Speculazioni indegne sulle sanificazioni

LAGO DI GARDA - Albergatori e ristoratori dovranno provvedere alla sanificazione degli ambienti, ma le regole non sono chiare. E c'è chi se ne approfitta. Il presidente del Carg: «Speculazioni indegne. Prima di intervenire aspettiamo indicazioni certe».

I ristoratori e gli albergatori lo fanno abitualmente, in occasione delle chiusure annuali. Si vaporizzano dei prodotti disinfettanti, si lasciano i locali sigillati per un po’, e poi si riapre tranquilli.

Un ristoratore titolare di un grande locale capace di contenere 150 coperti per questa operazione spendeva  circa 1.200 euro. «In vista della riapertura – racconta amareggiato – ho chiesto un preventivo: mi hanno chiesto dai 5 ai 6.000 euro». Un rincaro del 500 per cento.

Per fortuna non tutte le imprese sono così spregiudicate, ma è chiaro che c’è sempre chi se ne approfitta.

Il titolare di un piccolo ristorante di Salò si è sentito chiedere 15mila euro per la sanificazione del locale. Una spesa che dopo due mesi a entrate zero non può affrontare. Ora pensa di arrendersi, di chiudere definitivamente.

Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Salò, Giampiero Cipani: «Non vorrei che accadesse quello che è successo all’inizio per le mascherine e che qualcuno pensi di speculare sulle sanificazioni. Il Comune vigilerà. Vedremo se sarà possibile individuare ditte serie disposte a praticare prezzi convenzionati».

Il tema della sanificazione, della dotazione di dispositivi di protezione individuale e delle barriere di plexiglass è al vaglio delle associazioni di categoria, che chiedono, anche su questo fronte, indicazioni definitive, linee guida, protocolli e controlli contro chi specula.

«Ci sono ditte senza scrupoli – dice il presidente del Carg, Mauro Maccarini- che provano a speculare proprio grazie alla confusione. Scandaloso e inaccettabile in un paese civile. Proprio per questo, per evitare che qualcuno approfitti dell’incertezza normativa per speculare in modo odioso, chiediamo indicazioni chiare al Governo. Prendiamo – spiega Maccarini – le barriere in plexiglass. Non è scritto da nessuna parte che vanno installate in ristoranti e alberghi. Eppure c’è chi le sta proponendo come obbligatorie».

Conclude Maccarini: «Ai nostri associati diciamo: prima di acquistare questi dispositivi, aspettate di avere indicazioni certe, di sapere con precisione quali sono le attività da svolgere per mantenere al sicuro voi stessi, i vostri dipendenti e i clienti».

 

 

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