In difesa del Carpione, prorogato il divieto di pesca
LAGO DI GARDA - Regione Lombardia ha prorogato fino al 2023 il divieto di pesca del carpione, specie esclusiva del Garda a rischio estinzione. Grazie ad analoghi provvedimento in Veneto e Trentino la pesca di questo gioiello della biodiversità è vietata sull'intero lago.
Regione Lombardia, con decreto del 16 novembre scorso, ha prorogato fino al 2 dicembre 2023 il divieto di pesca, sia professionale che sportivo-dilettantistica, della specie carpione (Salmo carpio) nel lago di Garda. Stessi provvedimenti erano stati assunti dal Trentino e dal Veneto. Carpione tutelato sull’intero lago.
Si legge nel provvedimento regionale che è ritenuto «indispensabile continuare a garantire una idonea protezione della specie prorogando il periodo di divieto assoluto di pesca, misura efficace se condivisa su tutto il bacino lacustre».
Il sempre più raro carpione continuerà ad essere tutelato su tutto il lago, dunque, visto che analoghi provvedimenti sono già stati deliberati dal Trentino e dal Veneto.
Le norme fissate prevedono, oltre al divieto assoluto di cattura del carpione, anche il divieto di utilizzo dell’attrezzo denominato «tirlindana da carpione»; il divieto di messa in posa della rete semplice «antanello»; la possibilità di ridurre a 30 metri la profondità oltre la quale è vietata la messa in posa della rete antanello laddove siano presenti aree di frega della specie o siti di presenza del carpione meritevoli di particolare tutela.
Salmo carpio, un patrimonio gardesano
La popolazione del carpione, salmonide autoctono esclusivo del lago di Garda, ha subito negli anni una drastica riduzione: l’andamento del pescato professionale medio annuo è passato da 230 quintali del 1968 a 27 quintali nel 1988 con un continuo calo che ha portato il pescato medio della specie, dal 2007 in poi, al di sotto del quintale.
La specie è oggi considerata in “pericolo critico” secondo la classificazione IUCN ed è inserita nella lista rossa dei pesci d’acqua dolce della direttiva 92/43/CEE.
Il fatto che sia una specie endemica esclusiva del Garda impone adeguati interventi a sua protezione perché esposta ad elevato rischio di estinzione.
Fra le cause del decremento e della fragilità della popolazione del carpione:
- Peggioramento della situazione trofica del lago e degrado qualitativo delle acque che, a partire dalla metà del Novecento, ha profondamente modificato i popolamenti ittici dei laghi sotto l’azione dell’eutrofizzazione, dell’artificializzazione del bacino con regolazione artificiale dei periodi di magra e di piena, la costruzione di scogliere, darsene, spiagge ed il degrado della costa, il taglio del canneto, gli scarichi fognari e le fioriture algali, la presenza di specie alloctone, ecc.; modificazione delle aree di frega in conseguenza delle condizioni trofiche del lago e del degrado di cui sopra;
- prelievo eccessivo da parte della pesca professionale per la ricercatezza delle carni e l’alto valore commerciale;
- competizione alimentare con altre specie planctofaghe (secondo il WWF la specie è in competizione con il coregone; leggi qui);
- in quanto specie endemica presente nel solo Garda è soggetta a ridotta variabilità genetica, premessa per uno stadio di non ritorno.
Il carpione è un endemismo che l’evoluzione biologica ha plasmato in migliaia di anni, regalandolo alla popolazione lacustre: una perla dal valore inestimabile, unica al mondo.
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