Dati Lombardia positivi, Fontana: “Convinto che il 3 giugno ci muoveremo”
Riapertura Regioni dal 3 giugno, ottimista il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: “Abbiamo esaminato i dati che abbiamo inviato all’Istituto Superiore di Sanità e abbiamo potuto evidenziare come gli stessi siano tutti estremamente positivi. Sono tutti in miglioramento rispetto alle precedenti stime”.
Il 3 giugno sarà la data in cui potremo muoverci tra regioni? Ne è convinto il governatore lombardo Fontana, che ha dichiarato: “Questo vuole dire che la situazione sta sostanzialmente migliorando. Ritengo quindi che, in previsione del provvedimento governativo nel quale si stabilirà la riapertura della circolazione tra le diverse regioni, la Lombardia rientrerà sicuramente nel novero delle regioni che avranno libertà di movimento. Sono quindi molto confidente sul provvedimento che verrà emanato dal Governo e sono convinto che dal 3 giugno i lombardi saranno liberi di circolare in tutta Italia.
Professor Signorelli: in Lombardia segnali positivi
“Non esiste solo l’indicatore ‘RT’ per stabilire se una ragione è più o meno a rischio. L’algoritmo su cui si basa l’Istituto Superiore di Sanità fa infatti riferimento a 21 valori che esaminano i singoli aspetti di questa malattia (ricoveri, dimissioni, guarigioni, nuovi casi, e altri)”. Lo ha detto il professor Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e all’Università di Parma, intervenendo durante la diretta trasmessa da ‘Lombardia Notizie’ sulla propria pagina Facebook.
“Bisogna leggere tutti gli indicatori – ha spiegato Signorelli – e avere molta cautela, in particolare per quelli che derivano da nuovi casi. Più che ai dati della singola giornata è necessario fare attenzione ai trend che, in Lombardia, sono in diminuzione. A oggi infatti calano i ricoverati in terapia intensiva e negli ospedali. Tutto lascia intendere, dunque, che possiamo guardare avanti con un moderato ottimismo”.
“È importante – ha proseguito Signorelli – sottolineare un altro segnale importante: in Lombardia, dove c’è una centrale unica per le chiamate di emergenza urgenza, nelle ultime settimane si è tornati, per le urgenze di tipo respiratorio, ai livelli antecedenti il Covid, con pochissimi pazienti nei Pronto Soccorso e quasi nessuno grave da determinare accessi alla terapia intensiva”.
I commenti sono chiusi.