Sono 18 i nuovi decessi registrati ieri, mercoledì 25, in Trentino a causa del Coronavirus, 12 donne e 6 uomini; il più giovane di 74 anni.
I decessi sono avvenuti nelle Rsa di Mezzolombardo, Pergine, Dro, Villa Regina, Pinzolo, Ledro e negli ospedale di Cles, Arco, Cavalese, Trento.
177 invece i nuovi contagi, portando il numero totale a 2001.
I guariti sono arrivanti a 90, quindi con un +11 rispetto all’ultimo aggiornamento. Come da ultime verifiche i ricoverati senza ventilazione sono 286, 65 in ventilazione invasiva e e 22 in semi-invasiva. 373 in tutto.
Questi gli ultimi numeri del contagio resi noti ieri dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, nel consueto appuntamento giornaliero in videoconferenza.
C’è anche qualche elemento di positività, in una situazione che rimane naturalmente molto difficile. Le donazioni all’Azienda sanitaria raccolte sul territorio hanno superato i 4 milioni di euro. La Fondazione Caritro ha messo a disposizione 700 tablet alla scuola trentina, che sta continuando a lavorare “a distanza” grazie a internet.
“Vogliamo esprimere – ha detto ancora Fugatti – la nostra particolare vicinanza alle Rsa. Dentro alcune di esse, come Arco, Riva, Ledro, Pergine, la tensione è molto alta. Vogliamo sostenere i loro sforzi anche mettendo a disposizione, tramite l’Apss, il personale necessario per gestire questa fase delicata”. Infine l’economia e il lavoro: si sta lavorando per implementare il Protocollo con le banche annunciato qualche giorno fa, per aiutare le imprese a superare la crisi economica, anche sul versante finanziario.
Il presidente Fugatti e l’assessore alla salute e politiche sociali Stefania Segnana hanno incontrato i presidenti delle Comunità di valle. Si è discusso di tamponi, assieme anche agli altri soggetti coinvolti, come Cibio e Università. L’obiettivo resta quello di accrescere il numero di test. I reagenti chimici necessari non sono facilmente reperibili ma con il supporto delle eccellenze scientifiche del Trentino la situazione sta migliorando.
Come spiegato dal direttore dell’Azienda Sanitaria Paolo Bordon, attualmente si fanno in Trentino poco meno di 500 tamponi al giorno (nella giornata di ieri 480).
In tutto ne sono stati eseguiti quasi 4000, un numero significativo per una provincia di poco più di 500.000 abitanti. Per quanto riguarda le mascherine, gli approvvigionamenti continuano. E’ stato stretto in questo settore anche un accordo di cooperazione con l’Alto Adige.
Venendo alla Terapia intensiva, l’offerta, ha spiegato ancora Bordon, è cresciuta: al Santa Chiara abbiamo attualmente 42 posti occupati su 46 più altri 4 che saranno disponibili in serata. Ma c’è un piano molto importante per attivare fino a un massimo di ulteriori 10-14 posti entro il fine settimana, se arriveranno i ventilatori necessari, posti che verranno creati al piano rialzato dell’ala Ovest dell’ospedale. In tutto si supereranno le 60 unità: un grande sforzo anche per il personale coinvolto.
Il Covid-hospital principale rimane Rovereto, dove abbiamo 27 posti di terapia intensiva. Con l’arrivo di nuovi ventilatori invasivi anche l’ospedale di Cles potrà dotarsi di 3 nuovi posti. In tutto il Trentino sta gestendo come detto 2000 malati, una parte dei quali deve essere intubata. Ma ci sono altri livelli di assistenza importanti: dall’assistenza respiratoria non invasiva a quella offerta in maniera più soft anche in collaborazione con cliniche private, come Solatrix e Villa Bianca.
Le Rsa attraversano un momento di forte difficoltà, con assenze di personale che arrivano anche al 50%. Domani due infermieri in forze all’Apss andranno a lavorare alla Rsa di Arco, e si stanno già garantendo per questa via 10 unità a Villa Regina.
Ed ancora. È stato “chiuso” con l’Ambasciata di Romania l’accordo per consentire il rimpatrio dei cittadini rumeni impiegati nelle strutture turistiche trentine.
Oggi, giovedì 26, la Provincia incontrerà i vertici di Conad-Dao per esaminare le problematiche relative all’approvvigionamento dei negozi multiservizio e il calmieramento dei prezzi dei beni.
L’assessore Segnana ha sottolineato l’importanza dei servizi sociali resi all’interno delle diverse Comunità, a partire da “Resta a casa, passo io”, che sta dando risposta soprattutto alle necessità della spesa e dei farmaci espresse dalla popolazione più anziana. Molto richiesto anche il servizio di supporto psicologico.
Simona Sforzin, direttrice dell’Area cure primarie dell’ospedale di Mezzolombardo, dove hanno appena iniziato la loro attività anche 6 giovani medici, accompagnati da medici specialisti, ha riferito dell’attività di assistenza e monitoraggio in corso con circa un migliaio di persone alle cure domiciliari, e ai loro familiari. Ogni giorno, 2 volte al giorno, vengono richiesti telefonicamente alcuni parametri, fra cui temperatura, tosse, altri disturbi appartenenti alla patologia del Coronavirus. Ad una parte di essi è stato fornito il saturimetro. Una ventina di pazienti, in via sperimentale, sta testando inoltre la app per smartphone messa a punto dal team di Trentino salute 4.0, per inserire in maniera autonoma, nella propria cartella clinica, i parametri rilevati (gli stessi richiesti telefonicamente).
Fra le altre notizie che aiutano a stemperare quantomeno il clima di tensione, infine, la disponibilità manifestata da un noto chef, Alfio Ghezzi, a dare una mano dove c’è bisogno. Domani Ghezzi inizierà la sua attività all’ospedale di Rovereto.