Benito Mussolini rimane cittadino onorario di Salò
SALÒ – Stasera, giovedì 13, in Consiglio comunale la mozione per la revoca della cittadinanza al duce. Il documento è stato bocciato a maggioranza. Mussolini continua ad essere cittadino onorario del Comune che diede il nome alla Rsi.
La decisione era attesa a Salò, dove questo tema continua ad essere causa di divisioni profonde, tra nostalgici e antifascisti.
Alla fine, come detto, la mozione presentata dal gruppo di opposizione Salò Futura è stata respinta.
La richiesta di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è stata bocciata. Con 14 voti contrari. Favorevoli alla revoca solo i tre consiglieri del gruppo che l’aveva proposta, Salò Futura .
Domani, venerdì 14, la cronaca della discussione consiliare.
Dal decreto alle mozioni consiliari
Fu un funzionario statale, dato che i Consigli comunali erano stati sciolti dal regime, a firmare, il 23 maggio 1924, il decreto di conferimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Si tratta di tale Salvatore Punzo, commissario prefettizio a Salò dal 4 giungo 1923 al 19 ottobre 1924.
Il decreto sonnecchiò in municipio, chiuso in un faldone (ma non era un segreto. GardPost pubblicò tutti i nomi dei cittadini onorari di Saló nel dicembre del 2015, quando fu conferita la cittadinanza ad Aventino Frau; leggi qui), fino a un anno fa, quando il giornalista Pino Casamassima ne parlò sul Corriere della Sera. In seguito il consigliere del gruppo di minoranza Scelgo Salò Stefano Zane, nipote dell’ex sindaco Francesco, partigiano e senatore Dc per tre legislature, presentò una mozione, ricordando che nel Comune che ha dato il nome alla Rsi tale concessione rappresenta «a livello storico e politico un grande significato simbolico» e chiedendone la revoca con delibera consiliare.
A sostegno della richiesta di Zane si schierarono anche quattro ex sindaci: Riccardo Marchioro, Giuseppe Mongiello, Giovanni Cigognetti e Barbara Botti. La mozione fu posta in discussione nel Consiglio convocato l’8 aprile 2019. Ma non fu votata. Il Consiglio giudicò «pregiudiziale» l’iniziativa. «Siamo in campagna elettorale e il tema crea inutili tensioni. La questione sarà affrontata dopo le amministrative di maggio», disse il sindaco Giampiero Cipani. La cui Amministrazione, riconfermata alla guida della città, è stata ora richiamata ad esprimersi da una nuova mozione, presentata dal gruppo di opposizione Salò Futura.
Ecco cosa si legge nel decreto di conferimento della cittadinanza (nella foto qui sopra):
«Salò, questo giorno di venerdì ventitrè maggio millenovecentoventiquattro a ore dieci antimeridiane, nell’ufficio comunale, il Sig. Punzo Cav. Salvatore (*), Commissario Prefettizio, in seguito a dimissioni dell’Amministrazione ordinaria di questo Comune in forza al decreto 4 giugno 1913 n. 926, assumendo le funzioni del Consiglio comunale, coll’assistenza dell’infrageritto Segretario comunale, ha adottato sull’oggetto a margine, la seguente deliberazione:
Alla vigilia della apertura della nuova Camera, sorta con plebiscitaria votazione del Popolo Italiano, dopo la grandiosa rivoluzione fascista;
Considerata l’opera grandiosa e faticosa di ricostruzione e di rinnovamento alla quale, con meravigliosa abnegazione e con fede incrollabile, attende da oltre diciotto mesi, il Capo del Governo e Duce del Fascismo, S.E. Benito Mussolini;
Ritenuto essere dovere dei cittadini confortare con l’azione disciplinata e col consenso cordiale l’opera di Colui che alla Patria, e per essa, dedica ogni personale energia ed attività; e manifestargli la profonda riconoscenza per l’opera ricostruttrice e provvidenziale da Lui iniziata e che certamente saprà condurre a termine, rendendosi sicuro interprete dei sentimenti di questa patriottica popolazione, delibera, di conferire a S.E. Benito Mussolini la cittadinanza onoraria di Salò».
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