#iorestoacasa. Stasera in tv “Sognare è vivere”

I cinema sono chiusi. Allora Camilla Lavazza ci consiglia cosa guardare in tv. Questa sera, martedì 7, su Rai 5 alle 21.15 c'è «Sognare è vivere», film del 2015 scritto, diretto e interpretato da Natalie Portman, al suo debutto da regista. La pellicola è l'adattamento del romanzo "Una storia di amore e di tenebra" di Amos Oz.

Trama: Il film è basato sul romanzo autobiografico dello scrittore israeliano Amos Oz e narra la storia dei suoi genitori e della sua infanzia tra il 1945, prima del riconoscimento dello Stato di Israele, e il 1953, anno in cui il giovane scrittore si trasferisce in un kibbutz.

Il padre, Arieh, è un bibliotecario che parla diverse lingue e vorrebbe fare lo scrittore, mentre la madre, Fania, proviene da una famiglia agiata, è molto istruita ed ama narrare al piccolo Amos storie poetiche e misteriose.

La famiglia è povera ed i genitori, entrambi sognatori, sono impreparati ad affrontare la durezza della realtà ma sarà proprio da loro, in particolar modo dalla madre, che il futuro scrittore assorbirà la passione per le parole ed i racconti.

Critica: Natalie Portman l’avevamo fin qui conosciuta come sensibile ed intensa interprete di molti film, dal suo esordio giovanissima in Léon all’Oscar come migliore attrice per Il Cigno Nero. Sognare è vivere è il suo primo lungometraggio da regista, di cui firma anche la sceneggiatura ed in cui veste i panni della madre del protagonista.

Porta quindi una sensibilità acuta e femminile in un racconto di formazione visto dalla prospettiva di un bambino (il piccolo Amos è interpretato dal dolce Amir Tessler, dotato di un sorriso sghembo che fa subito tenerezza) e lo arricchisce di immagini, frasi poetiche e racconti che nascono dal buio più profondo, come all’inizio del film che parte dal classico “C’era una volta” ed da una mano che emerge dalle tenebre.

Le vicende della famiglia si intrecciano con la Storia del nascente Stato di Israele e la regista privilegia la parte intima dei rapporti famigliari rispetto ai temi politici, attenta ad evitare ogni retorica anche quando, utilizzando filmati autentici, ci ricorda che i peggiori conflitti nascono tra i perseguitati e solo nell’immaginazione essi sono solidali.

Le inquadrature sono accuratamente studiate da un punto di vista estetico e simbolico (il volo degli uccelli che oscura il cielo, la famiglia riunita alle radici dell’albero, la casa che brucia, perfino la preparazione del boršč, in cui il colore della barbabietola si allarga come un fiore nella pentola) mentre la fotografia e le tinte sono desaturate per un risultato di formale eleganza, ma l’attenzione è sicuramente posta sulle parole ed il loro uso, quasi sacro, sicuramente salvifico, come nella scena in cui Amos si difende dai compagni “bulli” narrando loro una storia e interrompendola sul più bello.

I personaggi stessi sono quasi sempre circondati da libri o ne tengono in mano uno, a sottolineare non solo il loro essere “intellettuali” ma addirittura il loro vivere dentro e per la letteratura.

Amos ha imparato dalla madre a raccontare e dal padre ad indagare il significato delle parole, la fantasia e la precisione dei termini, nascendo quindi una seconda volta come scrittore dall’unione delle loro personalità pur così differenti, anche se è la sensibilità materna che prevale sul rigore del padre.

“È meglio essere sensibili che essere sinceri” è un insegnamento che gli viene impartito con le parole e con i fatti.

Mentre però la madre non riesce ad adattarsi alla realtà che si rivela insoddisfacente per il suo carattere creativo (e le altre figure femminili, le amiche, la suocera, la propria madre, non fanno altro che ribadirglielo) ed ha ben presente che “nessuno riesce mai a sapere niente di nessuno”, lasciandosi sopraffare dal male di vivere, il padre appare una figura molto più debole ed illusa, incapace di prendersi veramente cura della famiglia e perfino di se stesso, ma in grado, a modo suo, di sopravvivere.

Natalie Portman scava con rispetto nel capolavoro di Amos Oz tramutandolo in poetiche immagini sullo schermo ed esaltando il potere della narrazione capace di rendere straordinarie anche le storie semplici.

(Camilla Lavazza)

 

La scheda del film

Anno: 2017

Titolo orginale: Sipour al ahava va’khoshekh

Titolo internazionale: A Tale of Love and Darkness

Regia e sceneggiatura Natalie Portman

Basato sul romanzo Una storia di amore di tenebra di Amos Oz

Personaggi e interpreti

Fania Klausner né Mussman: Natalie Portman

Arieh Klausner: Gilad Kahana

Amos Klausner bambino: Amir Tessler

Amos Klausner giovane: Yonatan Shiray

Il pionerie: Tomer Kapon

Direttore della fotografia Slawomir Idziak

Montaggio Andrew Mondshein, A.C.E.

Scenografie Arad Sawat

Musiche Nicholas Britell

Costumi Li Alembik

Produttori Ram Bergman, David Mandil

Produttori Esecutivi Nicolas Chartier, Allison Shearmur

Durata 95 min

 

 

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