Un abbraccio e il Rolex spariva, prese due ladre seriali di orologi
BASSO GARDA - Avvenenti e gentili, una bionda, l'altra mora. Avvicinavano e irretivano uomini anziani. Una richiesta di informazioni, un abbraccio e il Rolex o il Cartier spariva. Sette i colpi messi a segno prima di essere prese dal Commissariato.
Il Commissariato di Desenzano del Garda ha assicurato alla giustizia le responsabili di diversi episodi criminosi di “truffa agli anziani”, commessi approfittando dell’ingenuità e fragilità delle vittime, soprattutto uomini in età avanzata, verificatisi tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 in alcune località del basso Garda bresciano.
L’indagine degli investigatori diretti dal vicequestore Bruno Pagani è partita sulla scorta di diverse denunce presentate da ultrasettantenni che segnalavano di essere stati vittime di due donne, dall’accento dell’est Europa, che dopo averli avvicinati per strada con la richiesta di informazioni o di un posto di lavoro, mentre una li distraeva, spesso abbracciandoli, l’altra gli asportava l’orologio che avevano al polso.
Sette sono stati i casi all’attenzione della Polizia, sei avvenuti a Desenzano, uno a Lonato. Sempre lo stesso il “modus operandi” e l’oggetto materiale del reato: orologi da polso di marca (Rolex, Cartier e Iwc) e rilevante valore. Sempre le stesse anche le modalità di approccio alle persone, la “tecnica dell’abbraccio”.
Nella maggior parte dei casi la sottrazione avveniva senza violenza, ma con la sola destrezza ed abilità delle indagate che abilmente sfilavano alle vittime l’orologio senza che queste se ne accorgessero immediatamente.
Solo in un episodio, avvenuto a Desenzano nel gennaio 2018, per impossessarsi dell’orologio di valore una delle indagate bloccava il braccio dell’anziano stappandoglielo dal polso e procurandogli ferite poi giudicate guaribili in 5 giorni.
Gli oggetti asportati avevano un valore commerciale dai 5mila ai 15mila euro.
Le investigazioni del Commissariato, svolte attraverso tracciati di varchi stradali, analisi di telecamere di videosorveglianza, individuazioni fotografiche ecc., hanno permesso di acquisire solidi elementi di responsabilità nei confronti delle due donne rumene che venivano indagate per rapina, lesioni personali e furti aggravati.
Nei confronti di una di esse il GIP del Tribunale Ordinario di Brescia ha emesso nell’ottobre 2018 ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, ma nel frattempo la stessa si rendeva irreperibile; la misura è stata eseguita nei giorni scorsi a Bologna ove la donna veniva reperita.
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