Nestore, il papà che sta allevando gli unici tre pulcini di kea nati in Italia

C’è un papà speciale che in questo momento si sta occupando dei suoi piccoli ancora nel nido. E’ Nestore, il pappagallo kea che insieme a Violet, al Parco Natura Viva di Bussolengo ha messo al mondo gli unici tre pulcini d’Italia di questa specie.

A rischio di estinzione, come concausa alla minaccia ci sono anche le sue incredibili doti di curiosità e intelligenza. Che in Nuova Zelanda, dove vive, lo rendono spesso un ospite sgradito dell’uomo per via della sua capacità di “smontare” (anche se sarebbe meglio dire “distruggere”) gli oggetti. Tergicristalli e specchietti delle auto compresi.

 

Tra la paglia del nido allestito con cura dai genitori, i piccoli kea hanno compiuto due mesi e in questa fase, è Nestore a reperire il cibo. Lo metterà loro a disposizione finchè non si involeranno e saranno in grado di alimentarsi da soli. E finchè non perderanno quel loro buffo ciuffo grigiastro che li distingue ancora dagli adulti, insieme al giallo di alcune parti del becco e del contorno occhi.

Ma anche durante il periodo precedente, quando era Violet a impiegare tutto il proprio tempo nella cova delle uova e nell’accudimento dei pulcini, questo papà si è sempre preso cura della sua compagna portandole da mangiare, pur essendo alla prima esperienza. A differenza di lei, che invece è già mamma di 24 pulcini e nonna di 7. Una differenza di età – 24 anni lei e 7 lui – che non ha impedito a questi due bravissimi genitori di lasciare spazio alle individualità di ognuno, collaborando.

Il kea alle prese con un “arricchimento” da scartare al Parco Natura Viva.

Una volta diffuso in tutta la Nuova Zelanda, il kea (il cui nome deriva dal suono che emette) ha subito un declino rapissimo nel giro di poco più che un secolo e oggi sopravvive confinato sulle montagne dell’Isola del Sud.

Conosciuto come il “distruttore” più intelligente del regno animale, è in grado di demolire una sedia in plastica, una bicicletta o un passeggino. Scioglie corde annodate e apre scatole di cartone. Il che, unito alla perdita di habitat naturale, lo porta inevitabilmente a contatto e in conflitto con l’uomo. In natura, gli ultimi 4mila esemplari stimati si spingono fino ai 2mila metri di quota e secondo i ricercatori è stato proprio l’habitat inospitale ad aver stimolato in loro una straordinaria abilità intellettiva e manipolativa.

Oltre che aver determinato una dieta onnivora condita da uno spiccato opportunismo. Papà Nestore in questo momento, ha la grande responsabilità di allevare tre esemplari preziosi, destinati a conservare il patrimonio genetico di una specie che in natura rischiamo di perdere.

 

 

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GardaPost