La “Mamme del Chiese” replicano all’assessore Mattinzoli
VALSABBIA - Lettera aperta del comitato Mamme del Chiese all’assessore regionale Alessandro Mattinzoli in risposta al suo intervento: “Depuratore del Garda Avanti con il progetto”.
Scrivono le Mamme del Chiese: «Come un sasso gettato nello stagno, a sparigliare le carte di un accordo che faticosamente si sta cucendo in seno al Consiglio Provinciale, arriva puntuale l’articolo in cui Alessandro Mattinzoli – Assessore Regionale allo sviluppo economico in Regione Lombardia – sostenendo tesi trite e ritrite in merito al progetto del depuratore del Garda dice la sua incitando chi di dovere a procedere con il progetto e senza troppi indugi.
Certamente non ci aspettavamo nulla di diverso da chi ha sostenuto anche il primo progetto, quello con un depuratore a Visano, a 35 km dal lago di Garda ma ci chiediamo comunque come possa affermare con tanto cinismo, che “ogni grande tema va affrontato, “ancora più del solito, con concreta attenzione e libero da vincoli ideologici o di principio, o peggio ancora di parte”? Quali vincoli ideologici o di principio, quale parte?
Lei si sta rivolgendo senza rispetto alcuno a chi abita in un territorio già pesantemente compromesso che è prioritario risanare vietando, per prima cosa, di caricarlo di infrastrutture che non gli appartengono e che il buon senso dice debbano competere al bacino di pertinenza.
In questo modo Assessore Mattinzoli, dimostrerebbe con i fatti “il senso di responsabilità e la trasparenza che da sempre, dice, appartengono alla sua parte politica”. Fa bene a ricordare che “le acque benacensi rappresentano il 40% della risorsa idrica disponibile dell’Italia, quindi strategica per le generazioni future”.
Quindi, crediamo concorderà con noi che non spetta solo ad una parte, ad un gestore, ad un comune decidere del suo futuro ma spetta alla collettività che di questa risorsa dovrà avvalersi. Dimostri quindi ufficialmente, pubblicamente e con dovizia di dettagli in che modo il progetto che Lei tanto sostiene è utile alla tutela delle acque del lago,
Noi facciamo parte di quella “parte” di comitati, associazioni e amministrazioni ( se 60 sindaci contrari a questo progetto le sembrano pochi) che, con cognizione di causa, sostengono che nemmeno una goccia delle acque del lago verrà tutelata da questo progetto e abbiamo i dati per dimostrarlo, come abbiamo fatto in tutte le sedi in cui ci è stato permesso farlo.
Francamente è inopportuno continuare ad enfatizzare la pericolosità della condotta sublacuale perché se fosse davvero la “bomba ecologica” che paventate, avreste già provveduto a sostituirla, visto che per la costruzione di un impianto di depurazione occorrono una decina d’anni, se tutto procede senza intoppi mentre in poche decine di mesi il lago può essere messo in sicurezza con la sostituzione della tubatura sotto il lago.
Quindi non è questa “bomba ecologica” la causa che vieta di “dare certezze allo sviluppo di un grande territorio che fa del turismo e della sostenibilità ambientale il fattore principale della sua attrattività, nonché il perno della sua economia”
Giusto il concetto, se non fosse che per promuoverlo vengono calpestati i diritti e le prerogative di un altro “grande” Territorio che anela a fare del turismo e della sostenibilità ambientale uno dei fattori della sua attrattività e della sua economia: i bacino del fiume Chiese..
E’ assolutamente falso che chi manifesta contrarietà non abbia avanzato proposte alternative, lo possiamo dimostrare, solo che non le avete mai volute ascoltare, è cosa ben diversa.
Continua dicendo che “giova sottolineare che la depurazione non è una discarica a cielo aperto, non compromette gli equilibri ecologici, come sta a dimostrare la più che decennale esperienza positiva del depuratore di Peschiera” e che “L’Istituto Mario Negri di Milano ha sancito che il Mincio è uno dei fiumi più sani e qualitativamente più buoni d’Italia” e quindi qual è il problema? Se questa opera tanto giova all’ambiente, se è fonte di turismo, se migliora il posto in cui viene realizzata, senza alcun indugio venga progettata nel bacino lacustre!!.
Gli amministratori gardesani dovrebbero fare la fila per proporre i loro territori quali sedi dell’impianto ma fino ad oggi nessuno si è fatto avanti, come mai?
Assessore Mattinzoli ci dispiace ricordarle che per la carica che ricopre nell’Amministrazione regionale lombarda dovrebbe sapere che non esistono territori di serie “A” e territori di serie “B”. Non ha speso una parola nel suo scritto per le problematiche del bacino del Fiume Chiese e nemmeno in merito alle enormi spese energetiche e di manutenzione che la soluzione Gavardo – Montichiari andrà a scaricare sulle bollette di tutti gli abitanti della provincia di Brescia, perché non rendere noto questo importante dettaglio? Perchè non dire pubblicamente quanto costerà ai contribuenti bresciani costruire e mantenere per i prossimi 50 anni quest’opera?
Noi Mamme del Chiese e del Garda da tempo stiamo chiedendo i dati epidemiologici che riguardano la salute dei nostri concittadini, dati che riteniamo indispensabili per giungere ad un progetto equanime. Dimostri il suo interessamento anche nei confronti del nostro territorio preoccupandosi di farceli avere al più presto dato che la sua amministrazione regionale ci ha detto che non li ha.
Desideriamo che vengano prese in considerazione come variabili determinanti nella valutazione di questa decisione così impattante, la tutela delle nostre comunità, nonché quella di tutti i territori del lago di Garda e del fiume Chiese e non unicamente gli interessi di natura economica e finanziaria, sicuramente importanti, ma mai quanto la salute pubblica e il bene comune».
Per le mamme del Chiese: Piera Casalini – Roberta Caldera
Per le Mamme del Garda: Paola Pollini
La posizione dell’assessore Mattinzoli
Ecco quanto scritto da Alessandro Mattinzoli, assessore regionale e coordinatore provinciale Forza Italia, in un intervento pubblicato sul Giornale di Brescia del 15 novembre.
«Viviamo un momento estremamente difficile e ogni grande tema va affrontato, ancora più del solito, con concreta attenzione e libero da vincoli ideologici o di principio, o peggio ancora di parte.
È questo l’invito e l’appello di Forza Italia, formulato con il senso di responsabilità e la trasparenza che da sempre ci appartengono e ci caratterizzano. Il nuovo depuratore del Garda e la tutela di questo grande bacino idrico rientrano a pieno titolo tra le nostre priorità, ormai indifferibili (ricordiamo che le acque benacensi rappresentano il 40% della risorsa idrica disponibile dell’Italia, quindi strategica per le future generazioni).
È infatti necessario dimostrare di saper utilizzare positivamente le risorse finanziarie oggi disponibili, ovvero i 100 milioni di euro garantiti dal ministero dell’Ambiente. È altresì indispensabile disinnescare nel più breve tempo possibile la bomba ecologica rappresentata dalla condotta sublacuale ormai obsoleta, per dare certezze allo sviluppo di un grande territorio che fa del turismo e della sostenibilità ambientale il fattore principale della sua attrattività nonché il perno della sua economia. Molto lavoro è stato fatto per arrivare ad un progetto sostenibile, in grado di accogliere le istanze della nostra comunità e preservare gli interessi generali del territorio.
Ora invece pare che il problema si riduca al «dove collocarlo» e non a «come realizzarlo», con che caratteristiche e con che garanzie tecniche di sicurezza. Garanzie dettagliate che gli studi finora condotti dall’Università hanno esplicitato e fornito in più sedi ed a vari livelli. Al contrario chi manifesta contrarietà non presenta alcun piano alternativo, oppone semplicemente resistenza senza formulare proposte idonee a raggiungere l’obiettivo di superare la potenziale emergenza.
Giova ricordare e sottolineare che la depurazione non è una discarica a cielo aperto, non compromette gli equilibri ecologici, come sta a dimostrare la più che decennale esperienza positiva del depuratore di Peschiera; un recente studio dell’istituto Negri di Milano ha infatti sancito che il Mincio è uno dei fiumi più sani e qualitativamente più buoni d’Italia. Ora devono prevalere le esigenze di sostenibilità ambientale e di sviluppo economico dei nostri territori, tra i più colpiti dalla crisi generata dalla pandemia. Questo è il compito che spetta alla politica e da qui trae origine, l’appello di Forza Italia: con senso di responsabilità bisogna anteporre gli interessi generali a quelli particolari. Attendere ulteriormente, senza decidere cosa fare – conclude Mattinzoli -, espone il Garda e i territori vicini a rischi molto gravi. A noi sta appunto la responsabilità di evitare che ciò accada».
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