L’altra faccia del turismo bike
LEDRO - C'è un vivace dibattito sul progetto di un percorso bike per Malga Dromaè, sopra Ledro. Alcuni comitati ambientalisti, ma anche la stessa SAT, sono contrari: «I risultati del Bike Park Gardatrentino sono evidenti: sentieri rovinati, difficilmente percorribili e pericolosi per la precarietà del fondo e l'irruenza dei discesisti».
Pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dal Coordinamento per la tutela dell’ambiente Alto Garda e Ledro a firma del Comitato Salvaguardia Olivaia, Comitato Sviluppo Sostenibile e WWF Trentino.
«Alcuni giorni fa il quotidiano L’Adige riportava la nota di Michil Costa, importante e lungimirante albergatore altoatesino, il quale si rammaricava per le molte battaglie perse a favore della tutela ambientale e concludeva: “Dovremmo capire che lo sviluppo economico non può prescindere da quello culturale. È giunto il momento adesso più che mai, di prendere decisioni forti con coraggio e coscienza…”.
Passate poco più di 48 ore veniamo ricondotti alle vecchie logiche di uso e abuso del territorio dall’intervento del neo presidente dell’A.p.T. Garda Dolomiti S.p.a., Silvio Rigatti a favore al progetto per il collegamento Bocca Giumella – Malga Dromaè sostenuto con vigore dalla Giunta ledrense, nonostante i numerosi pareri contrari tra i quali spiccano quelli delle SAT.
Prima di motivare il suo favore ha sentito il bisogno di riferire di essere sensibile ai temi ambientali, e chi non lo è oggi? La parola ambiente è diventata un pezzo del marketing personale e territoriale; eppure, la realtà che ci circonda dimostra l’esatto contrario.
Dopodiché descrive i luoghi: c’è già una forestale, c’è già una mulattiera, ci sono già 300 metri di sentiero, ci sono le mucche al pascolo che “rovinano” il terreno: e dunque cosa potrebbero danneggiare con i loro passaggi le mountain bike?
A questo proposito ci permettiamo di suggerire a chi avesse ancora dei dubbi sui danni e il disturbo dei bikers di effettuare altri sopralluoghi magari sul Baldo dove il sentiero per l’Altissimo è ormai impraticabile per gli escursionisti, dove proliferano le navette, se non addirittura degli elicotteri che portano in quota i bikers.
Dopo anni i risultati del Bike Park, tanto voluto da A.p.t. Gardatrentino, sono evidenti: sentieri rovinati, spesso difficilmente percorribili e pericolosi sia per la precarietà del fondo dissestato sia per l’irruenza e la velocità dei discesisti, sono sotto gli occhi di tutti i sentieri dal Brione, al Baldo, allo Stivo, alla Rocchetta, al Misone e alle zone di San Giovanni.
I divieti previsti non sono idonei, né efficaci; spesso vengono posti solo dopo anni e in alcuni punti, per poi finire rapidamente divelti e non più ripristinati (nonostante le continue segnalazioni) e comunque, anche quando ci sono, non vengono fatti rispettare.
È forse utile ricordare – continua il Coordinamento per la tutela dell’ambiente Alto Garda e Ledro – che la questione di Malga Dromaè era già stata discussa al tavolo Outdoor di concertazione per questo tipo di interventi nel 2017 e secondo la SAT e il Comune di Riva del Garda gli impatti in termini di tutela dell’ambiente e del territorio erano stati ritenuti inaccettabili. Se si aprirà anche quel percorso è evidente che non sarà come descrive il signor Rigatti a basso impatto, sappiamo tutti benissimo e l’esperienza insegna che una volta aperti nuovi transiti si crea intorno ad essi una richiesta di servizi che finiranno per accrescere la presenza di mezzi meccanici su cime o pendii in un’area il cui valore naturalistico riconosciuto a livello europeo.
Il Crinale Pichea-Rocchetta è per la presenza di avifauna ZPS (Zona di Protezione Speciale) e per la presenza di Habitat floreali rari e a rischio ZSC (Zona Speciale di Conservazione). Anche l’UNESCO ha sostenuto la Rete di Riserve Alpi Ledrensi e la Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria, luoghi da proteggere.
Ci teniamo, per questo, a ricordare che questo patrimonio è della collettività e che preservare luoghi incontaminati è un dovere verso le generazioni future. Se si iniziasse a ragionare a lungo termine si capirebbe che proprio gli albergatori e operatori del settore turistico dovrebbero essere i primi a voler preservare ciò che la natura ci ha donato.
Quest’area è ancor oggi una delle poche rimaste fuori dal pesante impatto antropico, un’oasi che ha un grandissimo valore naturalistico e ambientale con ricadute importanti anche per il turismo escursionistico. Evitiamo di svenderla alla logica dell’utilizzo scriteriato, come abbiamo già fatto con alcuni delicati ambiti del nostro Territorio».
Comitato Salvaguardia Olivaia
Comitato Sviluppo Sostenibile
WWF Trentino
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