Zuin: verso una navigazione dolce, basta moto d’acqua e bolidi oceanici
LAGO DI GARDA - Pubblichiamo l'intervento del sindaco di San Felice all'assemblea della comunità del Garda sul tema della navigazione e della sicurezza delle acque. Per Simone Zuin: «La vela, così come la propulsione elettrica, sono le uniche modalità che possono essere sopportate dal Garda del futuro».
Ecco il testo integrale dell’intervento del primo cittadino di San Felice del Benaco, Simone Zuin, che in occasione dell’assemblea tematica della Comunità del Garda riunitasi sabato a Toscolano è intervenuto sul tema “Verso una navigazione dolce sul lago di Garda”.
«I drammatici fatti di cronaca che ogni anno interessano i fruitori del Lago di Garda, con particolare rifermento agli ultimi tragici eventi che hanno colpito nell’anima le nostre Comunità, ci impongono una riflessione sullo stato della navigazione nel nostro lago e un approfondimento, il più possibile sereno, circa eventuali alternative.
Alternative che, necessariamente, devono tener conto della fragilità del Lago, ma anche delle varie forme della sua fruibilità da parte di cittadini e turisti.
È oramai assodata la crescita costante della pressione antropica che il Garda subisce. Non voglio qui entrare nella discussione circa quali forme di turismo il Garda dovrebbe promuovere, ma è inevitabile non riconoscere che alcune di quelle che oggi viviamo, abbiano una pesante ripercussione sulla navigazione. Navigazione che è diventata insostenibile, e proprio la necessità di organizzare questa Assemblea Tematica ne è la conferma. Ritengo sia giunto il momento per avviare un sereno dibattito sulla navigazione del lago di Garda, senza dover immaginare improbabili rivoluzioni, ma, al contrario, provare a definire un percorso che permetta una riconversione dell’esistente, portandoci verso una navigazione diversa dall’attuale.
Proviamo però a dare una definizione di “Navigazione Dolce”: forma di navigazione rispettosa di luoghi e dei naviganti. Ecocompatibile quindi priva o con limitato impatto negativo sull’ambiente e sull’ecosistema. Che permette di godere dei luoghi, delle tradizioni e delle Comunità gardesane. Che garantisca la fruibilità del lago per attività natatorie e sportive in totale sicurezza.
Se tale definizione incontra il consenso dei presenti, ritengo che per parlare di Navigazione Dolce, si debba partire dal concetto di “limite” e dalla necessità di darsi un “limite”.
Il Garda, pur essendo il lago più esteso d’Italia, ha una dimensione finita e paradossalmente ridotta rispetto all’aspettativa circa un suo incrementabile sfruttamento sul piano della navigazione.
Se un luogo ha una dimensione finita, per poterlo vivere al meglio, risulta evidente dover definire anche quante entità possano contemporaneamente usufruire di quel luogo. Nessun limite a tali entità rende invivibile, sotto ogni aspetto, il luogo in questione.
Questo vale anche per il Lago di Garda e per le imbarcazioni che lo solcano. Viene naturale pensare, che oltre ad un limite numerico, sia necessario porre un limite dimensionale e di potenza.
Per vivere il Garda, non abbiamo bisogno di imbarcazioni pensate per attraversare mari o con potenziali velocità incompatibili con gli spazi acquei del nostro lago.
E quindi bene ha fatto il Sindaco Cipani, che per primo ha voluto una riduzione delle velocità massime nel golfo di Salò. Dovremmo tutti imitare, in assenza di una norma più restrittiva dell’attuale, quanto fatto dal nostro collega, e colgo l’occasione per anticipare che a breve il Comune di San Felice del Benaco si allineerà a questa scelta.
Andrebbero poi definiti anche limiti circa il tipo di mezzi presenti sul Garda. Mi vengono in mente, ad esempio, le moto d’acqua, di cui il lago può tranquillamente fare a meno. Senza voler demonizzare questa tipologia di mezzo, risulta comunque fuori discussione la sua incompatibilità con la necessaria tranquillità richiesta nelle nostre acque. Basti pensare alla eccessiva rumorosità e alla sovente poca conoscenza dei luoghi da parte degli utilizzatori.
Proprio perché è necessario avere consapevolezza di cosa significhi navigare sul Garda, risulta necessario che chi utilizza imbarcazioni abbia le sufficienti nozioni di navigazione, di morfologia del territorio acqueo e delle normative in vigore. È quindi importante attivare un sistema formativo / informativo che permetta di avere fruitori del lago più consapevoli.
Visitando il Salone nautico di Venezia nel luglio 2021 e il Salone nautico di Genova nel settembre 2021, risulta evidente come l’orientamento del mercato navale sia sempre più verso la navigazione elettrica e comunque verso una navigazione più ecosostenibile. Abbiamo ben presente gli attuali limiti tecnici delle imbarcazioni a propulsione elettrica, ma sono limiti che la tecnologia sta risolvendo e, nel lungo periodo, questa forma di alimentazione ricoprirà ampi spazi di mercato.
Il Garda deve oggi pianificare questo cambiamento, che porterà di certo ad una riduzione della presenza di motori a combustione. In una logica di ecosostenibilità gardesana dobbiamo oggi iniziare ad incentivare la navigazione elettrica attraverso un impegno sovracomunale per l’installazione delle necessarie colonnine di ricarica, nonché identificare una sufficiente percentuale di posti barca dedicati / riservati nei porti e nei campi boa.
Importante potrebbe essere anche il sostegno di Enti superiori, che prevedano incentivi alla rottamazione di motori tradizionali e sostituzione con motori elettrici.
Una riflessione va poi aperta relativamente alla navigazione a vela, che può garantire una autentica “navigazione dolce” sul Garda. Voglio essere chiaro, non ritengo che un cambio repentino della navigazione verso quella a vela sia praticabile nell’immediato. Credo invece che vada pianificato un percorso che ci permetta di arrivare nei prossimi anni a situazioni simili, anche se non uguali, a quelle volute dagli amici trentini. La vela, così come la propulsione elettrica, sono le uniche modalità che possono essere sopportate dal Garda del futuro.
Particolare attenzione deve essere dedicata alla sicurezza dei bagnanti. A questo proposito ci viene incontro il modello di ordinanza proposta dalla Prefettura di Brescia nel giugno 2021 che, adattata alle realtà dei singoli Comuni, può essere un importante strumento per garantire maggior fruibilità delle acque e delle spiagge da parte dei cittadini e dei turisti.
Maggiori spazi a disposizione per il nuoto, incremento della fascia di rispetto dove è vietata la navigazione e regolamentazione degli sport d’acqua sono le prime iniziative che possiamo attuare come Sindaci.
Vado verso la conclusione con un punto forse “off topic” relativamente al tema generale del mio intervento, ma sento la necessità di dire la mia relativamente al trasporto pubblico su acqua. Risulta evidente a tutti come il traffico su strada, sulle due sponde del lago, sia ormai insostenibile. Ancora oggi sfruttiamo strutture concepite per un loro utilizzo con il traffico di inizio secolo scorso. Strutture diverse e alternative sono di difficile, se non impossibile, concezione e realizzazione. Abbiamo però il Garda che può venirci incontro, attraverso la realizzazione di vie d’acqua alternative, e non sostitutive, alla viabilità ordinaria.
Quella su acqua è una mobilità diversa, a favore anche dei turisti, che in qualche modo contribuirebbe ad alleggerire la presenza eccessiva, non solo delle autovetture sulle strade, ma anche di imbarcazioni e quindi, in qualche modo, contribuire ad una “navigazione dolce” sul Garda.
Credo di aver letto in passato alcune dichiarazioni, relativamente a questo tema, da parte del Presidente della Comunità del Garda, On. Mariastella Gelmini. Mi sembrava d’aver intuito la sua forte convinzione che il trasporto pubblico su acqua possa essere una strada non più rimandabile per una maggior vivibilità dell’intera area gardesana.
Bene, se questa è la posizione della nostra Presidente, per quanto mi è possibile e concesso, io sarò al suo fianco “senza se e senza ma”.
Concludo proponendo la domanda che oggi tutti dovremmo porci: vogliamo un Garda “fast” o “slow”?
La risposta credo sia, che tutti vogliamo un Garda vivibile e questo è possibile solo se si ha il coraggio di pianificare oggi un radicale cambiamento del modo di concepire la navigazione sul nostro lago. Una navigazione slow, quindi!
Pianificare significa riconvertire con intelligenza e gradualità, dando garanzie alle aziende, alle lavoratrici e ai lavoratori del settore della nautica gardesana. Opporsi al cambiamento, proprio ora che risulta evidente la necessità di cambiare, significa semplicemente opporsi al Garda, ai numerosi interessi dei cittadini, dei turisti e delle attività turistico/commerciali che del nostro territorio, della sua conservazione e vivibilità, hanno bisogno per la propria sopravvivenza.
Un cambiamento quindi – ha concluso Zuin – che non viene richiesto dalla politica, ma di cui la politica deve farsi carico».
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