La maglia di Simone “No Guerra” case history a Coverciano
COVERCIANO - Al Museo del Calcio di Coverciano il responsabile comunicazione di Feralpisalò Matteo Oxilia è stato invitato a raccontare l’idea che ha portato al successo l’iniziativa Simone "No Guerra". Anche la Feralpisalò nella Nazionale Italiana Comunicazione Digitale.
Feralpisalò in cattedra a Coverciano. Venerdì, in occasione della presentazione dell’indagine sul rapporto tra Calcio e Digitale al Museo del Calcio di Coverciano, che porta la firma di PA Social e Fondazione Italia Digitale, il responsabile Comunicazione del club Matteo Oxilia è stato invitato a raccontare l’idea che ha portato al successo l’iniziativa Simone “No Guerra” (indossata dall’attaccante durante il match, in diretta Rai Sport, contro la Triestina dello scorso 14 marzo; ne avevamo scritto qui) e di come il digitale abbia aiutato nel rendere virale quella che, oggi, è una maglia iconica e di come la comunicazione online – ormai presente assodato – possa contribuire a diffondere messaggi sociali legati allo sport in maniera capillare elevando, come in questo caso, un messaggio semplice e diretto ad emblema, tanto da essere stato accolto come case history nella Casa del Calcio italiano.
“Come Feralpisalò ragioniamo da sempre oltre il calcio: un’istituzione sociale che vuole contribuire a indirizzare un cambiamento positivo nella società attraverso concrete azioni, sfruttando la grande forza comunicativa dello sport – ha detto Oxilia – ed è questo il principio guida delle iniziative che i Leoni del Garda hanno attivato anche a supporto dell’emergenza umanitaria in Ucraina. Il digitale, per il nostro club, è fondamentale per poter diffondere anche messaggi che esulano dal risultato sportivo e che possano trasmettere così un’immagine di club virtuoso, forte, attento. Per poter trovare importanti spunti di visibilità e, perché no, riscontri in chiave commerciale. Mercoledì mattina medicinali e cibo, anche per i tanti animali da compagnia vittime del conflitto, partiranno per l’Ucraina grazie ad Oleg Ustymenko, l’ex pugile ucraino con cui siamo in contatto. Si chiude un piccolo cerchio. Ma i progetti di Feralpisalò proseguiranno e presto ci saranno novità e riscontri importanti anche per la nostra mascotte Leo”.
Al tavolo con Matteo Oxilia sono intervenuti, tra gli altri, personalità come Matteo Marani, presidente della Fondazione Museo del Calcio e volto di Sky, Cristiana Capotondi, capo delegazione della Nazionale italiana di calcio femminile, Livio Gigliuto, direttore di Fondazione Italia Digitale e vice presidente Istituto Piepoli, Sandro Giorgetti, responsabile Osservatorio Digitale e Paolo Corbi, Responsabile Comunicazione Figc.
Era anche l’occasione per presentare la nascita della Nazionale Italiana Comunicazione Digitale (di cui Oxilia fa parte).
Un esordio in grande stile per il team, guidato per l’occasione da Renzo Ulivieri e col supporto degli ex calciatori Simone Pepe e Ze Maria, formato da comunicatori e giornalisti digitali da tutta Italia e personaggi del mondo dello sport, del giornalismo, dell’innovazione.
L’iniziativa, nata per diffondere l’importanza del digitale, è stata organizzata da PA Social da Fondazione Italia Digitale con il supporto del Museo del Calcio. L’amichevole, giocata contro la Nazionale Italiana Parlamentari sul campo “Enzo Bearzot” del Centro Tecnico Federale di Coverciano, è finita 2-2.
I NUMERI
Per quanto riguarda l’approfondimento su “Gli italiani e il calcio” emerge un legame indissolubile tra il pallone e il Bel Paese.
Il calcio è ancora un archetipo italiano, un fenomeno di massa, seguito da 3 italiani su 4, spesso in modalità “dual-device”, davanti alla TV ma sempre con un occhio ai social network, in cui commentare in tempo reale le gesta della squadra del cuore. Proprio il digitale può essere la chiave per rafforzare il rapporto dei giovani con il calcio: ad oggi 6 giovani su 10 tifano una squadra di calcio ma solo uno su quattro segue tutte le partite”. Il calcio, intanto, potrebbe aver spinto una quota importante di persone a digitalizzarsi ulteriormente: circa il 15% degli italiani prima dell’inizio del campionato aveva dichiarato che, per vedere le partite, avrebbe potenziato la propria connessione.
“Questi dati – chiude Oxilia – ci confermano come i club, seguendo la linea delle Federazioni, debbano ragionare in una grammatica di comunicazione differente, mutandosi in Media House divenendo diventando sempre più autonomi nella produzione dei contenuti perché Comunicazione e digitale sono due alleati anche per il mondo dello sport, due basi fondamentali per diffondere il messaggio e raggiungere e parlare alle nuove generazioni”.
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