Andy Capp: il ritorno
Uno dei grandi classici del fumetto finalmente torna in Italia con un'edizione filologica di tutte le strisce inedite pubblicate sul Daily Mirror dal 2007 ad oggi. Un'opera che si compone di diversi volumi da oltre 200 pagine: il primo uscirà in tutte le librerie il 20 settembre.
Nel 1957 debutta, nell’edizione di Manchester del Daily Mirror distribuita nel nord dell’Inghilterra, Andy Capp, personaggio creato da Reg Smythe, all’epoca autore di fumetti per quotidiani di una certa fama ma non ancora conosciutissimo.
Andy Capp progressivamente conquista il pubblico di tutto il mondo, arrivando, nel momento di massimo fulgore, ad essere pubblicato su 1.700 quotidiani e riviste in oltre 50 nazioni. Andy Capp usa un linguaggio intensamente, profondamente, totalmente inglese, di una parte ben definita della società inglese: la piccolissima borghesia o classe operaia che vive nei sobborghi e ha una vita scandita da piccoli riti immutabili (lavoro o sussidio di disoccupazione, le pinte con gli amici, lo sport amatoriale, il sermone della domenica).
Ma queste sono situazioni che, anche se diverse nei particolari, sono essenzialmente le stesse in Italia, Francia, Australia, Germania… Andy Capp, nel suo usare una grammatica apparentemente elementare, in realtà parla di temi universali.
È una comedie humaine, come solo i grandi autori sanno raffigurare.
Dopo la morte di Smythe, la serie continua perché lo stesso Smythe aveva autorizzato altri autori a scrivere e disegnare le storie dopo di lui.
Andy Capp passa nelle mani di Roger Mahoney e Roger Kettle: queste storie, inedite in Italia, finalmente vengono tradotte e pubblicate in italiano. Il progetto prevede la pubblicazione di tutte le strisce inedite di Andy Capp, apparse quotidianamente sul Daily Mirror dal 2007 ad oggi, in una serie di volumi da libreria di oltre 200 pagine, dando così modo ai lettori italiani di poter vedere come il personaggio sia andato avanti dopo la dipartita di Smythe.
Per rispettare al massimo l’opera e i lettori, Signs Publishing ha deciso di realizzare un’opera filologicamente accurata, mantenendo il testo originale negli spazi e negli ingombri pensati in origine dagli autori, ponendo la traduzione dei dialoghi in calce alle singole vignette.
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