali. Per sostenere le donne ed aiutarle ad uscire dalla spirale della violenza opera a Brescia dal 1989 “La casa delle donne” a cui si sono rivolte più di 6000 donne, alle quali è stata fornita accoglienza, ascolto e sportelli di assistenza legale e psicologica.
Da novembre 2018 a Salò, in via Fantoni 86, è attivo il centro antiviolenza CHIARE ACQUE che offre anche un servizio attivo 24 ore su 24 con operatrici pronte a mettere in sicurezza le donne lavorando in rete con le forze dell’ordine e gli ospedali.
Le donne accolte al centro dalle operatrici accoglienza sono 39, da gennaio 2019 ad oggi. , che si aggiungono alla ventina di donne accolte da inizio novembre a fine dicembre 2018. Le donne incontrate dalle operatrici h24 sono 30.
La presa in carico da parte del Centro prevede sostegno psicologico e legale e per le donne inserite in strutture di protezione anche intervento dell’assistente sociale.
Questi dati ci devono fra riflettere: la violenza di genere non è un fenomeno lontano da noi, il nord è una delle aree in cui si registrano il maggior numero di episodi in Italia.
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