Sembra arrivare da un mondo incantato le fotografie postate sulla pagina Facebook del rifugio Altissimo Damiano Chiesa.
La neve caduta nei giorni scorsi e l’abbassamento delle temperature hanno trasformato il paesaggio attorno al rifugio, che si trova a circa 2060 metri di altezza.
La neve gelata, portata dal vento, ha ricoperto le pareti del rifugio con uno strato bianco che trasforma la struttura in una vera e propria casa di ghiaccio.
Qui sotto altre foto, postate da Fausto Zoller dopo un’escursione fatta con alcuni amici la mattina di giovedì 10 dicembre.
Il rifugio venne costruito dalla SAT tra il 1889 ed il 1891, a poche decine di metri sotto la cima del Monte Altissimo di Nago (2079 m.) e fu inaugurato nel 1892. La cima dell’Altissimo era fin da allora una meta assai frequentata e la si raggiungeva anche in inverno con la neve. Successivi ampliamenti vennero portati a termine nel 1897 e nel 1906.
Nel corso della grande guerra 1914-1918, il rifugio non subì gravi danni tanto che nel 1921 era nuovamente efficiente, mentre nel 1919 venne dedicato al martire trentino Damiano Chiesa.
La seconda guerra mondiale, invece, lasciò il rifugio in pessime condizioni. Nel 1955 il rifugio subì un decisivo intervento conservativo.
Verso la fine degli anni ’60 con il miglioramento della viabilità sul Monte Baldo, l’allargamento della carrozzabile tra Brentonico e Ferrara di Monte Baldo e con la costruzione della Funivia Malcesine-Bocca Tratto Spino, il rifugio ritornò a registrare un considerevole aumento di presenze.
Nel 1963 la sezione SAT di Rovereto cede il rifugio alla sezione SAT di Mori che durante il corso degli anni provvede ad una serie di ampliamenti migliorativi e importanti ristrutturazioni che tra il 1971, 1994, 2005 e 2015 doteranno il rifugio di adeguamenti igienici, insolazione termica, approvvigionamento idrico ed impianto elettrico con sistemi eco-sostenibili e di avanguardia.
L’ambiente e il facile accesso fanno dell’Altissimo e del suo rifugio una meta anche per la stagione invernale. Dalla vicina vetta il panorama è vasto e magnifico; la vista passa dall’azzurro intenso delle acque del Garda alle catene che formano un’orizzonte di vette di 360 gradi. Di grande interesse è anche la presenza di rare specie botaniche di cui particolarmente ricca la Riserva naturale Bes-Corna Piana. Il paesaggio del Baldo è interessante anche dal punto di vista delle architetture rurali: baite e malghe che testimoniano attraverso materiali e singolari tipologie costruttive una storia e una cultura nata tra i monti.