I tre, un uomo di 52 anni e due donne di 32 e 26 anni, di Costermano (VI), erano partiti per un giro ad anello con le ciaspe dall’Osservatorio di Novezzina.
Seguendo la traccia del sentiero sul cellulare, erano però arrivati in un punto dove avrebbero dovuto superare un ripido traverso appoggiato a una roccia e, ormai buio e non riuscendo ad avanzare, hanno chiesto aiuto.
Ottenute dalla Centrale operativa del 118 le coordinate tramite Whatsapp, una squadra di tre soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS di Verona è partita Rivoli per poi risalire con sci e pelli, mentre altri due soccorritori si sono mossi da Verona portando il quad.
Una volta avuto il contatto vocale, individuati nella zona del Passo del Cerbiolo, a sud del Monte, per i soccorritori non è stato semplice raggiungerli, per la presenza di salti di roccia da aggirare. Avvicinatasi, la squadra ha quindi optato per il passaggio di lato lungo il pendio verticale che li aveva bloccati, battendo con gli scarponi una traccia nella neve dura.
Una volta dai tre, li hanno assicurati e uno alla volta li hanno accompagnati al di là del tratto rischioso, per poi guidarli fino alla strada forestale dove attendeva il quad che li ha trasportati a Novezzina all’una e venti di notte.
Per fortuna nessuno si è fatto male! Ma ancora una volta si evidenzia una mancanza di una corretta cultura della montagna anche in chi i monti li frequenta.
A tal proposito riprendiamo le parole di un post del Rifugio TELEGRAFO, Gaetano BARANA, Monte BALDO a commento dell’intervento di questa notte: «Tutti possono sbagliare, succede anche ai professionisti, ma per muoversi in montagna in maniera adeguata è assolutamente necessario migliorare la nostra cultura, il nostro approccio ad essa… partendo dalla giusta scelta dell’itinerario! E se nasce un dubbio lungo il percorso? O vien tardi? Tornare indietro non è una sconfitta, ma un segno di Cultura!».
I commenti sono chiusi.