Perché scrivere la storia di Salò? “Innanzitutto – spiegano all’Ateneo di Salò, promotore con il Comune dell’iniziativa editoriale – perché un’opera del genere non esiste ancora, nessuno finora ha affrontato questo cammino. In secondo luogo perché manca, nel senso che se ne avverte l’assenza, come un vuoto di conoscenza sintetica che ci dica cosa siamo stati nel lungo passato in cui la nostra città è stata attiva e protagonista. Ed ora, per una città che voglia disegnare con le proprie mani il suo futuro, è necessario sapere cosa è stata, cosa è rimasto del suo passato, cosa potrà essere negli anni a venire.
In terzo luogo perché dei segni della nostra storia è ricco il territorio in cui abitiamo, a cominciare dal nostro centro storico, dai monumenti da cui esso è punteggiato, che i turisti ammirano.
Infine, un’altra, decisiva ragione per cui è necessario scrivere una storia di Salò è racchiusa nei nostri archivi, che, finalmente illuminati e resi pubblici, sono pronti a raccontarci le vicende delle generazioni che ci hanno preceduto. Questa è la nostra ricchezza, pari per importanza solo alla bellezza del lago: un patrimonio che la comunità salodiana ha imparato ad apprezzare nel suo valore, che ha difeso e trattenuto a Salò, che ha dimenticato ma non disperso e, negli ultimi trent’anni, ha riscoperto, scavato, analizzato e trasformato in sapere pubblico”.
È questa consapevolezza che ha portato le amministrazioni comunali a valorizzare la memoria storica di cui erano custodi, riconoscendo in essa un fondamento della valorizzazione della città intera, che si può a ragione presentare come il luogo in cui la storia di tutta l’area gardesana occidentale si è depositata, ha preso casa ed ha conservato le radici di una civiltà plurisecolare.
A partire da queste considerazioni, l’Ateneo di Salò ha intrapreso l’avventura, difficile, ma affascinante e possibile, della costruzione di una storia della città e dei suoi “dintorni”, intendendo con questa espressione i comuni di Gardone Riviera e Roè Volciano, che, insieme al lago, racchiudono da est e da ovest l’antica capitale della Magnifica Patria; d’altra parte, i tre comuni costituivano il territorio di riferimento dell’antica pieve salodiana e questa considerazione è stata la principale ragione del loro coinvolgimento nell’indagine storica di cui si tratta.
E non a caso l’Ateneo si impegna per questa finalità, dato che è la più antica istituzione culturale di Salò e Riviera, essendo nato nel 1564 come Accademia degli Unanimi ed avendo accompagnato la storia della città per un lungo tratto.
Per costruire una storia di Salò degna di questo nome, l’Ateneo ha messo in campo una strategia complessa, che ha il suo punto di forza nella mobilitazione di un grande bacino di energie culturali: i soci, molti dei quali valenti studiosi, spesso già impegnati in ricerche particolari sul territorio; le università, di Brescia, Padova, Venezia, Pisa e tante altre; i ricercatori storici locali, come quelli da quasi tre decenni impegnati nello studio degli archivi salodiani e una serie di altri studiosi, comunque interessati al territorio gardesano.
Questo ampio insieme di agenti culturali sarà coordinato ed armonizzato da un Comitato Scientifico di grande rilievo culturale, composto dai proff. Francesco Perfetti, Gian Pietro Brogiolo, Valerio Terraroli, Sergio Onger, Carlo Baroni, dal dott. Massimo Tedeschi e dalla Presidente dell’Ateneo, dott.ssa Elena Ledda.
Questo organismo, d’intesa con il Consiglio Direttivo dell’Accademia, è già impegnato nel disegnare la rotta del complesso lavoro, che si articolerà in numerose ricerche complementari, destinate a generare più cicli di conferenze e, soprattutto, una pubblicazione che riunirà i risultati dell’indagine in tre volumi.
Ne seguiranno altri due, che tratteranno rispettivamente il periodo che va dall’epoca romana all’età moderna e il terzo l’età contemporanea dal 1797 ai giorni nostri. L’opera, in particolare la pubblicazione finale, è sostenuta dal contributo di diversi soggetti, tra i quali il comune di Salò, che si è impegnato con un sostanzioso contributo e il comune di Gardone Riviera, che sostiene economicamente uno scavo archeologico in val di Sur.
In realtà, più che una storia sarà un intreccio di “storie”: si studierà l’evoluzione istituzionale e amministrativa del comune e delle altre istituzioni che hanno gravitato sul territorio, di sviluppo demografico e urbanistico, di forme, articolazioni ed equilibri della società, di risorse economiche, forme produttive, distribuzione della ricchezza, di povertà e assistenza, sanità e ordine pubblico, di arte, cultura e istituzioni scolastiche, di vita religiosa e organizzazione della stessa sul territorio, di forme associative, di storie di famiglie e di persone particolari, di luoghi, monumenti e, naturalmente, avrà un rilievo particolare la storia e l’incidenza sul territorio della Comunità di Riviera, nota con l’appellativo di Magnifica Patria.
Si darà spazio anche a periodi della nostra storia che solitamente vengono dimenticati, come il breve ma intenso quindicennio napoleonico, in cui Salò è stata sradicata dall’accogliente terreno del passato e violentemente gettata in un futuro a cui non era preparata, per poi faticosamente riorientarsi verso l’appartenenza ad una nuova aggregazione politica e ideale, l’Italia.
Tutte queste ricerche e le tre pubblicazioni che ne usciranno saranno caratterizzate da un denominatore comune, che costituirà il terreno da cui esse potranno fiorire e il contenuto, anche se non esclusivo, che esse potranno offrire: il riferimento alla grande miniera di sapere storico depositato nei nostri archivi.
Il primo dei tre volumi sarà presentato sabato 27 alle 20.30 nella Sala dei Provveditori del Palazzo Municipale.
Presenta saggi di Simone Don, Antonio Foglio, Gianfranco Ligasacchi, Marco Baioni, Gian Pietro Brogiolo, Serena Massa, Monica Ibsen, Giovanni Pelizzari, Fabio Verardi e Lorenzo De Paoli.
In questo primo volume, integrando la toponomastica e i dati archeologici per le fasi più antiche con le fonti scritte dal medioevo all’età moderna, sono stati privilegiati alcuni temi precisi: Il popolamento, l’idrografia, le infrastrutture viarie, i paesaggi storici, agrari e dell’incolto, e l’uso del suolo; la rete ecclesiastica; demografia ed economia desunte, per le fasi più antiche, da stime calcolate sulle superfici coltivate, dagli estimi, conservati dalla metà del XV secolo, e infine dai catasti napoleonico (1809) e austriaco (1853).
I risultati acquisiti non vanno solo a beneficio dei cultori della storia locale. Scrive Brogiolo nella prefazione: «Costruire una storia partendo dal contesto nel quale viviamo – i nomi dei luoghi, i paesaggi storici, gli insediamenti e le chiese – ci aiuta a comprendere le trasformazioni delle identità, frutto delle scelte di chi ci ha preceduto. E può essere d’ausilio a coloro che sono chiamati a progettare il nostro futuro, tenendone conto, anche perché il patrimonio storico non ha un valore solo per quanti sono curiosi di conoscerlo, ma per le innumerevoli potenzialità di sfruttamento: come brand dei prodotti attuali, recupero di nicchie agricole tradizionali, attrazione turistica».
[themoneytizer id=”16862-1″]
[themoneytizer id=”16862-16″]