Nuovi reperti al MuSa svelano i segreti della necropoli del Lugone

SALÒ – Oggi, giovedì 21 alle 18 l’inaugurazione dell’ampliamento della sezione archeologica del MuSa. In mostra quattro corredi funebri della necropoli salodiana del Lugone, provenienti dal Museo di Gavardo.

Vasi, lucerne in terracotta, monete, dadi da gioco in bronzo, una splendida collana di perline vitree. Sono alcuni degli oggetti d’epoca romana che andranno ad implementare, in forma permanente, l’allestimento della sezione archeologica del MuSa. Si tratta di quattro corredi funerari del Lugone, area cimiteriale di epoca romana in uso a Salò tra il I secolo d.C. e la fine del IV.

Reperti che… tornano a casa. Provengono infatti dal Museo archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, che ha in atto una rivisitazione del proprio allestimento e in un’ottica di collaborazione con il museo salodiano ha concesso i reperti al MuSa. Un bel gioco di squadra, con la Soprintendenza archeologica, nella persona del funzionario archeologo Serena Solano, a coordinare il tutto.

 

MuSa: i nuovi reperti della sezione archeologica.

 

Ora, in ognuno dei due poli espositivi, sia in quello gardesano che in quello valsabbino, ci sono corredi del Lugone e rimandi all’altro museo. Il trasferimento, a cura del Conservatore del MuSa, la dott.ssa Lisa Cervigni, ha avuto luogo nei giorni scorsi.

Oggi, giovedì 21, la presentazione alla presenza del sindaco Giampiero Cipani, della dottoressa Serena Solano, funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bergamo e Brescia – BS, del direttore del Museo Archeologico della Valle Sabbia, dottor Marco Baioni e del Conservatore del MuSa, dottoressa Lisa Cervigni.

La sezione archeologica del museo civico salodiano.

 

E’ un importante accrescimento per la sezione archeologica, che venne inaugurata il 27 marzo 2018 accogliendo i reperti in precedenza esposti al Civico Museo Archeologico «Anton Maria Mucchi» nel fondaco di Palazzo Coen. Questa sezione del MuSa racconta la Salò della prima età imperiale, mostrando al visitatore bottiglie in vetro e boccali in ceramica, spilloni d’osso, dadi da gioco in bronzo e argento, balsamari, fibule e pendagli provenienti dal Lugone, necropoli scavata e indagata tra il 1961-62 e il 1972-76.

Scavi nella necropoli del Lugone, a Salò, negli anni ’60.

 

Al Lugone sono venute alla luce 165 tombe, legate presumibilmente ad una villa che costituiva un centro di attività agricole e commerciali per l’area circostante. Tra i reperti rinvenuti nei corredi funebri si possono ammirare anche oggetti riferibili alla cura del corpo e alla cosmesi: una tavoletta in pietra per la preparazione di cosmetici, pinzette, nettaorecchie, piccoli specchi.

La localizzazione della necropoli salodiana.

 

I corredi più ricchi comprendono anche preziosi contenitori in vetro per unguenti, olii e profumi legati al rituale funerario e alla cura del corpo.

La sezione archeologica espone anche sette iscrizioni lapidee di carattere per lo più funerario, provenienti da Salò e dal suo territorio, e presenta una sottosezione dedicata alle ville romane del lago di Garda, e in particolare alla villa dei Nonii Arrii di Toscolano Maderno.

Una ricostruzione grafica della necropoli salodiana.

 

 

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