Un marinaio atipico, con una lunga storia alle spalle. La sua passione totalizzante per il mare si esprime attraverso gli yacht che ha costruito, i viaggi che ha compiuto su tutti gli oceani e i grandi personaggi che ha incontrato, da Raul Gardini a Rudy Choy, Reinhold Messner o Agostino Straulino, solo per citarne alcuni.
Un autodidatta, senza riconosciuti titoli professionali, un uomo libero. Le sue storie toccano profondamente il suo privato e personalissimo legame con il mare, in cui il marinaio e l’uomo si incontrano e si interrogano.
La sua indole inquieta lo porta a indagare nuove dimensioni per un’esistenza libera dai vincoli della vita “normale” e nel mare trova l’elemento ideale per le sue esplorazioni filosofiche e religiose.
La storia avventurosa di un umile esploratore, come egli ama definirsi, piccole e grandi verità personali, ma utili e necessarie a tutti i suoi compagni di navigazione, nel mare del nostro oceano interiore.
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Alex Carozzo, nato a Genova nel 1932 e trasferitosi a Venezia con la famiglia all’età di tre anni, respira da sempre aria di mare.
Uscito dall’Accademia Militare di Livorno, inizia la sua carriera nella Marina Mercantile. Nel 1965 progetta e costruisce nella stiva della nave su cui è imbarcato come Primo Ufficiale il Golden Lion, una barca di dieci metri con la quale attraverserà il Pacifico da Tokyo a San Francisco.
Da questa avventura nasce il suo primo libro, “Qualsiasi oceano va bene”.
Inizia così a dedicarsi alla progettazione e alla costruzione di barche a vela con le quali partecipa, unico italiano, alle grandi regate oceaniche in solitaria: nel 1968 la OSTAR a bordo del catamarano San Giorgio e nello stesso anno la Golden Globe Race con il Gancia Americano; nel 1978, con equipaggio, partecipa alla Parmelia Race a bordo del Golden Lion II.
Il desiderio di recuperare la dimensione più semplice e materica della navigazione lo spinge a riadattare una lancia di salvataggio rottamata e attraversare l’Atlantico col minimo dei mezzi: soltanto una bussola, un sestante, una radiolina e una scultura indonesiana come compagno. A bordo di Zentime percorre 3850 miglia in quaranta giorni, da Las Palmas a San Salvador, dando vita al libro Zentime Atlantico.
Primo navigatore solitario italiano e tra i più grandi nel panorama internazionale, Alex Carozzo è anche traduttore e disegnatore, marinaio poliedrico e uomo di grande cultura, non solo marinara.
Nel 1989 Alex si toglie anche la soddisfazione di entrare nel mondo del cinema: non come attore, ma come “armatore”. Una sua barca viene infatti utilizzata nelle scene di mare del film “Nostos – Il Ritorno” di Franco Piavoli, una rivisitazione del mito di Ulisse che sorprese positivamente la critica. Le scene sono state in realtà girate sul lago di Garda, dove Carozzo, residente a Padenghe, vive da oltre 40 anni.
Per saperne di più su Alex Carozzo puoi leggere questo bel servizio sul Giornale della Vela.