Il Mollificio bresciano, così com’è oggi, nasce dalla ristrutturazione di uno stabilimento industriale progettata dall’arch. Vittoriano Viganò, che a fine anni Sessanta intervenne radicalmente sulle preesistenze della fabbrica costruita nel 1960.
Il Mollificio Bresciano, luogo di produzione di molle a balestra e barre stabilizzatrici, è stato completamente dismesso nel 2004 e da allora non sono ancora state prese decisioni su una possibile nuova destinazione d’uso.
Il futuro dell’area industriale torna oggi di attualità grazie a un’interrogazione rivolta al sindaco di San Felice del Benaco, Simone Zuin, e al presidente del Consiglio comunale Augusto Zane dai consiglieri di opposizione Simona Robusti (lista “San Felice – Portese – Cisano Civica Vivere”) e Luca Serafini (lista “San Felice del Benaco, Portese, Cisano per Passione”), che scrivono: «Considerato che in paese circolano delle voci sempre più insistenti circa la cessione del complesso industriale denominato ex Mollificio Bresciano, in disuso dal 2004, con l’obbiettivo da parte degli acquirenti di insediare un’industria cosmetica».
Le minoranza interrogano il sindaco per sapere: «Se, per quanto a Sua conoscenza, tali voci rispondono al vero; qualora fosse così, se l’Amministrazione comunale ha avuto contatti o ha incontrato gli acquirenti; se l’Amministrazione comunale intende comunque sottoporre quanto prima al Consiglio Comunale l’approvazione di una variante al PGT per vietare nell’area dell’ex Mollificio Bresciano l’insediamento di industrie insalubri di 1^ e 2^ classe».
Staremo a vedere che sviluppi avrà la vicenda.
Riportiamo, di seguito, la scheda relativa all’insediamento industriale pubblicata sul sito dei beni Culturali della Lombardia (la poi vedere anche qui)
Indirizzo: Via Umberto Zerneri 1 – Raffa di Puegnago, San Felice del Benaco (BS) (vedi mappa)
Tipologia: architettura industriale e produttiva; stabilimento produttivo
Caratteri costruttivi:
Cronologia:
Autori:
Uso:
Condizione giuridica: proprietà privata
Il progetto per il nuovo stabilimento realizza un complesso di tre blocchi in cui la struttura portante a vista, composta da travi e pilastri in acciaio con sezione ad H, diventa elemento caratterizzante dell’intero sistema. I volumi degli edifici sono alleggeriti attraverso l’applicazione di una complessa rete di brise-soleil applicati alla struttura metallica che creano una zona di transizione tra interno ed esterno. L’inserimento paesaggistico è felicemente risolto mediante il parziale interramento degli edifici, in modo da lasciare il piano della copertura alla stessa quota del terreno circostante, un nuovo sistema viario comprensivo di un ponte, con l’intento di ridurre il traffico pesante all’interno del centro abitato, e un sistema di percorsi pedonali coperti da pensiline che attraversano gli ampi spazi verdi interni alla fabbrica.
L’architettura del complesso rifugge qualsiasi tentativo di mimesi con il paesaggio agricolo circostante, ma piuttosto cerca di accentuarne la differenziazione anche con l’utilizzo del colore delle strutture rosse e nere. Dei tre blocchi il primo è destinato alla produzione e si sviluppa su tre livelli organizzati su una pianta completamente libera con struttura tinta di nero, come le solette e le pareti verticali che delimitano lo spazio. Il pavimento è invece di colore rosso. Il secondo blocco, che ospita la mensa al piano superiore e gli spogliatoi al piano seminterrato ha la medesima tipologia strutturale ma i colori invertiti: struttura portante esterna rossa, orizzontamenti neri e tamponamenti vetrati. Gli spogliatoi sono scanditi da divisori bassi e illuminati da elementi puntiformi a soffitto. Il terzo blocco, simile al precedente, ospita gli uffici amministrativi ed è affiancato da un parcheggio sotterraneo accessibile dal cortile.
Nel Mollificio Bresciano, luogo di produzione di molle a balestra e barre stabilizzatrici, Viganò interviene radicalmente sulle preesistenze della fabbrica costruita nel 1960. Nel 1987 il mollificio divenne proprietà di Sidergarda Mollificio Bresciano, Gruppo Sogefi, azienda che opera a livello mondiale.
Nel 2004 il complesso è stato completamente dismesso e non sono ancora state prese decisioni su una possibile nuova destinazione d’uso anche se il comune si è impegnato a mantenere la destinazione industriale dell’area.