Il castello di vetro. La recensione di Camilla Lavazza
Lunedì 8 marzio alle 21 su Rai Tre c'è "Il castello di vetro", film del 2017 diretto da Destin Daniel Cretton. E' l'adattamento cinematografico delle memorie omonime di Jeannette Walls, pubblicate nel 2005. Ce ne parla Camilla Lavazza.
Trama: Jeannette Walls è cresciuta in una famiglia fuori dagli schemi e sempre in fuga da da una baracca all’altra in città minerarie semiabbandonate, a bordo una macchina scassata in compagnia dei genitori sognatori e irresponsabili e di tre spauriti fratellini dai capelli rossi.
Ora è un’affermata giornalista di New York, seppur solo di rubriche di pettegolezzi, ed è sul punto di convolare a nozze con un giovane e ricco consulente finanziario, quando nella sua vita rispunta l’ingombrante famiglia di origine, costringendola ad affrontare i ricordi del suo passato.
Critica: molte figure femminili, sfaccettate ed umane, nel bene e nel male, emergono dal racconto della vita – vera – della scrittrice Jeannette Walls, tradotta sullo schermo con grande sensibilità e un tocco di ironia gentile dal regista Destin Daniel Cretton: la protagonista, una donna forte che attraverso la scrittura ha saputo superare i traumi di una vita precaria e di una famiglia disfunzionale, incarnando il sogno americano di chi può farcela anche venendo dal nulla; la madre, una sognatrice incosciente ed immatura, dipendente dal marito, carismatico, selvaggio ed alcolizzato; le sorelline affamate e solidali, perfino un’anziana laida e perversa a cui non si può dare il nome di nonna.
Gli uomini, il fidanzato, buono ma senza carattere, il fratello, indifeso più delle sorelle, paiono invece scomparire davanti alla personalità del padre, incapace di concretizzare i suoi sogni forse geniali, attaccabrighe sbruffone e perdente, totalmente contraddittorio, filosofo alcolizzato e tormentato che vuole costruirsi un mondo tutto suo (in quel “confine tra la turbolenza e l’ordine, dove non ci sono regole”), interpretato da un magistrale Woody Harrelson che riesce a farsi amare ed odiare insieme, che sfrutta fino in fondo la sua fisicità, camaleontico nella somiglianza al vero Rex Walls, come si può vedere dagli spezzoni di documentari mostrati sui titoli di coda.
Tutto rimane sempre in seno alla famiglia, non ci sono amici con cui confidarsi, la famiglia è l’unico riferimento (commovente la scena in cui la ragazzina in ospedale riconosce l’arrivo del suo “branco” e risponde ai loro ululati di richiamo), sia che si cerchi di scappare, sia che si torni indietro.
La famiglia che si sposta da uno Stato all’altro in un peregrinare speranzoso ma illusorio, proprio come illusorio è il sogno del “Castello di vetro”, la favolosa casa ad energia solare, di puro vetro trasparente, che il padre non smette mai di progettare pur vivendo in baracche sempre più fatiscenti e malsane (ottima l’opera della scenografa e del direttore della fotografia che lavora in sottrazione, senza appesantire una storia già molto carica di emozioni) .
Il punto di vista è naturalmente quello di Jeannette, ed è uno sguardo che avvince e conquista per la sua sincerità, perché riesce ad essere sempre amorevole e comprensivo anche quando ci racconta i lati più oscuri e sgradevoli del suo nucleo di origine.
L’autrice del libro ha raccontato di quanto sia rimasta impressionata e commossa dall’interpretazione degli attori protagonisti, a partire da Brie Larson che la impersona adulta, un’attrice magnetica, come si era già visto in Room, capace di esprimere una forza straordinaria con la sua sola presenza in scena, ma anche dalle straordinarie bambine che danno vita alle personalità delle sorelle Walls.
La parte più difficile è sicuramente quella affidata a Naomi Watts, ovvero quella della madre a cui interessa più inseguire la sua illusione di artista che prendersi cura dei figli (una curiosità, i quadri che si vedono nei film sono le autentiche opere della signora Rose Mary Walls che inizialmente era restia a concederle, temendo di essere messa in ridicolo); ma la Watts è attrice tanto brava da riuscire a rendere degno di compassione anche un personaggio incapace di essere un genitore, ovvero di proteggere i figli e di sacrificarsi per loro.
Ciò che emerge soprattutto, nonostante i traumi scioccanti derivanti dallo stile di vita a cui i piccoli Walls sono sottoposti (con scene degne di un racconto di Dickens), sono i continui incoraggiamenti (a volte spinti fino alla violenza, come nella scena della piscina), la fiducia illimitata (esasperata fin dove la libertà diventa abbandono incosciente ed egoista), e gli elogi incoraggianti che questi due genitori, soprattutto il padre, elargiscono ai figli, impedendo loro di sentirsi vittime e miracolosamente donandogli, sebbene non intenzionalmente, la forza di prendere il volo e cambiare da soli le loro vite (la promessa di Jeannette ai fratelli: “andremo a scuola”, simbolo dell’ingresso nella normalità, suona particolarmente emozionante di questi tempi).
Un racconto appassionato e sincero ma mai spietato, anzi, molto compassionevole nei confronti di genitori umanamente fragili e irresponsabili, osservati con lo sguardo di una figlia che ha saputo affrontare il proprio passato e condividerlo, affinché anche noi possiamo essere incoraggiati a ripercorrere il nostro.
Camilla Lavazza
Scheda del film
Titolo originale: The Glass Castle
Regia DESTIN DANIEL CRETTON
Sceneggiatura DESTIN DANIEL CRETTON
ANDREW LANHAM
Dal romanzo di JEANNETTE WALLS
Interpreti e personaggi:
BRIE LARSON Jeannette Walls
WOODY HARRELSON Rex Walls
NAOMI WATTS Rose Mary Walls
MAX GREENFIELD David
ELLA ANDERSON Jeannette Walls da giovane
JOSH CARAS Brian Walls
SHREE CROOKS Maureen Walls da giovane
BRIGETTE LUNDY-PAINE Maureen Walls
CHARLIE SHOTWELL Brian Walls da giovane
CHANDLER HEAD Jeannette Walls da bambina
SADIE SINK Lori Walls da giovane
OLIVIA KATE RICE Lori Walls da bambina
IAIN ARMITAGE Brian Walls da bambino
EDEN GRACE REDFIELD Maureen Walls da bambina
Fotografia BRETT PAWLAW
Scenografie SHARON SEYMOUR
Costumi MIRREN GORDON-CROZIER
Montaggio NAT SANDERS
Casting RONNA KRESS
Musiche JOEL P WEST
Prodotto da GIL NETTER
Produttore esecutivo MIKE DRAKE
Casa di produzione LIONSGATE – NETTER PRODUCTIONS
USA 2017
Durata 127 minuti
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