Trama: Katharine Graham, erede del proprietario del quotidiano The Washington Post, ha preso il posto del marito defunto alla guida della Casa Editrice che sta affrontando il difficile passaggio della quotazione in borsa.
È il 1971 e l’editore non è un ruolo consueto per una donna. Pur essendo molto diversa dal Direttore del giornale, Ben Bradlee, troverà il coraggio di sostenerlo nell’indagine su una fuga di notizie governative riguardanti la Guerra in Vietnam, che diverrà una battaglia e un simbolo per la libertà di stampa.
Critica: Film sul giornalismo d’inchiesta ce ne sono stati parecchi, alcuni hanno fatto la storia del Cinema, vengono in mente, tra tanti, “Tutti gli uomini del Presidente” (sempre del Post si trattava e ci viene ricordato alla fine) o il più recente “Il caso Spotlight”, più che altro concentrati sulla figura dei coraggiosi giornalisti; Steven Spielberg sceglie invece di evidenziare il delicato rapporto che intercorre tra editore e direttore di un giornale, mettendo al centro della scena una figura di donna gentile ed educata, che ama veramente il quotidiano eredità di famiglia e si trova a dover fronteggiare dei passaggi difficilissimi, dalla quotazione in borsa alla decisione di sostenere il Direttore nella pubblicazione di scottanti rivelazioni sulla Guerra in Vietnam in nome della libertà di stampa.
Maryl Streep interpreta Katharine Graham mostrandone, con gli sguardi e i sorrisi un po’ sorpresi, la pacata forza, l’intelligenza acuta, la natura riservata, una donna allevata per essere figlia e moglie che si trova alla guida di una grande Casa editrice, con la responsabilità di tanti dipendenti ed un carattere mite che agli occhi di molti la rende inadeguata al ruolo.
Unica donna in una società ancora esclusivamente maschile, sceglie coraggiosamente di sostenere il direttore Ben Bradlee, uomo di carattere quasi opposto a lei (un Tom Hanks audace e dall’atteggiamento sfrontato, lo vediamo fin dall’inizio quando la apostrofa senza riguardi: “Attenta a non sconfinare”).
Katharine è suo malgrado al centro della scena: nel momento della decisione cruciale il regista fa ruotare il nostro sguardo intorno alla sua persona, sola al centro di una stanza, mentre il montaggio ci mostra gli altri partecipanti alla conversazione telefonica (uomini naturalmente) che attendono la sua risoluzione appesi alla cornetta (ed in questo periodo viene spontaneo paragonare questa conversazione di gruppo a distanza alle attuali videoconferenze).
I personaggi sono ripresi spesso in silhouette mentre dialogano in controluce, grazie all’impeccabile fotografia di Janusz Kaminski, ed una traccia “cartacea” lega nella scenografia i lussuosi interni delle case in cui si muove Katharine (la vediamo a letto addormentata tra pile di documenti o appena sveglia mentre legge con la figlia diversi quotidiani), la frenetica redazione con le sue rotative (davvero belli i dettagli della composizione dei caratteri di stampa); i giornali strappati dal vento dalle mani dei giornalisti, le pile di scottanti documenti che finiscono sparpagliati sul pavimento.
Sebbene la maggior parte dell’azione sia provocata dagli uomini (la “fonte”, i cronisti, i politici), lo sguardo devia sempre lateralmente sulle donne (la moglie di Ben Bradlee, che pare quasi invisibile e poi svela di aver capito Katharine meglio di chiunque altro, le silenziose donne che circondano la protagonista attendendo sulla scala che lei apra la porta verso quel mondo da cui sono ancora escluse, la giornalista che riceve la telefonata con l’esito della sentenza).
The Post è una bella lezione sulla differenza tra umiltà ed umiliazione, su come chi è umile possa essere allo stesso tempo coraggiosissimo, mentre chi nasconde la verità per il timore di essere umiliato celi nel suo orgoglio una vigliaccheria criminale.
Camilla Lavazza
LA SCHEDA DEL FILM
Anno: 2017
Regia STEVEN SPIELBERG
Sceneggiatura LIZ HANNAH, JOSH SINGER
Personaggi e interpreti
Katharine Graham MERYL STREEP
Ben Bradlee TOM HANKS
Tony Bradlee SARAH PAULSON
Ben Bagdikian BOB ODENKIRK
Fritz Beebe TRACY LETTS
Arthur Parsons BRADLEY WHITFORD
Robert McNamara BRUCE GREENWOOD
Daniel Ellsberg MATTHEW RHYS
Lally Graham Weymouth ALISON BRIE
Meg Greenfield CARRIE COON
Howard Simons DAVID CROSS
Roger Clark JESSE PLEMONS
Abe Rosenthal MICHAEL STUHLBARG
Tony Essaye ZACH WOODS
Direttore della fotografia JANUSZ KAMINSKI
Scenografia RICK CARTER
Musiche JOHN WILLIAMS
Montaggio MICHAEL KAHN, A.C.E., SARAH BROSHAR
Costumi ANN ROTH
Prodotto da AMY PASCAL, KRISTIE MACOSKO KRIEGER
Produttori Esecutivi TIM WHITE,TREVOR WHITE, ADAM SOMNER, TOM KARNOWSKI Una produzione Amblin Entertainment, DreamWorks, Pascal Pictures, Star Thrower Entertainment
Durata 118 min