L’ultimo volta l’avevamo incontrato quattro anni fa quando, ancora una volta, decise di aprire i suoi straordinari archivi, per allestire l’ennesima mostra tratta dalla sua sterminata collezione di documenti, manifesti e fotografie risalenti soprattutto agli anni della seconda guerra mondiale.
Come un segugio della storia, sin da ragazzino Galante ha raccolto memorie con consentissero di ricostruire la “storia minuta”, «quella – aveva scritto Maria Cecilia Merzari nella prefazione di un suo libro – che la gente fa giorno per giorno, ora per ora, con i gesti, le parole, con i cibi che mangia, i dolori che sopporta, la fatica, il riposo, il gioco, anche quel gioco brutale che porta il nome di guerra e che talvolta trasforma e stravolge il semplice ritmo quotidiano».
Una passione per la storia coltivata sin da quando, negli anni della Rsi, Galante faceva il garzone presso il panificio Silveri, in via Garibaldi a Salò, e mantenuta fino ad oggi, in lunghi anni cadenzati da minuziose ricerche che nel tempo hanno alimentato il suo personale patrimonio archivistico.
Quando l’abbiamo incontrato nel gennaio del 2017, per alcune esposizioni organizzate all’Arci di Salò, era da qualche tempo che non apriva i suoi archivi. «La storia deve esserci di insegnamento – ci aveva detto – è bene che i documenti della mia collezione possano essere visti soprattutto dai giovani, che devono comprendere i sacrifici fatti per godere della libertà che abbiamo oggi».
In quell’occasione Galante aveva organizzato un ciclo di esposizioni intitolato «Mostre per ricordare», con documenti sulla Shoah, sugli alpini e la campagna di Russia, sui bombardamenti avvenuti sul Garda e dintorni durante la seconda guerra mondiale e sui manifesti e personaggi locali della Rsi.
Ogni mostra aveva una decisa connotazione “gardesana”, proponendo documenti e testimonianze locali. E Galante, anche in quell’occasione, non rinunciò a dar voce alla sua indole polemica, criticando la sezione del MuSa, il museo civico di Salò, dedicata alla Rsi: «L’allestimento non ha alcun riferimento locale, a fatti e protagonisti né della Rsi, né della Resistenza. Sembra che qui non sia successo nulla».
Galante ha firmato diversi libri dedicati alla storia locale, da «La città di Salò negli anni della Resistenza» a «La presenza militare tedesca sulla costa occidentale del lago di Garda 1943-1954» ad «Accadeva sul Garda e dintorni, 1915-1945», una sorta di breviario di storia locale del Novecento. Il volume riporta numerose fotografie, circolari, volantini, manifesti, lettere, telegrammi, prime pagine dei giornali per disegnare, a squarci, vicende di trent’anni che hanno caratterizzato il vivere quotidiano sulla riviera bresciana del Garda.
Originario di Salò, residente a Puegnago, Luciano Galante se ne è andato giovedì 3 dicembre, lasciando la moglie Mina. Riposa presso la Domus Funeraria Rodella, in via Bezzecca a Salò, dove oggi, sabato, alle 17 è prevista una cerimonia civile di salute.
Lo hanno ricordato anche gli amici della Benaco Salò Calcio, con un post su Facebook che riportiamo (dal quale è tratta la foto qui sopra e quella sotto): «Vogliamo ricordare la scomparsa di Luciano Galante (90 anni compiuti il 12 novembre) molto conosciuto per i suoi libri storici e del suo archivio della Seconda Guerra mondiale ma molti non sanno che è stato un grande punto di riferimento della nostra amata Benaco Salo’.