Il Museo Rambotti riparte: apertura e nuovo allestimento
DESENZANO DEL GARDA - Nuova inaugurazione e nuova ripartenza in grande stile per una parte importante del cuore pulsante della cultura di Desenzano del Garda.
La novità di questa riapertura riguarda la sala palafitticola del Lavagnone, predisposta con un nuovo design innovativo e con una grande attenzione per la riqualificazione dell’ambiente: un intervento doppiamente importante perché in questo spazio sarà inserita, alla fine del percorso di restauro, la piroga rinvenuta nel corso degli scavi dell’Università degli Studi di Milano al Lavagnone (ne avevamo scritto qui), a cui sarà dedicato un allestimento speciale.
La scoperta, lo ricordiamo risale al 2019, quando nel corso della campagna di scavo dell’Università degli Studi di Milano vennero rinvenuti un giogo e una piroga scavata nel tronco di una grande quercia, risalenti a circa 4.000 anni fa, presso il Lavagnone, sito palafitticolo dell’età del Bronzo (2200-1200 a.C.), che dal 2011 è incluso nel patrimonio UNESCO (www.palafittes.org), famoso per il ritrovamento avvenuto negli anni ’70 di uno degli aratri più antichi al mondo, anch’esso esposto presso il Museo Civico Archeologico “G. Rambotti”.
Ancora una volta dunque il Museo si muove nella direzione di un futuro ben radicato alle sue origini ma che guarda costantemente all’innovazione.
Sono intervenuti all’inaugurazione: il Sindaco Guido Malinverno, Francesca Cerini Assessore alla Cultura, Claudia Carzeri Consigliere Regione Lombardia, Cristina Longhi Soprintendenza Archeologia Belle Arti Brescia e Bergamo, Claudia Mangani Conservatrice Museo Rambotti e Flavio Casali Presidente del Museo Rambotti.
Il Museo è aperto il giovedì dalle 9.30 alle 13.00 e il venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00.
Il Civico Museo Archeologico di Desenzano del Garda, intitolato a Giovanni Rambotti, è stato inaugurato nel 1990 e riallestito nel 2011.
L’idea di istituire un museo archeologico dedicato alla preistoria del lago di Garda era già maturata agli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso in seguito agli importanti risultati conseguiti con gli scavi condotti da R. Perini al Lavagnone e alla clamorosa scoperta di un aratro; al recupero di materiali raccolti da appassionati locali nelle numerose palafitte sommerse lungo le rive meridionali del lago; alle sistematiche raccolte di superficie effettuate sempre al Lavagnone in occasione delle periodiche arature; all’attività del Gruppo Archeologico di Desenzano (G.A.D.) e del gruppo “La Palafitta”, che con assidue prospezioni del territorio di Desenzano e di Lonato, andava rivelando per la prima volta l’esistenza di numerosi siti del Mesolitico sparsi nell’area dell’anfiteatro morenico benacense.
Il nuovo percorso espositivo prevede una sezione iniziale dedicata alle fasi più antiche di occupazione del territorio di Desenzano (Paleolitico, Mesolitico e Neolitico).
Il percorso prosegue con una sezione in cui vengono illustrate le attività artigianali dell’età del Bronzo, con un approfondimento dedicato all’agricoltura. Ampio spazio è dato al tema delle palafitte, entrate a far parte nel 2011 della Lista Patrimonio Mondiale UNESCO con il sito seriale transnazionale “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, che comprende 111 villaggi preistorici palafitticoli distribuiti fra Francia, Svizzera, Germania, Austria, Italia e Slovenia. Gli abitati palafitticoli italiani iscritti sono situati in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Tra i siti lombardi è presente anche l’abitato palafitticolo del Lavagnone ai cui scavi e reperti è dedicata una intera sala del Museo. Un’altra sala ospita i materiali della collezione dell’avv. Mosconi, sempre provenienti dal Lavagnone, e importanti reperti da altri insediamenti palafitticoli del territorio gardesano.
All’esposizione dei materiali si affiancano numerosi pannelli didattici e un totem interattivo in cui sono illustrati i principali rinvenimenti archeologici dell’area gardesana.
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