Si rinnova il legato di San Lorenzo: a Cadria la distribuzione del pane e del vino
MAGASA - Si rinnoverà sabato 10 agosto a Cadria, un pugno di case accostate che formano l’unica frazione di Magasa, una delle più antiche e curiose tradizioni altogardesane.
Nel giorno del patrono, San Lorenzo, all’uscita della messa mattutina tutti riceveranno, come accade da oltre 5 secoli per un’antica disposizione testamentaria, un pane e un quinto di vino.
La tradizione si rinnoverà presso la chiesetta di San Lorenzo, con messa delle 11 seguita dalla benedizione e la distribuzione del vino e del pane.
Si tratta di un’antica e gentile usanza che trae origine nel «legato di San Lorenzo», istituito con lascito testamentario del 4 gennaio 1588 da Angelo Stefani, che stabilì che il giorno della festa padronale fossero dispensati a tutti i partecipanti alla messa pane e vino.
La donazione del signor Stefani ammontava a diverse proprietà immobiliari. Il patrimonio del lascito crebbe ulteriormente con la donazione di Gottardo Gottardi, detto «Tavagnù», che con testamento rogato dal notaio Corsetti di Turano il 28 settembre del 1631 lasciò tre campi arativi a Cadria in località Pià, Calsa e a San Lorenzo. Dal 1978, in base a disposizioni legislative regionali e nazionali, tutti i beni del legato furono incamerati dal Comune di Magasa, che continua a rispettare l’obbligo morale dell’elargizione del pane e del vino.
La distribuzione avrà luogo presso la piccola e graziosa chiesa di Cadria, che sorge su un pendio sottostante il borgo rurale, un paio di chilometri dopo Cima Rest.
Di probabile origine longobarda, la chiesetta fu restaurata nel 1547, come conferma l’affresco sulla facciata d’entrata. Il campanile sostiene due campane, chiamate Santa Croce e Lorenzina. Secondo una delle numerosissime leggende locali, quest’ultima avrebbe il potere di allontanare gli spiriti maligni. Le campane suonarono a distesa la mattina del 25 maggio 1972, quando, dopo duemila anni di cristianesimo, giungeva per la prima volta a Cadria un vescovo, mons. Luigi Morstabilini della Curia di Brescia.
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