Ciclabile subacquea? La suggestiva proposta di un buco nell’acqua
RIVA DEL GARDA - Il Comitato Giacomo Cis ha organizzato una serata dal titolo «Facciamo un buco nell'acqua?» per lanciare l'idea della ciclabile sommersa. «E' l'unica soluzione per sciogliere il nodo della Casa della Trota e risolvere altre criticità».
L’idea, suggestiva e visionaria, è avanzata dal Comitato Giacomo Cis, che certo non difetta di fantasia, né di coraggio.
L’idea del sodalizio rivano presieduto da Donato Riccadonna, che ha già dimostrato di saper concretizzare i sogni vincendo la battaglia per la riapertura e valorizzazione della Ponale, è ambiziosa: costruire un tratto della ciclovia del Garda, tra Riva e Limone, in un tunnel sommerso e far transitare bici e pedoni sott’acqua, a qualche metro di profondità, in una specie di grande tubo trasparente.
Non una provocazione, ma una proposta seria e realizzabile. Come il Comitato è intenzionato a dimostrare in occasione di un incontro pubblico organizzato per illustrare l’ipotesi, sulla base di informazioni ed elementi tecnici provenienti da esperienze simili e da progetti già in corso di realizzazione in altre zone del mondo.
L’appuntamento è fissato alle 20 di giovedì 10 ottobre ella sala conferenze della Rocca a Riva. L’ingresso è ovviamente libero.
Relazionerà Arianna Minoretti, ingegnere, responsabile degli studi sul “Ponte di Archimede”, «un avveniristico ponte sviluppato per gli attraversamenti lungo la strada europea sulla norvegese», scrivono gli organizzatori sul manifesto che annuncia la serata, alla quale sono invitate anche le autorità locali e provinciali.
«Vogliamo sognare ma non è un sogno campato in aria – ha dichiarato Bicio Di Stasio, anima del Comitato Giacomo Cis, al quotidiano Trentino – anzi, la riteniamo l’unica, o quasi, soluzione realmente fattibile per risolvere tutte le criticità di realizzazione della ciclabile del Garda, e non solo quelle riferite al superamento della Casa della trota ma anche quelle concernenti la sicurezza del percorso».
«Questo intervento – dice ancora Bicio Di Stasio – andrebbe ad aggiungere ulteriore appeal a un’opera di per sé già importante, con un riscontro a livello mondiale che si tradurrebbe anche in un indotto a beneficio del territorio. E il costo, come si vedrà, non è certo fuori portata. Poi, ci si potrebbe anche spingere più in là e pensare persino più in grande».
Vedremo se l’idea sarà sostenuta livello decisionale e politico.
I commenti sono chiusi.