Com’era Castelnuovo del Garda

CASTELNUOVO - Si intitola Com’era Castelnuovo del Garda il bel libro frutto del lavoro di sette giovani intraprendenti: Sofia Faccioli, Francesca Ferrari Casalaina, Giorgia Lanari, Alessia Paganotto, Enrico Pasin, Riccardo Ruggiero e Pietro Zuccotti.

Il volumetto, realizzato con il coordinamento dell’educatore Michele Sartori, raccoglie le fotografie storiche di Ferdinando Lorenzini e dell’archivio di foto Impiumi.

Come spiega l’assessore alla Famiglia Marilinda Berto nella prefazione del volumetto, Com’era Castelnuovo del Garda «mira a mantenere viva la fiamma del ricordo della storia del paese. Ciò avviene attraverso il racconto delle memorie dello storico del posto Fernando Lorenzini, che ha donato le sue preziose fotografie storiche e i ricordi di una vita».

Ed ecco la sorpresa: per offrire a tutti i castelnovesi la possibilità di scoprire tante immagini inedite del nostro paese, il libro è scaricabile gratuitamente a questo link.

Correva l’anno 1960.

Scrive inoltre Famiglia Marilinda Berto nella prefazione: «È mio forte desiderio che questo ed altri progetti di incontro tra generazioni possano continuare nel tempo. Il nostro territorio offre una moltitudine di possibilità di esplorazioni storiche, turistiche, culturali e non solo… Pensiamo soltanto all’aspetto enogastronomico e agricolo: non ci manca nulla, viviamo in un contesto pieno di risorse. Tutti noi dovremmo esserne più consapevoli e impegnarci in prima persona per valorizzare il luogo dove trascorriamo la nostra vita, come hanno saputo fare egregiamente questi nostri giovani, sapientemente guidati dal Servizio Educativo Territoriale.

Classe 1955 circa.

Ferdinando Lorenzini è nato a Versailles in Francia il 4 febbraio 1937, ma il suo cuore è castelnovese. Si è trasferito con la famiglia a Castelnuovo del Garda il 5 marzo del 1942. Al tempo la guerra era ancora in atto e la loro casa non ancora ultimata, perciò si trasferì con la famiglia nella casa dei nonni, la Casa Venezia, iniziata a costruire nel 1922. Rimase in quella casa accogliente per due anni: nel 1944 si trasferì con la sua famiglia in località Campagnola, vicino alla stazione ferroviaria. Proprio per la sua vicinanza ai binari l’abitazione rimase (per gli standard di oggi) incompiuta fino alla fine della guerra.

La sua infanzia dunque è stata come quella di tanti altri italiani cresciuti nel secondo dopoguerra: pochi soldi e tanti sogni. I primi anni di vita li ha passati in una casa senza tetto, costruita con materiale di scarto preso da case arilicensi bombardate, con il terrore delle bombe durante gli anni della guerra e di “Pippo” durante gli anni della Repubblica di Salò. Nonostante il poco denaro, l’ironia non ha mai abbandonato i castelnovesi. Tra i nomi che cita il signor Lorenzini spunta un certo signor Marzati, detto “Lolo”, un vero burlone, che riuscì ad ingannare anche il signor Sella, proprietario della villa Sella, facendogli credere che gli americani volessero accamparsi sui suoi campi e costringendolo così a falciare il grano non ancora maturo.

Castelnuovo com’eravamo: la Festa dell’uva del 1972.
Verso la fiera di Cavlcaselle.
Una rappresentanza dei ragazzi autori del progetto ricevono in municipio l’apprezzamento del sindaco Giovanni Dal Cero e dell’assessore Marilinda Berto per il pregevole lavoro svolto.

 

 

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