Giorno della Memoria: onorificenza al merito a Maria Luisa Crosina
ARCO - Per il Giorno della Memoria il Comune di Arco ricorda i deportati e consegna alla prof.ssa Maria Luisa Crosina il Gonfalone d'Argento per meriti legati alla ricerca nella storia delle persecuzioni razziali.
Giovedì 27 gennaio, Giorno della Memoria, il Comune di Arco ricorda, come ogni anno, Eva Haas Flatter, Arturo Cassin e Gino Tedeschi, deportati da Arco e morti ad Auschwitz, e il cittadino onorario di Arco, Leo Zelikowski, sopravvissuto all’inferno dei campi di sterminio e testimone prezioso di pace e di riconciliazione.
E consegna alla prof.ssa Maria Luisa Crosina il Gonfalone d’Argento, segno dell’onorificenza al merito della città di Arco, per meriti legati alla ricerca e alla promozione della cultura, specialmente nell’ambito della storia delle persecuzioni razziali, e in particolare all’attività di ricerca e documentazione che ha portato alla riscoperta delle vicende degli ebrei arcensi deportati e della realizzazione del monumento loro dedicato ad Arco. La cerimonia si svolge all’auditorium dell’oratorio San Gabriele con inizio alle ore 17. Sono richiesti la prenotazione (su Eventbrite), il green pass rafforzato e la mascherina ffp2.
L’onorificenza, ufficializzata da una delibera della Giunta comunale del 18 gennaio, vuole esprimere a Maria Luisa Crosina la gratitudine della comunità arcense per aver recuperato e reso note a tutti le storie di queste quattro persone e di tutti coloro che hanno dimostrato solidarietà e coraggio contro la follia nazifascista. Un lavoro prezioso per la promozione culturale del territorio, ma soprattutto per la ricerca accurata e rigorosa relativamente alle persecuzioni razziali nel periodo nazifascista, che hanno ridato spazio alla memoria di vicende e persone altrimenti dimenticate. La città è inoltre grata per la vicinanza e il supporto, morale e scientifico, in tutte le iniziative volte a garantire la memoria di questi eventi e a sollecitare una convivenza pacifica.
Chi è Maria Luisa Crosina
Nata a Stenico il 15 febbraio 1944, ha compiuto gli studi superiori a Riva del Garda (liceo classico) e quindi si è laureata con il massimo dei voti in lettere e filosofia all’Università di Padova, con il prof. Paolo Lino Zovatto (archeologia cristiana), con il quale ha collaborato nei quattro anni dell’Università.
Rientrata dopo la la laurea a Riva del Garda, dove tuttora risiede, ha quindi intrapreso la carriera di docente al liceo “Andrea Maffei” e alle scuole medie “Damiano Chiesa”, fino al momento del ritiro dall’insegnamento, nel 1992. A fianco della professione ha svolto una intensa attività di ricerca storica, in particolare per gli aspetti legati all’Alto Garda, che l’ha portata a collaborare con tutte le principali istituzioni culturali pubbliche e private del territorio, oltre che con le principali associazioni culturali provinciali. Fra le tante associazioni di cui fa parte e per le quali ha prodotto saggi e ricerche di grandissimo interesse storico e culturale, si segnalano l’Accademia degli Agiati di Rovereto, l’Archivio Trentino di Storia Contemporanea, l’associazione Studi Trentini di Scienze Storiche e molte altre.
È socia e collabora all’attività dell’associazione culturale arcense Il Sommolago. Ha all’attivo decine di pubblicazioni su periodi e argomenti storici diversi, oltre che conferenze, collaborazioni e traduzioni di opere dal tedesco: un’attività realizzata sia in autonomia che in collaborazione con altri studiosi di prestigio, sempre con esiti lusinghieri. Oltre alle pubblicazioni, si è occupata di arti teatrali e performative, collaborando alla stesura di testi teatrali e di spettacolo e alla loro messa in scena. Grande importanza inoltre mantiene, nell’ambito delle attività seguite, l’impegno a favore delle scuole: attraverso percorsi e interventi in qualità di esperta, collabora con tutte le scuole del territorio e con gli enti che curano progetti di formazione permanente, come l’Università della terza età e del tempo disponibile, per garantire una crescita culturale concreta ed effettiva, soprattutto delle giovani generazioni.
La motivazione
La dott.ssa Maria Luisa Crosina collabora da anni con il Comune di Arco, quale esperta storica, per i progetti culturali che riguardano sia il periodo del Kurort arcense, che per la storia della persecuzione ebraica negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale. Su quest’ultimo tema ha prodotto diverse pubblicazioni di grandissimo interesse, ma in special modo ha pubblicato nel 1995, grazie all’edizione del Museo Storico in Trento, il volume “Le storie ritrovate. Ebrei nella provincia di Trento 1938-1945”, frutto di alcuni anni di ricerca in relazione alla presenza ebraica sul territorio al momento della promulgazione delle leggi razziali e nel periodo dell’occupazione nazista.
Grazie a questo suo studio appassionato eppure rigoroso, la città di Arco ha potuto riacquistare la memoria di alcuni cittadini e ospiti di religione ebraica che sono stati arrestati ad Arco e quindi deportati ad Auschwitz fra il 1943 e il 1944. Dalle testimonianze e dai documenti raccolti attraverso la ricostruzione delle loro storie, Arco ha potuto scoprire anche una dimensione umana e sociale che, pur in un periodo buio e terribile della nostra storia, si è mantenuta solidale e accogliente: attraverso la narrazione della vicenda tragica di questi quattro arcensi deportati, la prof.ssa Crosina ha ricostruito anche una rete di piccole prove di solidarietà, di aiuto, di resistenza e ne ha garantito la memoria, facendole diventare ispirazione ed esempio per le nuove generazioni. Le vicende tragiche di Eva Haas Flatter, di Arturo Cassin e Gino Tedeschi -arrestati ad Arco, deportati ad Auschwitz e mai più tornati- sono state riscoperte grazie a questa ricerca, e la città di Arco nel 1993, ben prima dell’istituzione del Giorno internazionale della Memoria, ha voluto ricordarle erigendo un monumento e commemorando ogni anno il loro olocausto, come testimonianza concreta della volontà di rifiutare la guerra e di deprecare la violenza del nazifascismo.
La storia più importante ritrovata però da Maria Luisa Crosina è stata quella che lei ha raccolto dalla voce di Leo Zelikowski, il quarto degli ebrei deportati da Arco e unico sopravvissuto a questa tragedia. Da questo racconto, abbiamo potuto apprendere che per lui, testimone diretto dell’inferno dei campi di sterminio, dovendo decidere al momento della liberazione dove ricostruire la propria vita e recuperare la propria umanità, Arco è sembrata la scelta più accogliente e sicura, un rifugio e un luogo di amicizia, di solidarietà e di sostegno: una scelta di cuore di cui egli non aveva fatto nessun vanto e nota a ben pochi, se non fosse stato per l’impegno e per la mediazione di Maria Luisa Crosina.
Grazie a lei abbiamo potuto recuperare questa conoscenza preziosa, che ci rende un immenso onore e che ci ha regalato, negli ultimi venti anni di vita di questo testimone, divenuto dopo il suo trasferimento in Canada cittadino onorario di Arco, la possibilità di conoscere una esperienza di vita a dir poco straordinaria, ma soprattutto umanamente ricca, lucida e razionale, e piena di speranza e di voglia di ricostruire e progredire.
La città di Arco è quindi debitrice alla prof.ssa Maria Luisa Crosina per il dono di questa memoria così importante, che rischiava di essere perduta, ma anche per la collaborazione e la vicinanza, continua e costruttiva, a tutte le iniziative che la città ha voluto realizzare per ricordare queste vicende, per renderle esempio e spunto per la crescita culturale del territorio, per costruire di una coscienza collettiva di pace e di accoglienza. Per queste motivazioni la città di Arco conferisce, nei modi previsti dal Regolamento comunale per la concessione della cittadinanza onoraria e delle civiche benemerenze, l’Onorificenza al Merito della città di Arco, rappresentata dal trofeo del Gonfalone d’Argento, alla dott.ssa Maria Luisa Crosina.
L’onorificenza al merito
La città di Arco intende esprimere gratitudine per l’impegno dedicato alla ricerca storica e alla promozione della cultura in senso generale, ma soprattutto per aver recuperato la memoria del periodo della Shoah e delle leggi razziali, salvando dall’oblio le storie di alcuni deportati di religione ebraica che si sarebbero altrimenti perdute.
Per la città di Arco questo lavoro di ricerca ha costituito il recupero di una parte di memoria storica che si stava dimenticando e la riscoperta e valorizzazione della figura di Leo Zelikowski, successivamente insignito della cittadinanza onoraria della città di Arco, la cui esperienza di sopravvissuto alla deportazione ad Auschwitz e la cui testimonianza di pace e di fiducia nel futuro oltre che la riconoscenza per l’accoglienza e la solidarietà ricevute ad Arco, sono un tassello importante e prezioso della storia della nostra città. L’essenza di questo riconoscimento si estrinseca quindi nell’enunciato di seguito riportato e la scelta della data di consegna delle insegne corrispondenti al conferimento viene legata alla data del Giorno della Memoria, per sottolineare l’importanza ed il significato dei meriti riconosciuti.
I commenti sono chiusi.