Addio a Luigino Mura, fondatore e presidentissimo dei Cuori Ben Nati
RIVOLTELLA - Il presidente Giuliano Garagna e tutto il gruppo dei Cuori Ben Nati di Rivoltella (Desenzano) annunciano la scomparsa del fondatore e presidentissimo Luigino Mura, dopo un periodo di malattia.
Il gruppo porge le più sentite condoglianze ai famigliari e a quanti lo hanno conosciuto e amato.
Classe 1926, uno degli ultimi nati registrati all’anagrafe del Comune di Rivoltella, paese a cui era legatissimo e di cui ha sempre difeso “l’indipendenza”.
Poeta per passione, artista e fondatore del più longevo gruppo folkloristico rivoltellese, creato nel 1966 con un gruppo di amici per “rallegrare l’amata Rivoltella”. Ha anche raccontato la sua rivoltella nei suoi quadri e nelle sue poesie, come la più famosa dedicata al patrono “San Biase”.
I funerali saranno celebrati domani, giovedì 27 giugno, alle ore 10 nella chiesa di San Michele arcangelo di Rivoltella. Si è spento presso l’hospice della Fondazione Madonna del Corlo di Lonato.
Qui sotto un’intervista realizzata qualche anno fa per l’associazione Noàlter de la ria del lac.
Luigino Mura, l’anima dei Cuori Ben Nati
«Viva Rivoltella, libera e indipendente». Ha ben ragione di sostenerlo Luigino Mura, uno degli ultimi rivoltellesi nato e registrato nel Municipio di Rivoltella quando ancora la frazione desenzanese era Comune autonomo. Il suo motto è diventato poi quello del gruppo folkloristico a cui Luigino ha dato vita, più tardi, nel 1966, ormai quasi cinquant’anni fa.
In paese tutti lo conoscono come “il Verza”. Luigi Mura, per gli amici Luigino, ha fondato uno dei gruppi più longevi del basso lago, i Cuori Ben Nati di Rivoltella, che come recita il loro motto “non periscono mai”. E infatti il traguardo del mezzo secolo è alle porte e i volontari sono alle prese con il calendario per i festeggiamenti in grande stile, il prossimo 2016.
Mura, pescatore professionista, pittore e poeta italiano e dialettale, insieme ai suoi amici ha dato vita a manifestazioni “storiche” come la Festa del lago e dell’ospite, il Vinodotto, la Sagra de San Biase, la Festa dei Bèk, i presepi viventi e molte altri eventi sociali e culturali per la comunità rivoltellese.
Nel giugno 1966, tra i tavoli della trattoria Alpino di Rivoltella diede vita con una manciata di amici al primo nucleo di suonatori, che voleva portare allegria e divertimento tra la gente del paese: era il primo nucleo della “Banda del Bordèl” o Banda del Fracasso.
Tra le prime esibizioni musicali, ricorda Mura, «c’è stato il Carnevale di Verona, per il venerdì gnocolàr del 1969. Dall’esordio nel 1967, la Banda guidata dal presidente, il geometra Armando Tasinato, ha avuto tra i suoi musicisti più di 150 persone. Tutti, con passione e allegria hanno portato in giro per l’Italia e all’estero un po’ dell’amata Rivoltella».
Sono più o meno una quarantina i musicisti che oggi indossano la divisa ufficiale che ricorda il tipico abbigliamento dei gondolieri veneziani.
«L’amicizia e la condivisione di ogni momento, di lavoro e di festa, sono alla base della nostra attività», sottolinea Luigino Mura, oggi presidente onorario del gruppo (amichevolmente detto presidentissimo), affiancato da Giuliano Garagna, presidente in carica dal 2013. Tra gli eventi-simbolo c’è la Festa del Lago e dell’Ospite, riproposta ininterrottamente da 49 anni, ogni primo finesettimana di agosto, e dedicata interamente alla popolazione e ai turisti del basso lago.
Secondo il presidente onorario dei Cuori Ben Nati, il compito della “sua” squadra di amici e volontari «l’è de tegnèr alégra e viva la nòsa cara Riultèla». E tocca anche alle nuove leve, riflette Mura, andare avanti: «Non è facile per le generazioni di oggi riscoprire e coltivare il senso profondo e il piacere dell’appartenenza a una comunità e a un gruppo in maniera continuativa». Il cambio generazionale è importante e i Cuori Ben Nati lo sanno bene.
Luigino Mura ha origini sarde: «Il mio bisnonno, Egidio Mura, era venuto al nord, sul continente, per combattere con l’esercito sardo-piemontese nella battaglia di Solferino. A Salionze ha poi conosciuto la mia bisnonna, Luisa Mischi, e in questa zona ha costruito la sua famiglia».
«Quando sono nato io, nel 1926, Rivoltella, aveva ancora il suo comune. Era una terra agricola, abitata da gente semplice, che lavorava la campagna. La scuola elementare aveva un solo bidello e un censore. Non si andava oltre la terza elementare, perché i campi avevano bisogno di forza lavoro e la fame non permetteva di studiare a lungo. Rivoltella è stata annessa a Desenzano anche perché da sola non riusciva a creare nuovi servizi (nuove scuole, per esempio) e il suo debito comunale ammontava a 4.000 lire».
Il suo consiglio, oggi, per chi amministra e amministrerà Desenzano è di «tenere da conto la comunità di Rivoltella, che è il posto più bello che c’è». E scherzando aggiunge la sua battuta di sempre: «E ricordatevi che qui finisce il mondo!».
In una delle sue poesie in dialetto bresciano Luigini Mura detto “il Verza”, una strofa in particolare esprime l’originalità, lo spirito e l’operato del gruppo folkloristico dei Cuori Ben Nati da lui fondato nel 1966: “Sòm amici, ne volòm bé e lauròm volentéra, vinodόti, presepi e feste del lac i è pasàcc a la storia, carnei dei bèch, tanti Sanbiase e feste de primaéra, auto vèce, taolade per strada e n’ pό de baldoria”.
La Banda del Bordèl è colonna sonora di questa allegria popolare. Prima con l’esecuzione di brani di musica tradizionale italiana, interpretata sia con strumenti in legno improvvisati, come forbici, tenaglie, pinze e martelletti, sia con strumenti tradizionali; poi con le numerose feste, tra cui la Festa del Lago che compirà 50 anni nel 2016 e – ultima arrivata – Risoltella, una megadegustazione di risotti per i “primi” saluti d’estate. In tutti questi anni la Banda folcloristica dei Cuori Ben Nati è stata la bandiera del gruppo e ha fatto conoscere i Cuori Ben Nati e il nome di Rivoltella e Desenzano in giro per il Garda, per l’Italia e all’estero (www.cuoribennanti.org).
Francesca Gardenato
—
Luigi Mura
Il “papà” dei Cuori Ben Nati e del folklore rivoltellese
Tutti lo conoscono come “il Verza”. Luigi Mura, per gli amici Luigino, è il fondatore e presidente del gruppo flokloristico Cuori Ben Nati di Rivoltella, pescatore professionista, pittore e poeta italiano e dialettale. “Padre” di manifestazioni popolari come la Festa del lago e il Vinodotto, Mura è da oltre 40 anni al timone del sodalizio creato per valorizzare Rivoltella e Desenzano, far divertire la popolazione portando in piazza iniziative di tipo sociale, folkloristico e culturale.
Non a caso, Luigi Mura ci accoglie proprio nei locali della sede dei Cuori Ben Nati, in via Benedetto Croce. Arzillo e sorridente, avvolto nel suo pile, ci racconta come, nel 1966, diede vita al primo nucleo dei suonatori, con lo scopo di portare allegria tra la gente del paese. Un gruppo di amici imbastì così la Banda del Bordèl o Banda del Fracasso.
L’età non sembra pesare sulla sua innata passione per quel luogo che gli ha dato i natali e per il “suo” lago. È un pescatore che non ha deposto la canna né le reti. Subito dopo la nostra chiacchierata, il porto lo attende. Prova del fatto che, quando si è animati da sentimenti forti e autentici, gli anni sono più leggeri e la carica di energia è maggiore!
In una poesia del “Verza”, una strofa in particolare esprime, in dialetto bresciano, l’originalità, lo spirito e l’operato del gruppo: “Sòm amici, ne volòm bé e lauròm volentéra, vinodόti, presepi e feste del lac i è pasàcc a la storia, carnei dei bèch, tanti Sanbiase e feste de primaéra, auto vèce, taolade per strada e n’ pό de baldoria”.
Secondo il presidente onorario dei Cuori Ben Nati, il compito della “sua” squadra di volontari «l’è de tegnèr alégra e viva la nòsa cara Riultèla». E tocca anche alle nuove leve, riflette Mura, andare avanti: «Non è facile per le generazioni di oggi riscoprire e coltivare il senso profondo e il piacere dell’appartenenza a una comunità e a un gruppo in maniera continuativa».
Dove è nato?
Nel Comune di Rivoltella. Io sono nato l’8 aprile 1926 e Rivoltella è stata Comune fino al settembre del ’26.
Desenzanese da quante generazioni?
Noi Mura siamo sardi di origine. Il mio bisnonno, Egidio Mura, era venuto al nord, sul continente, per combattere con l’esercito sardo-piemontese nella battaglia di Solferino. A Salionze ha poi conosciuto la mia bisnonna, Luisa Mischi, e in questa zona ha costruito la sua famiglia, con tre figli maschi e una femmina. Mio nonno Augusto acquisì il mulino a Desenzano (dove oggi c’è il ristorante omonimo) e suo fratello, Benvenuto, quello di Rivoltella. Poi mio nonno, per una serie di eventi, si trasferì al mulino di Rivoltella e lì nacque mio padre, Giuseppe Mura. La tradizione familiare dei mugnai è cessata dopo la Seconda guerra mondiale.
Secondo lei, perché le è stato assegnato questo speciale Premio alla desenzanità?
Forse avrebbero dovuto darmi un premio alla rivoltellità… Comunque, il gruppo dei Cuori Ben Nati ha fatto molto anche per la città di Desenzano, attraverso le manifestazioni, i presepi…
Pur esistendo tradizionalmente un po’ di attrito (bonariamente parlando) tra desenzanesi e rivoltellesi, io ho sempre cercato di creare e di mantenere buoni rapporti tra le due parti.
Ci parli del suo lavoro…
Sono un pescatore, e continuo a esserlo. Perché a 83 anni, con 600 euro al mese, non si può vivere. Così vado ancora fuori in barca con mio cugino Benvenuto.
Amo il lago e non vorrei fare un altro mestiere. Lo stesso che i giovani di oggi rinnegano perché costa troppi sacrifici e richiede costanza e buona volontà.
Nella mia vita, si sa, c’è stata anche l’attività dei Cuori Ben Nati, una passione per me e per gli altri.
Ha mai vissuto per brevi periodi altrove?
Ho vissuto per 26 anni a Desenzano, il resto a Rivoltella. Tranne per un periodo, negli anni ’50, in cui ho lavorato a Milano come idraulico (non più di una decina di anni).
Poi ha lavorato nel volontariato locale…
Ero presidente dei Cuori Ben Nati 43 anni fa e lo sono ancora oggi. Ho creato questo gruppo per diffondere l’allegria in paese. Sin dall’inizio, nel lontano 1966, la Banda del Bordèl si è dedicata a questo intento.
Prima con l’esecuzione di brani di musica popolare italiana, interpretata sia con strumenti in legno improvvisati, come forbici, tenaglie, pinze e martelletti, che con strumenti tradizionali; poi con le feste.
Tra le prime esibizioni musicali, mi ricordo il Carnevale di Verona, per il venerdì gnocolàr del 1969. Dall’esordio nel 1967, la Banda guidata dal presidente, il geometra Armando Tasinato, ha avuto tra i suoi musicisti più di 150 persone. Tutti, con passione e allegria hanno portato in giro per l’Italia e all’estero un po’ dell’amata Rivoltella. Sono una quarantina i musicisti che oggi indossano la divisa ufficiale che ricorda il tipico abbigliamento dei gondolieri veneziani.
L’amicizia e la condivisione di ogni momento, di lavoro e di festa, sono alla base della nostra attività. Tra gli eventi-simbolo del Gruppo, al centro dell’estate rivoltellese c’è la Festa del Lago e dell’Ospite, riproposta ininterrottamente da 42 anni, ogni primo finesettimana di agosto, e dedicata interamente alla popolazione e ai turisti locali.
Secondo lei, com’è il desenzanese doc?
È molto meglio parlare del vero “rivoltellese” (una pausa fa trapelare un sorriso), ossia quella persona nata quando il paese aveva il suo Comune. Rivoltella, allora, era una terra agricola, abitata da gente semplice che lavorava la campagna. La scuola elementare aveva un solo bidello e un censore. Non si andava oltre la terza elementare, perché i campi avevano bisogno di forza lavoro e la fame non permetteva di studiare a lungo. Rivoltella è stata annessa a Desenzano anche perché da sola non riusciva a creare nuovi servizi (nuove scuole, ad esempio) e il suo debito comunale ammontava a 4.000 lire.
Io ho fatto la 4ª elementare a Brescia e la 5ª a Milano. Nella metropoli sono rimasto anche per la 1ª avviamento al lavoro e poi ho cominciato a lavorare come garzone da un idraulico.
Che consiglio darebbe a chi amministrerà la “sua” città, domani?
Il mio consiglio è di tenere molto da conto la comunità di Rivoltella, che per numero di abitanti ed estensione è quasi pari a quella di Desenzano. Una volta, Rivoltella aveva terreni agricoli e li stanno trasformando tutti in cemento; Desenzano gli spazi li ha finiti da un pezzo. Ma se è una zona turistica, la nostra, allora il territorio va salvaguardato, anche pensando alla popolazione locale, sennò che turismo si fa?
Il turismo di Desenzano va curato perché è ambiguo: gli ospiti passano la giornata in città e poi, a sera, se ne vanno. Bisogna creare le attrazioni giuste per far fermare i visitatori più a lungo.
Il suo ricordo più bello legato a Desenzano?
Io ho due figli, e la loro nascita, all’ospedale vecchio di Desenzano, è il mio ricordo più bello.
Un altro posto dove avrebbe voluto abitare?
Il lago è il più bel posto del mondo, anche solo per il semplice fatto che qui sono nato e cresciuto, con tutti i miei ricordi e i miei amici.
Cosa aveva Desenzano una volta che oggi non ha più?
Aveva più di un cinema e la baléra del lido (tra Rivoltella e Desenzano), dove siamo andati tutti a ballare dopo la guerra. Lì ho conosciuto mia moglie, Iride Rossi, che è morta nel 1984.
Oggi manca la tranquillità. Siamo tutti agitati, per tante ragioni, e ci sentiamo meno sicuri. La vita costa sempre di più e i soldi non bastano mai.
Quindi, Desenzano fa rima con…?
Centralità e accessibilità. Desenzano ha un porto, la stazione ferroviaria, due caselli autostradali: è ben collegato al resto del lago e all’entroterra.
[themoneytizer id=”16862-1″]
[themoneytizer id=«16862-16»]
I commenti sono chiusi.