In montagna da soli: si o no? I consigli del Soccorso alpino
I recenti episodi di cronaca hanno acceso un ampio dibattito sull'opportunità o meno di intraprendere percorsi in solitaria in media e alta montagna. Ecco i consigli del Cnsas, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
Dunque, in montagna da soli: si o no? «Come sempre – dice il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS – in questi casi non esiste una risposta corretta e una risposta sbagliata, è però opportuno seguire delle regole che riducono i i rischi per chi svolge attività all’aperto in solitaria.
Ecco qualche consiglio utile del Soccorso alpino:
- comunica sempre l’itinerario previsto (anche gli eventuali itinerari secondari) ad almeno un parente o un amico fidato comunicando anche dove parcheggerai la macchina;
- se al termine della giornata prevedi di arrivare in un rifugio a pernottare, al momento della prenotazione comunica anche a loro da dove provieni e l’orario di massima di arrivo;
- segui sempre l’itinerario (o gli itinerari secondari) che hai previsto e comunicato;
- se all’ultimo minuto decidi di cambiare percorso e la connessione telefonica è assente, lascia un foglio sul cruscotto della macchina comunicando il cambio di programma;
- non ti avventurare da solo fuori dal sentiero per nessun motivo;
- se puoi, utilizza le app di tracciamento (ad esempio l’app GeoResQ) che, anche in assenza di segnale, riducono comunque il raggio di azione per eventuali ricerche dei soccorritori;
- indossa vestiti colorati ed evita colori mimetici;
- oltre alla normale attrezzatura per un’escursione, porta con te una torcia (con delle batterie di ricambio) e un fischietto.
A questi consigli – conclude il Soccorso alpino – bisogna aggiungere, imprescindibilmente, un’ottima dose di buon senso e la consapevolezza che la vera abilità in ambiente impervio è capire quando è il momento di saper rinunciare.
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