Comune, volontari, imprenditori: che catena di solidarietà a San Felice!
SAN FELICE DEL BENACO - In distribuzione dolci pasquali e in arrivo pranzi di Pasqua per 60 ultraottantenni che vivono soli. Il sindaco Zuin: «Collaborare è essenziale e possibile! Un atteggiamento da mantenere e coltivare a crisi sanitaria superata».
«Solo insieme potremo uscire da questa emergenza, e solo insieme possiamo viverla e superarla limitando i danni alla salute, fisica e psicologica, dei cittadini in quarantena». Questa la filosofia del sindaco Simone Zuin, infatti nel comune di San Felice del Benaco la stretta collaborazione tra cittadini e amministrazione sta dimostrando che nei momenti di necessità la solidarietà è l’unica strada.
Grazie alle generose donazioni di due privati cittadini, infatti, stanno arrivando in queste ore in tutte le case dolci pasquali, offerti dal proprietario del Market F&D e distribuiti dal gruppo di volontari attivo sul territorio. Un pensiero molto apprezzato da tutti, che sta portando un piccolo segno concreto di vicinanza ad ognuno.
Arriveranno anche pranzi di Pasqua per 60 ultraottantenni che vivono soli, grazie alla famiglia Biondo, proprietaria dell’Hotel Bella di Portese e allo staff che si è messo a disposizione per la preparazione, in collaborazione con i Servizi Sociali. Il pranzo sarà infatti calibrato secondo le necessità della dieta degli anziani che lo riceveranno.
Un circolo virtuoso quindi, una catena solidale che non funzionerebbe se mancasse un solo anello: dal Comune che ha deciso di chiamare a raccolta le tante persone che sul territorio in qualche modo scalpitavano per poter essere utili – e ora si occupano della distribuzione della spesa agli anziani, o delle mascherine donate da benefattori locali -, agli imprenditori che fanno un passo, un gesto in più: una vera e propria comunità, insomma, attiva durante questa emergenza, ma che, nelle speranze di Zuin, potrebbe lasciare il segno anche nel post covid-19.
Dice il sindaco: «Una consapevolezza di quanto collaborare sia essenziale – e possibile! – quando ci si pone reciprocamente all’ascolto e a disposizione nel momento del bisogno, e che potrebbe e dovrebbe essere un atteggiamento da mantenere e coltivare a crisi sanitaria superata».
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