Riapre al pubblico la più grande limonaia del Garda
TIGNALE - Da sabato 1° maggio sarà aperta al pubblico la Limonaia Pra dela Fam. di Tignale, bellissimo giardino d'agrumi settecentesco affacciato sul lago.
In questo primo periodo di apertura, sarà visitabile ogni sabato e domenica dalle ore 11 alle ore 17, nel proseguo della stagione sarà aperta durante tutta la settimana, ad eccezione del martedì, con gli stessi orari.
Il biglietto di ingresso di 2 € include la possibilità di usufruire delle dettagliate spiegazioni fornite dall’audioguida, predisposta da Domenico Fava, sapiente ricercatore di storia e cultura locale.
Il Lago di Garda, soprattutto la sua riva occidentale, con le sue numerose “limonaie” offre ai visitatori notevoli esempi di strutture architettoniche introvabili a queste latitudini, testimonianze tangibili di un’epoca e di una civiltà unica.
Le limonaie ebbero origine nel XIII Secolo, quando si introdusse sul Garda la coltivazione degli agrumi. Nacquero allora quelle caratteristiche serre, atte a proteggere le preziose piantagioni dai possibili rigori invernali. Molti abitanti rivieraschi, tenaci contadini, barcaioli e pescatori, si trasformarono presto in giardinieri. L’economia complessiva ne risentì positivamente: la produzione, abbondante e pregiata, fu destinata con gran profitto quasi esclusivamente all’esportazione verso i paesi dell’Europa centrale.
Oggi di questi monumentali complessi architettonici ne sono rimasti un po’ ovunque, anche nei centri abitati, ma sicuramente tra le più importanti e ben tenuta struttura è la Limonaia Pra dela Fam, ubicata nella località omonima, dinanzi al porto di Tignale.
La serra del Pra dela Fam presenta gli elementi tipici delle limonaie del Garda: una massiccia muraglia che la richiude a ridosso della montagna, due muraglie laterali lungo gli otto terrazzamenti (còle), i pilastri, la travatura del tetto in legno, i caselli per il deposito dei materiali di copertura invernale, la vasca per la raccolta dell’acqua e le canalette per l’irrigazione, le scale e le mensole in pietra.
La fioritura, la maturazione e la raccolta dei limoni
In aprile-maggio c’è la prima fioritura, cui fanno seguito quelle più moderate di giugno e luglio e quindi “l’agostana al risvegliarsi della vegetazione novella”. Sempre in aprile-maggio si raccolgono i limoni fioriti un anno prima: è la raccolta (spicanda) più abbondante. Il frutto è più ruvidetto e meno rotondo, quello di giugno e luglio il migliore (con la buccia liscia e bella tonda), quello agostano piccoletto e senza semi, meno pregiato. C’è anche fioritura e raccolta in settembre e ottobre, ma molto più ridotta.
Fioritura e raccolta proseguono, ridotte, fino a settembre e ad ottobre. Tenendo conto della produzione di un decennio, una pianta in piena attività fornisce mediamente, nelle due raccolte principali di maggio e giugno, 500-600 limoni. Sono raccolti a mano, stando su appositi scalini o treppiedi in legno, e riposti in un capace sacco (grumial) in pelle d’animale.
Un tempo i limoni venivano suddivisi secondo la loro grossezza in “fini, sopraffini, scarti, scartabelli e cascatici”; erano poi incartocciati e disposti in casse di legno per il trasporto con barche e carri. I migliori erano esportati soprattutto in Austria, Germania, Polonia e Russia (su barche e carri) e utilizzati soprattutto in farmacia per ricavarne l’acido citrico, il rimedio più efficace contro lo scorbuto. Costituivano perciò un prodotto di pregio, che garantiva buoni guadagni.
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