Figlio del Padre, figlio dell’Uomo
SAN FELICE - Sabato 14 dicembre spettacolo-concerto della banda di Puegnago con l'attore Gabriele Reboni al Santuario della Madonna del Carmine, a San Felice.
Un appuntamento da non perdere, che offre anche l’occasione per ammirare uno dei luoghi dello spirito più suggestivi e amati del Garda, il Santuario della Madonna del Carmine, risalente al secolo XV.
Questa la locandina dell’evento.
Gabriele Reboni si diploma presso la scuola di teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” nel 2012. Studia recitazione, canto e danza con importanti esponenti del panorama artistico italiano e internazionale.
Nel 2012 è diretto da Elena Bucci e Marco Sgrosso in “Mythos” nel ruolo di Agamennone , viene diretto nel 2013 da Bob Wilson nello spettacolo “Macbeth” e nello stesso anno fa parte di “Maros-Gelo” da “le tre sorelle” di A.Cechov. Sempre nel 2013 parteciperà a “Julius Cesar” dal “Giulio Cesare ” di W.Shakespeare in cui interpreterà il ruolo di Bruto e poi sarà Tartufo nel ”Tartufo” di Moliere diretto da Elena Bucci e Marco Sgrosso.
Nel l’arco degli anni successivi parteciperà a vari spettacoli teatrali come “viaggio in Italia” con la regia di Luciano Bertoli, “il frate, il ribelle e l’imperatore” e “Lo specchio tradito Duramadre” regia di Giuseppe Marchetti, “La barca dei matti” regia di Natacha Belova.
In questi ultimi anni mette in scena alcuni spettacoli per ragazzi “Cosa farò da grande”, “Bagatelle” e “Atmosfere”collaborando con l’associazione Cento per Cento teatro di Brescia.
Nel 2016 entra a far parte della compagnia Carlo Rivolta con cui metterà in scena “Fedro” e “Critone” per la regia di Nuvola Di Capua. Nel 2016 sarà Riccardo III nella “Tragedia di Riccardo” prodotto da A.T.P. Associazione teatrale pistoiese. Nel 2017 è finalista al Premio Scenario infanzia con lo spettacolo “L’isola”. Nel 2018 continua la sua esperienza nella compagnia di Carlo Rivolta e mette in scena vari spettacoli.
Durante gli ultimi anni organizza e conduce laboratori di teatro e di circo in varie realtà sul territorio nazionale, rivolti a bambini, ragazzi e adulti e da due anni segue e conduce il percorso teatrale dell’associazione Teatro delle Misticanze di Nave teatro di inclusione sociale
Il Santuario della Madonna del Carmine
Il Santuario della Madonna del Carmine, risalente al secolo XV, si presenta nella rustica forma semplice caratteristica dell’ultimo stadio dell’architettura gotico lombarda, fortemente legata alla tradizione romanica.
Eretta sull’area di una piccola cappella preesistente dedicata a S. Maria delle Grazie detta anche Santa Maria delle Cisterne per la zona acquitrinosa in cui era stata edificata, per volontà della gente del posto e l’appoggio di Ludovico II Gonzaga e di suo figlio il cardinale Francesco, venne consacrata solennemente il 17 gennaio 1482 dal vescovo Giorgio Vink.
La tradizione, forse mescolata alla leggenda, racconta che siano stati i pescatori del luogo a esprimere, con la costruzione della chiesa, la loro riconoscenza alla Vergine per averli tante volte salvati dalle improvvise tempeste che si scatenano sul lago e per implorare, anche per il futuro, aiuto e protezione.
I pescatori del luogo, dopo la costruzione del Santuario incaricarono della gestione i frati Carmelitani della Congregazione Mantovana.
Il Santuario si trova a circa 500 metri fuori nucleo abitato, su un poggio isolato da antiche mura, un importante luogo di preghiera per molti fedeli e meta costante di numerosi pellegrini provenienti dall’Italia e dall’estero. La facciata è caratterizzata dalla porta principale a sesto acuto sotto un rosone centrale e due monofore laterali.
L’interno è a unica navata, divisa in cinque zone parallele da quattro archi trionfali a sesto acuto, con un soffitto a capanna con travature scoperte e un’Abside quadrangolare che appare come fosse una cappella con la statua della Madonna del Carmine incastonata nel muro.
Le pareti sono decorate da una bella serie di affreschi da sconosciuti pittori del XV-XVI secolo, con evidente ed ingenua influenza del Mantegna, del Foppa e del Perugino, nelle figure e nei colori che appaiono vivaci dopo il restauro del 1963.
Purtroppo, alla fine del XVIII, a seguito di un decreto della Serenissima, Repubblica di Venezia, alla quale era soggetta la zona, il luogo fu abbandonato dai frati, vennero asportati gli altari, l’antico bassorilievo, l’organo e il coro.
Il convento, in disuso, fu quasi demolito e solo nel 1952, i Carmelitani di Vittorio Veneto tornarono al santuario che riprese così a vivere dopo quasi due secoli di abbandono
Il quarto sabato di luglio, la statua della Madonna del Carmelo viene portata in processione, dal Santuario della Madonna del Carmine, alla Chiesa Parrocchiale; il giorno dopo, la domenica, la processione riprende con il rientro della Madonna al Santuario, passando per le vie del paese addobbato di fiori e ghirlande a festa.
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