È di questi giorni (leggiamo sulla stampa) la proposta di una petizione per la salvaguardia di questa specie ittica in via di estinzione, «…una petizione fatta arrivare al Parlamento Europeo per chiedere chiarezza sulle strategie e gli stanziamenti pubblici a favore della salvaguardia del Carpione», lanciata da un consigliere comunale di Toscolano Maderno (ne avevamo scritto qui).
Saremmo tutti felici e contenti se arrivassero contributi per finanziare un progetto scientifico serio, mi auguro che nuovamente non sia stato sprecato altro tempo, da aggiungere alla lista ormai più che decennale delle politiche fallimentari in questo ambito.
Di questo non se ne rende conto la “politica che conta”, sempre di corsa rispetto a questi problemi definiti in agenda come “minori”… ma sempre pronta ad indire conferenze stampa e proporsi come “salvatore” della situazione senza sottoporsi alla verifica dei risultati.
Non va molto meglio in ambito locale: quelli che volevano “cambiare musica” non sapendo leggerla si sono fermati alla nobile e utile pulizia degli strumenti musicali; ad illustrarci i dati statistici sull’aumento dell’economia turistica fino al 2017, i buoni risultati della raccolta indifferenziata e fornito, tramite posta, un suggerimento su come conferire i tappi di sughero.
Mentre l’opposizione propone un ponte Tibetano che collega la valle delle cartiere e la vendita ai privati del parco del Serraglio (specchio, emblema, sintesi e responsabilità dell’avvallo dato dalla maggioranza dei cittadini alle politiche passate)…
Mentre Il pressapochismo, la burocrazia e la poca lungimiranza politica sta strappando per sempre alle future generazioni e all’umanità intera questo importantissimo endemismo ittico.
Forza leghisti! Questo tema può diventare un’occasione straordinaria per darsi da fare, è un obbiettivo che guarda al futuro economico, sociale e ambientale del nostro paese.
Le freghe dei Carpioni sono posizionate tutte nel Parco regionale dell’Alto Garda.
Ossia in un eco-sistema unico nel suo genere (il Carpione è una specie che vive solo nel nostro lago!): il Carpione, come le limonaie, non esiste in nessun’altra parte del mondo!
Smettiamo di raccontare stronzate, affidandoci alle statistiche sulle presenze turistiche quando si parla di turismo, e capiamo che il mercato turistico mondiale è sempre più rivolto alla ricerca di luoghi unici, non standardizzati ma veri, non artificiali ma di qualità, con una storia e una cultura da raccontare.
Vincere la sfida per salvare il Carpione selvaggio in natura è un dovere e una responsabilità di voi tutti, maggioranza e opposizione. Perdere il Carpione significa avviarsi verso un cambiamento irreversibile, dal quale non vi è più la possibilità di tornare indietro, di tornare allo stato precedente. Se continuate a perseguire differenziazioni legate a culture politiche imbalsamate ognuna nelle vostre tradizioni, sia da una parte che dell’altra, su questioni di poco conto, sopravvivete nel presente, ma vi e ci mangiate il futuro.
Ed è quello che succederà se rimarrete paralizzati dalle vostre incapacità.
Salvare il Carpione è una questione importantissima e delicatissima, da affrontare con seria competenza scientifica, se una società privata di consulenza sostiene che il pesce siluro è un pericolo per il Carpione basta chiedere ai pescatori quanta credibilità e fiducia merita.
Sul fronte economico poi, c’è da rimanere increduli (tabelle presentate alla conferenza stampa) sulla somma che questa società dovrebbe percepire.
Un rapporto di 1 a 12, ovvero a fronte di 50mila € di contributo proprio avrà un contributo UE di 600mila €. Le vecchie controversie politiche nel nostro piccolo paese sono ormai esaurite, questi sono i veri temi da affrontare con responsabilità.
Dalla responsabilità emerge il coraggio, sentenziava un noto filosofo. Non dovrebbero servire i consigli della filosofia, basterebbe la coscienza.
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