D’Annunzio e Dante, convegno di studi al Vittoriale

GARDONE RIVIERA – Sabato 16 ottobre nell’Auditorium del Vittoriale degli Italiani sul rapporto tra il Sommo Poeta e il Vate. D’Annunzio disse: «La poesia italiana comincia con duecento versi di Dante e – dopo un lungo intervallo – continua in me».

Il 2021 vede la significativa coincidenza di due ricorrenze fondamentali per la storia della letteratura italiana: il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, e il primo centenario della costituzione del Vittoriale degli Italiani.

Due anniversari che si intersecano proprio sul terreno comune della letteratura e della lingua italiana: Dante fu il poeta in assoluto prediletto da d’Annunzio. D’Annunzio lesse e rilesse per tutta la vita l’opera dantesca – di cui conosceva a memoria molti versi – citò ed echeggiò l’Alighieri maggiore e minore come nessun altro auctor, e gli riservò un posto eminente nella sua biblioteca, negli arredi e nei motti del Vittoriale.

Di fronte a una coincidenza così unica e felice, quindi, il Vittoriale ha deciso di dedicare una giornata di studio al rapporto tra i due sommi scrittori, rivolta tanto a studiosi e specialisti quanto a studenti e docenti delle scuole superiori, secondo la riuscita formula già adottata nel convegno gardonese del 2018 per il bimillenario di Ovidio (i cui atti sono raccolti nel volume Da Ovidio a d’Annunzio pubblicato dall’ed. Silvana).

Il convegno si svolgerà nell’Auditorium del Vittoriale degli Italiani sabato 16 ottobre dalle 9.00 alle 13.30 e, dopo l’intervento introduttivo del Presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, ospiterà gli approfondimenti di:

  • Pietro Gibellini (Università Ca’ Foscari, Venezia), che condurrà gli ascoltatori attorno al tema “La Laude di Dante e Dante nelle Laudi”;
  • Donato Pirovano (Università di Torino), che interverrà sulla “Francesca da Rimini da Dante a D’Annunzio”;
  • Elena Maiolini (Università Ca’ Foscari, Venezia), che approfondirà la “Vicenda elaborativa e fortuna scenica della Francesca”;
  • Laura Melosi (Università di Macerata), che indagherà il “D’Annunzio editore e interprete della Commedia”;
  • Valerio Terraioli (Università di Verona) su “L’icona dantesca nella fabbrica del Vittoriale”;
  • Elena Ledda (Centro Nazionale di Studi Dannunziani) esperta de “La biblioteca dantesca di d’Annunzio”;
  • Benedetto Gugliotta (Biblioteca Classense di Ravenna) sulla presenza di “D’Annunzio nelle collezioni dantesche di Ravenna”.

La giornata e le diverse lectio saranno arricchite da letture di testi dannunziani a opera di Bruno Noris.

Ingresso libero con obbligo di prenotazione, aperta sul sito del Vittoriale al link: https://eventi.vittoriale.it/evento/dannunzio-e-dante/

Sarà possibile seguire il convegno anche online in diretta streaming, per maggiori informazioni e per richiedere l’accesso scrivere a segreteriaprogettispeciali@vittoriale.it.

Per accedere al Vittoriale è necessario esibire il Green-Pass.

 

Bio relatori e abstract

Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale, storico contemporaneo, ha pubblicato vari volumi su d’Annunzio; l’ultimo è Cento anni di storia del Vittoriale (Silvana, 2021).

Pietro Gibellini (Università di Venezia), presiede l’Edizione nazionale delle opere di d’Annunzio, autore cui ha dedicato lavori filologici, tra cui l’edizione critica e commentata di Alcyone (Marsilio, 2018).

Donato Pirovano (Università di Torino), specialista della poesia delle origini e di Dante, ha curato l’edizione commentata della Francesca da Rimini di D’Annunzio (Salerno ed., 2018).

Elena Maiolini (Università di Venezia), specialista di Manzoni e Tommaseo, ha curato l’edizione critica della Francesca da Rimini di d’Annunzio (Il Vittoriale, 2021).

Laura Melosi (Università di Macerata), specialista di Leopardi, ha pubblicato una monografia sull’edizione 1911 della Commedia prefata da d’Annunzio (Olschki, 2019).

Elena Ledda, presidente del Centro Nazionale di Studi Dannunziani e dell’Ateneo di Salò, vanta numerose pubblicazioni su d’Annunzio, tra cui l’edizione commentata del Notturno (Garzanti 1995, rist. 2019).

Valerio Terraroli (Università di Verona), critico e storico dell’arte contemporanea, è autore di numerose pubblicazioni sul rapporto tra gli artisti e d’Annunzio e sulla dimora del poeta, tra cui Il Vittoriale: percorsi simbolici e citazioni d’arte (Skira, 2001).

Benedetto Gugliotta (Biblioteca Classense), esperto di beni librari, ha curato le mostre su Dante e d’Annunzio di Ravenna e di Gardone.

vittoriale auditorium
L’auditorium del Vittoriale, sede di importanti convegni.

 

PIETRO GIBELLINI – La «Laude di Dante» e Dante nelle «laudi»

Nella lunga poesia di Elettra dedicata a Dante, d’Annunzio lo celebra come un titano, solitario interprete del destino dell’umanità, ma soprattutto come padre della lingua italiana e profeta della gloria della patria. Nell’Alcyone agli echi testuali della Commedia aggiunge la memoria anche strutturale della Vita nova. Il linguaggio dannunziano, non solo nelle Laudi ma anche negli altri scritti, pullula di espressioni tratte da Dante, di cui Gabriele si considerava l’unico degno erede ma dal quale resta però assai lontano per stile, idee e spirito.

 

DONATO PIROVANO – Francesca da Rimini da Dante a D’Annunzio

A Francesca – all’unica donna che, a parte Beatrice, ha voce nell’inferno – Dante affida il compito arduo e altissimo di riflettere intimamente sulla dinamica del peccato e su quel confine sottilissimo attraverso il quale un’energia salvifica può divenire dannazione. La sua tragica storia attraverso i primi commentatori fiorentini del poema e soprattutto Giovanni Boccaccio ha attraversato i secoli e ha alimentato nuova poesia testuale e visiva. Tra le opere più riuscite spicca la tragedia Francesca da Rimini di Gabriele d’Annunzio messa in scena nel 1901 e pubblicata nel 1902. d’Annunzio coglie aspetti rilevanti del testo dantesco, ancora validi nella critica odierna.

 

ELENA MAIOLINI – Vicenda elaborativa e fortuna scenica della “Francesca”

«Io l’ho veduto, sa? oh potenza della rievocazione!» «E chi hai veduto?» «Dante, il gran padre Dante. Aleggiava lassù sotto l’arcoscenico…» L’incantesimo era riuscito: all’indomani dell’attesissimo debutto di Francesca da Rimini al Costanzi di Roma la prima ‘terza pagina’ del «Giornale d’Italia» ne registrava le vittime. Grande stimatore e supposto erede delle immagini verbali della Commedia, d’Annunzio vi aveva evocato lo spirito dantesco nel linguaggio, ma la cifra della sua riscrittura – lo mostra bene lo studio delle varianti censite nella nuova edizione critica – stava soprattutto nella riformulazione languida di Francesca, principessa della malinconia.

 

LAURA MELOSI – D’Annunzio editore e interprete della «Commedia»

L’accostamento di d’Annunzio a Dante, il più ammirato tra i poeti della tradizione letteraria italiana, avviene con modalità diverse in tempi diversi. D’Annunzio è stato in primo luogo un lettore assiduo della Commedia, come testimoniano le chiose al suo «Dante scolastico», il commento di Scartazzini ricordato nel Libro segreto, ed è stato anche un originale interprete dello spirito del poema nel clima di dantismo diffuso che caratterizza il passaggio di secolo. In campo editoriale, merita soffermarsi sul suo impegno per il “Dante monumentale” prodotto da Leo Samuel Olschki nel cinquantenario dell’unificazione, un episodio contraddittorio, ricostruito su carte inedite che hanno fatto emergere un ignoto manoscritto dannunziano della favilla Dante gli stampatori e il bestiaio.

 

ELENA LEDDA – La biblioteca dantesca di d’Annunzio

Già nella modesta raccolta libraria di d’Annunzio ai tempi del collegio “Cicognini” comparivano opere di Dante e su Dante. Motivo di studio scolastico, certo, ma anche di un più vasto, precoce e profondo interesse nei confronti del sommo Poeta.

Fonti indispensabili per il suo lavoro, divennero sempre più numerose nel corso degli anni, grazie anche all’ausilio di amici generosamente disposti a procurargliele presso biblioteche nazionali e private, o a fargliene dono.

I libri “danteschi” lo seguirono nel suo tormentato peregrinare in Italia e all’estero. Pochi, in realtà, ad Arcachon, numerosi, invece, nella rivoluzionaria Fiume. Oggi, disseminati in quasi tutte le stanze della “Prioria, al Vittoriale, testimoni o protagonisti silenziosi di intriganti storie, annotati e postillati, i volumi raccolti superano le 300 unità. Tra questi anche rare edizioni del ‘500.

 

VALERIO TERRAROLI – L’icona dantesca nella fabbrica del Vittoriale: la fortuna di Dante in età simbolista

Le celebrazioni dantesche di quest’anno hanno riportato l’attenzione degli studi non solo verso l’ambito letterario e storico medievali, ma anche verso le infinite variazioni del mito di Dante in età moderna e contemporanea con lo scopo di analizzarne le ragioni ideative, le finalità, i modelli di riferimento e l’inesausta vitalità.

L’interpretazione simbolista, a partire dagli antefatti nazareni, romantici e preraffaelliti, della poesia dantesca, ma anche la stessa fortuna iconografica del Poeta, spesso collimano con la ripresa da parte degli artisti dei modelli quattrocenteschi, da Beato Angelico e Signorelli, e poi di quelli michelangioleschi, in cui terribilità, tragedia e grandiosità si incarnano in visioni apocalittiche e in corpi titanici. Una fortuna proseguita anche attraverso la scultura, legata ai monumenti dedicati al Poeta, dopo l’Unità d’Italia, e in un mito che trova testimonianza nell’estrema propaggine della cultura simbolista quale è il Vittoriale degli Italiani di Gabriele d’Annunzio.

 

BENEDETTO GUGLIOTTA – D’Annunzio nelle collezioni dantesche di Ravenna

A partire da “Inclusa est flamma”, la prima del ciclo di tre mostre che Ravenna ha dedicato al Sommo Poeta nel VII centenario della morte (1321-2021), ha ricevuto nuovo impulso la valorizzazione dei beni, oggi musealizzati tra Museo e Casa Dante, che narrano le vicende del “culto dantesco” tra Otto e Novecento. Un capitolo particolarmente significativo è dato dal VI centenario della morte di Dante, celebratosi nel 1921 e che vide in d’Annunzio un cerimoniere d’eccezione, pur fisicamente assente da Ravenna, una delle più celebri “Città del Silenzio”. La ricucitura di tante connessioni un tempo molto strette ha fatto sì che una nuova mostra, “Dante e d’Annunzio”, venisse organizzata presso il Vittoriale riportando interesse verso il rapporto tra i due grandi e tra questioni e contesti pur così apparentemente distanti.

Gabriele d’Annunzio.

 

 

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