Pesca: regole uniformi e controlli per salvare il patrimonio ittico
LAGO DI GARDA - Obiettivo «pesca 4.0». Così l’hanno battezzata i pescatori, che invocano una pesca sostenibile e attenta alla conservazione della biodiversità del Garda.
Serve un nuovo approccio alla pesca, professionale e sportiva, per una gestione più attenta delle specie ittiche benacensi. Lo chiedono gli attori coinvolti, a cominciare dai pescatori. Se ne è parlato nei giorni scorsi in occasione della riunione del tavolo interregionale «Habitat Pesca Ittiofauna» costituito dalla Comunità del Garda al fine di giungere ad una gestione più attenta delle specie ittiche benacensi.
L’Unione Pescatori Bresciani ha messo nero su bianco una serie di precise richieste. Le riproponiamo qui.
Riordino e modifiche di leggi e regolamenti, legge e unica, usi civici e diritti esclusivi di pesca
Riteniamo necessarie: modifiche, riordino e ammodernamento alle leggi e regolamenti vigenti che
riguardano sia i pescatori di professione che i pescatori sportivi e ricreativi. Revisione e controllo degli usi civici e diritti esclusivi di pesca.
Uniformità di leggi e regolamenti sulla pesca per tutto il lago di Garda (regolamento unico e condiviso) per trovare un intesa tra le tre Regioni/Province gardesane e ottenere come si sta programmando, una legislazione univoca e chiara sulla pesca sull’intero Lago di Garda, un aspetto fino ad oggi poco chiaro, che ha sempre portato ad incomprensioni, molteplici interpretazioni e liti spesso insensate tra gli stessi pescatori.
Favorire l’incremento della vigilanza, lotta al bracconaggio
Riteniamo indispensabile, avanzare richiesta alle Istituzioni preposte, per agevolare il più possibile la formazione di corpi volontari dedicati alla sorveglianza, eliminando parte della burocrazia e delle complicazioni al momento presenti nella legislazione riguardante la formazione delle guardie ittiche volontarie e dello svolgimento delle loro attività da portare in sinergia con le guardie provinciali; spesso contrastanti per diversità di regolamento tra le tre regioni/province.
Possibilità di vigilanza con conseguente agevolazione di spostamento e di intervento sull’intero territorio del Lago di Garda indipendentemente dalla localizzazione dei corpi di polizia sia ufficiali che volontari, creazione di un centro unico per le segnalazioni e pronto intervento per infrazioni sulla pesca/ambiente.
Tesserino segnacatture obbligatorio per tutti
A tale riguardo si chiede l’introduzione, sia per i pescatori di professione che per i pescatori dilettanti di tutte tre le Regioni, di un tesserino segnacatture del Garda che dovrà essere compilato, obbligatoriamente: dal pescatore ricreativo e sportivo subito dopo ogni cattura; per il pescatore in apnea, sarà obbligo segnare ogni singola cattura una volta immediatamente usciti dall’acqua, per il pescatore di professione obbligo di segnare le catture prima di ogni approdo e/o trasbordo da barca a barca.
Ancor meglio l’attivazione e la compilazione, potrebbe essere attivata tramite Applicazione telefonica in modo da offrire una rendicontazione puntuale del pescato per valutare, giornalmente, settimanalmente,
mensilmente o annualmente, la quantità totale degli stock ittici prelevati.
Portiamo ad esempio II regolamento della pesca marittima che stabilisce l’obbligatorietà di comunicazione immediata alla Capitaneria di Porto, tramite Applicazione telefonica, di ogni singolo esemplare di Tonno Rosso pescato.
Tale iniziativa permetterebbe di avere un immediato e continuo monitoraggio della presenze e dei prelievi delle varie specie ittiche nelle acque lacustri, fatto che offrirebbe una migliore programmazione di semine mirate, una migliore gestione degli incubatoi ittici regionali o immediate misure di intervento verso le specie più deboli o difficoltà numericamente.
Pesca di professione, identificazione natanti, attrezzi, gavitelli e boe di segnalazione
Ad oggi la situazione di rilascio licenze per la pesca di professione vede diverse regole tra Regione, Veneto, Lombardia e Trentino, riteniamo che si renda necessario uniformare le regole di rilascio per le licenze di pesca professionale, prendendo ad esempio le metodologie di rilascio previste per la Provincia di Brescia (Lombardia), dove sono necessari corsi, esami obbligatori per rilascio nuove licenze.
Inoltre suggeriamo che si debba valutare il rilascio di ulteriori licenze professionali solo a seguito di un attenta valutazione della ricchezza o meno degli stock ittici presenti, (se ad esempio gli stessi risultassero scarsi, non si dovrebbe autorizzare il rilascio di ulteriori licenze per pesca professionale).
Altro aspetto importante da valutare riguarda le boe o gavitelli. Per migliorare l’individuazione di reti autorizzate proponiamo di portare una semplice ed immediata revisione di legge – regolamento per le boe di segnalazione “Reti da pesca”. Oggi la legge e i regolamenti prevedono la sola obbligatorietà di avere un gavitello di segnalazione e la targhetta di riconoscimento della licenza del pescatore di professione, senza nessuna indicazione precisa su dimensioni e colori delle boe/gavitelli, creando enorme confusione su localizzazione tra reti autorizzate, di frodo o abusive.
Si propone, per la tutela della navigazione, di eventuali immersioni subacquee e per una miglior individuazione di reti autorizzate, di introdurre l’obbligo, dell’utilizzo uniformato di posizionare gavitelli di colore arancio con almeno una dimensione minima da concordare a secondo delle disponibilità ad oggi in commercio e con impresso, in modo univoco ed evidente, con il numero di licenza corrispondente al pescatore di professione proprietario delle reti stesse. scritto/stampato almeno con una dimensione minima di 10 cm. nella parte emergente del gavitello.
Avere boe/gavitelli di un colore unico per tutti i pescatori di professione permetterebbe in maniera molto semplice ed immediata di individuare con certezza le reti autorizzate e permetterebbe agli organi di vigilanza di poter accertare con velocità di intervento i rispettivi proprietari. Qualsiasi rete che non portasse boe di segnalazione di colore arancio sarebbe automaticamente e rapidamente segnalata come rete abusiva o di frodo ed oggetto di sequestro da parte degli organi di vigilanza autorizzati.
Altre modifiche potrebbero riguardare, quantità, lunghezze e misure delle reti ad oggi decisamente in numero eccessivo e non adatte ad una pesca sostenibile. Proponiamo inoltre la revisione dei periodi di apertura e chiusura della pesca per le varie specie ittiche, visti i cambiamenti climatici ormai ripetuti, inoltre proponiamo l’istituzione di zone di divieto assoluto di pesca ed ancoraggio, quali santuari (ad esempio zone già vietate alla pesca in apnea) atti alla riproduzione.
Semine, incubatoi, contenimento cormorani, inquinamenti
Attuare una programmazione coordinata tra tutti gli incubatoi ittici presenti sul Garda per il reintegro ittiogenico a salvaguardia delle specie più a rischio come ad esempio (alborella, cavedano, tinca, luccio, carpione, trota lacustre, ecc.).
Cartelli informativi anche su rispetto sub presso i porti e i noleggi. -Attuazione di contenimento da parte di figure professionali autorizzate al contenimento di cormorani, anatidi ed altri uccelli ittiofagi — oggi come non mai il problema degli uccelli ittiofagi è una vera e propria emergenza. Non da meno attivare un monitoraggio costante su scarichi e fonti di inquinamenti.
Censimento degli stock ittici e pesca sostenibile
Riteniamo assolutamente indispensabile prima di ogni altra cosa pensare ad un Censimento pluristagionale degli stock ittici al fine di stabilire con dati certi e scientifici la reale presenza delle varie specie all’interno del Lago, così da poter programmare al meglio le attività di pesca o eventuale salvaguardia o sostegno di specie in difficoltà.
Questi studi ufficiali su stock ittici, aggiunti ai dati forniti dai libretti segnacatture di pesca ricreativa e di professione, permetterebbero di pianificare al meglio programmazioni specifiche o generali sull’intero patrimonio ittico.
Pesca sostenibile
Riteniamo altrettanto indispensabile programmare una pesca sostenibile anche per i laghi nelle acque interne, che porti ad un rispetto anche per le generazione future, con attuazione di studi scientifici che portino a stabilire corrette quote ittiche di mercato, strumento indispensabile la raccolta dati dai tesserini segnacatture, che possono permettere di avere indicazioni certe sull’andamento e presenza delle varie specie ittiche così da poter attuare all’esigenza, azioni di sostegno ben mirate, tutela o attivazione di periodi di fermo pesca.
Riteniamo a tale proposito indispensabile evidenziare quali riteniamo essere le basi necessarie per mantenere una pesca sostenibile anche nelle acque interne:
- L’impiego di strumentazioni non troppo invasive è fondamentale per mantenere le aree di prelievo in condizioni accettabili.
- Il comportamento di chi pesca, chiaramente, è altrettanto decisivo. Oltre alle strumentazioni idonee, bisogna pescare nelle zone e nei periodi consentiti, lasciando ai pesci il tempo di crescere fino alla maturità sessuale, permettendogli di riprodursi. Il rispetto di questo equilibrio tra prelievo e ripopolamento senza andare ad intaccare il capitale ittico presente è la principale garanzia per una pesca sostenibile, in armonia con il perpetuarsi degli ecosistemi e della pesca stessa.
Allo stesso modo, si devono evitare gli sprechi e le catture di animali diversi da quelli che si cercano. Alcune tecniche e reti, portano a uccidere inutilmente molti pesci e a prelevare specie protette estranee al mercato ittico.
Disponibilità a controlli degli organi competenti che possano certificare, rispetto degli standard sanitari (catena del freddo), controlli qualità, vigilanza e contrasto al bracconaggio. Rispetto delle misure minime. È fondamentale dare ai pesci il tempo di riprodursi, viceversa la taglia troppo piccola è sinonimo di pesca irresponsabile e dannosa. Pertanto, si dovrebbe porre più attenzione alla taglia del pesce che si pesca o si compera, anche se pescatori rivendite dovrebbero già attenersi alle normative sulle dimensioni minime.
Sanzioni
Altro aspetto fondamentale, sarebbe quello di analizzare, revisionare e uniformare le modalità
sanzionatorie e gli importi che in gran parte sono diversi tra le varie Regioni/province.
Questi – concludono i pescatori – sono i punti generali condivisi che riteniamo più importanti, restano da valutare altri aspetti su dettagli generali che potranno essere in futuro esposti durante i tavoli di lavoro».
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