Da lunedì su Netflix la serie del regista salodiano Stefano Cipani
Dopo il successo del film "Mio fratello insegue i dinosauri", il registra salodiano Stefano Cipani approda su Netflix con «Fedeltà», serie con Michele Riondino ispirata all'omonimo romanzo di Marco Missiroli. Atteso anche il nuovo film di Cipani, con un cast stellare.
Una serie in uscita su Netflix e un film con un cast stellare alle fasi finali della lavorazione. Per il regista salodiano Stefano Cipani, 35enne osannato dalla critica e premiato dal pubblico per «Mio fratello rincorre i dinosauri», il 2022 può essere l’anno della consacrazione.
«Vedremo – dice Cipani –, mantenere una certa continuità è forse la cosa più difficile per un regista e l’eventualità di non riuscirci è ciò che mi spaventa di più. Di certo mi sento molto privilegiato a poter lavorare a questi livelli in Italia, a riuscire a proporre e realizzare i miei film. In questo momento vivo solo per il lavoro, voglio continuare a fare bene».
La prossima opera di Cipani la vedremo su Netflix dal 14 febbraio. Si intitola «Fedeltà» ed è una serie originale tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore riminese Marco Missiroli (2019, Einaudi, Premio Strega Giovani). Sei episodi che vedono alla regia, con Cipani, anche Andrea Molaioli.
«È la storia di un amore moderno, la vicenda di una coppia sposata – dice il regista -, che a Milano vive una vita veloce, tipica dei nostri giorni. La serie mette sotto la lente d’ingrandimento le dinamiche psicologiche della relazione». I protagonisti sono due coniugi interpretati da Michele Riondino, professore di scrittura creativa che si invaghisce di una studentessa, e Lucrezia Guidone, agente immobiliare che fantastica sul suo fisioterapista.
Ambientata tra Milano e Rimini, «Fedeltà» è un’esplorazione del desiderio e del tradimento, e delle loro conseguenze: «Abbiamo cercato di andare in profondità – spiega il regista -, di parlare delle relazioni e delle tentazioni del nostro tempo. È stato un lavoro interessante, con un retrogusto letterario molto importante. Rispetto al romanzo, la serie è più strutturata a livello drammaturgico, ma i personaggi e le situazioni sono quelli del libro».
Una curiosità: Cipani ha firmato anche il brano portante della colonna sonora. «Abbiamo coinvolto Arisa – dice -, che ha accettato e ha scritto, con me e Mario Fanizzi, che lo ha prodotto, il brano “Verosimile”, molto bello, particolarmente adatto alla serie».
Il nuovo film: “Educazione fisica”
C’è grande attesa anche per il secondo lavoro per il cinema di Stefano Cipani, il film «Educazione fisica», tratto dal testo teatrale «La palestra» (2013) di Giorgio Scianna, con sceneggiatura di Damiano e Fabio D’Innocenzo.
«Ancora – dice Cipani – non è stata fissata la data di uscita. Siamo in post produzione, stiamo lavorando alle musiche con Fanizzi, che firma la colonna sonora». Il cast è stellare (tra l’altro è bresciana, di Roè Volciano, anche la casting director, Anna Pennella).
Gli attori protagonisti sono Claudio Santamaria, Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea e Sergio Rubini.
«Lavorare con questi mostri sacri – racconta il regista – è stato facile: hanno la sicurezza necessaria per poter supportare un emergente». Anche in questo caso Cipani si conferma regista del suo tempo, proponendo una storia molto attuale, che racconta l’abuso su una minorenne da parte di un gruppo di coetanei, che filmano e postano tutto sui social. I genitori dei ragazzi sono convocati dalla preside e la palestra della scuola diventa un’aula di tribunale.
«È un classico “film da camera” – continua Cipani – girato in una sola location, la palestra, con testi impegnativi, sul genere di “Parola ai giurati” di Lumet, “Carnage” di Polański o “Nodo alla gola” di Hitchcock. È un film che parla di scuola, adolescenza, famiglia. Completamente diverso dal primo, ma legato a quello da un filo rosso che può essere individuato nella volontà di affrontare il tema delle relazioni umane. È un film sulla responsabilità».
Inevitabile una considerazione sulla salute del cinema italiano ai tempi del Covid: «È davvero una situazione molto triste. Fa male – dice Cipani – vedere tante sale soffrire e pensare che molte non riapriranno più. C’è chi prevede per i cinema un futuro di soli film ad alto budget. Mi auguro che non sia così. Mi auguro che la gente continui ad andare al cinema anche per vedere film che magari sono stati girati con due soldi, ma che sono comunque un prodotto d’arte».
Progetti in cantiere? «Sto valutando idee per il prossimo film. Presto per parlarne. Mi viene in mente Tarantino, che dice che l’artista è colui che pensa all’opera a cui sta lavorando, mentre l’arrivista pensa alla prossima. In questo rimango fedelmente tarantiniano».
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