Lonato: cittadinanza onoraria per Liliana Segre
LONATO - Il sindaco Roberto Tardani, accogliendo la proposta del presidente del Coordinamento Circoli Anpi del basso Garda, Carlo Susara, ha conferito alla senatrice Liliana Segre la cittadinanza onoraria.
La sezione di Lonato dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, presente a Lonato dal 1945, ha chiesto che venga concessa la Cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
Ecco il testo della richiesta presentata all’Amministrazione:
«La piazza principale del paese, proprio dove ha sede il Comune, è intitolata ai “Martiri della Libertà”, in questa definizione sono compresi i numerosi Partigiani lonatesi che operarono in Italia o all’estero, i coraggiosi internati militari lonatesi, i deportati del nostro Comune e tutti gli oppositori che nella nostra cittadina ostacolarono i fascisti e i nazisti, nascosero e aiutarono gli ebrei, i Partigiani alla macchia e i numerosi giovani militari che non aderirono alla “repubblichina di Salò”.
Lonato ha pagato un pesante prezzo, non solo durante la tutta la seconda guerra mondiale con i tanti lonatesi morti sul fronte, ma anche con i cinquecento deportati (come da documento ufficiale depositato nell’ Archivio comunale) e con le decine di persone (quasi cinquanta) morte come: Partigiani (in Italia o all’estero), Internati Militari, deportati, nell’Esercito Italiano di Liberazione, a Cefalonia etc.
Lonato è sempre stata contro l’odio razziale, l’antisemitismo e la discriminazione.
Le stesse istituzioni lonatesi si sono sempre mostrate sensibili verso l’importanza della memoria e la necessità di lottare contro l’indifferenza rispetto a quello che ci accade intorno ogni giorno, come dimostra l’inaugurazione di una “panchina rossa” contro la violenza sulle donne, o il caloroso discorso che il Sindaco tiene durante la commemorazione del 25 aprile.
Per le ragioni sopra elencate, e per quelle successive, si ritiene opportuno conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre.
Molte città di ogni colore politico stanno concedendo la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre in risposta agli orribili attacchi di stampo razzista e antisemita a cui è sottoposta da quando si è impegnata pubblicamente, anche con la testimonianza della propria terribile vicenda personale, a contrastare ogni forma d’odio e d’intolleranza.
La scorta alla senatrice Segre è stata decisa dalla prefettura di Milano a causa delle ripetute e quotidiane minacce di stampo antisemita ricevute sul web e da altri vergognosi episodi di stampo razzista di cui è stata bersaglio. Purtroppo la banalizzazione della storia e il negazionismo raccolgono sempre più copiosamente i loro frutti di odio e di disgregazione del tessuto sociale e dei valori condivisi.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un recente incontro pubblico interrogandosi sulle responsabilità che gli adulti hanno verso i bambini e su quale tipo di società si stia offrendo alle future generazioni si è così espresso: “Se qualcuno arriva a dire a una bambina sull’autobus non ti puoi sedere accanto a me perché hai la pelle di colore differente, se è necessario a una signora anziana che non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subito da bambina in modocrudele come Liliana Segre di avere una scorta vuol dire che questi interrogativi dei bambini, che chiedono solidarietà invece di odio, non sono astratti o retorici ma molto concreti”.
Liliana Segre ha conosciuto e subìto fin da piccola tutto il male possibile che l’uomo può concepire e realizzare contro una persona. A otto anni è stata espulsa dalla scuola in seguito alla promulgazione delle leggi razziali italiane. È stata incarcerata per decine di giorni prima di essere deportata ad Auschwitz-Birkenau dove i famigliari sono stati uccisi. A Liliana venne tatuato sul braccio il numero di matricola 75190, sopravvisse ad un anno di lavori forzati e alla famigerata “marcia della morte”. Dei 776 bambini italiani sotto i 14 anni deportati ad Auschwitz tornarono solo in 25.
Non possiamo inoltre dimenticare che molto vicino a noi, per la precisione a Desenzano, fosse collocato l'”Ispettorato per la razza”, vergognosa istituzione ministeriale di quegli anni, che operava le pratiche burocratiche necessarie all’applicazione delle leggi razziste, consegnando in questo modo decine di migliaia di persone ad un destino atroce.
In ragione di quanto Liliana Segre patì ad opera del nazi-fascismo e come risposta alle vergognose manifestazioni d’odio di cui oggi è oggetto, nella piena condivisione delle preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella, invito le autorità cittadine a sostenere con la concessione della cittadinanza onoraria il coraggio di una donna la cui storia è un monito per tutti e il cui impegno contro l’odio è un valore da trasmettere alle future generazioni».
Il sindaco Tardani ha quindi scritto alla senatrice, chiedendole la disponibilità ad accettare il conferimento. Ecco la lettera dal primo cittadino.
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